venerdì 13 novembre 2015

IL PROGETTO MONARCH IN ITALIA

Esiste un nesso profondo tra la perversione sessuale e la cattiveria. Il peggior ricatto riguarda i propri rapporti sentimentali. Infierendo sugli affetti intimi dell’individuo si ottiene la maggiore intimidazione immaginabile e il secondo obiettivo di divulgare il culto dell’odio e della prevaricazione dell’uomo sull’uomo. Quando il male riesce ad infettare un ambiente militare viene come ogni altra cosa razionalizzato e perciò portato al suo eccesso. Il progetto Monarch è stato sperimentato con successo per decenni a danno di innocenti vittime a causa dell’impunità del potere deviato costruito sulla parzialità di giudizio degli organismi preposti indotta dal malcostume del favoritismo ed oggi è uno strumento di largo uso teso all’abbruttimento graduale dell’essere umano nella sua accezione singola o universale. La parzialità anche di pochi nella cernita delle candidature all’interno dei meccanismi istituzionali viene percepito in Italia come un sopruso al quale non è possibile contrapporsi ed è in questa resa cosciente che è necessario trovare la chiave di rivalsa ad un potere illegittimo e distruttivo con la costruzione di una rete di solidarietà che impedisca l’isolamento e la conseguente diseducazione delle vittime. Il meccanismo di graduale sottomissione ha reso possibile la creazione di una rete via via crescente di sovversori in grado di manipolare l’apparato statale indipendentemente dalla legge o addirittura in beffa ad essa come dimostrazione arrogante di potere. La legge è percepita certo come un ostacolo ma facile da aggirare forzando i bassi istinti dell’individuo attraverso i piccoli soprusi e corruzioni delle masse agevolate da una realtà distorta dai mezzi di comunicazione che induce una vita lontana dalle problematiche impellenti e spinge a facili scappatoie da intraprendere a discapito altrui in una catena di crescente intensità di vizio e lascivia morale. Le prove si collocano ad occhio nudo nella riflessione imparziale della vita quotidiana come la gravità del problema si palesa nell’ostacolo costante alla verità posto proprio nei luoghi dove essa dovrebbe essere ricercata. La propensione alla prevaricazione non è compatibile con nessun incarico lavorativo nel quale necessariamente il ruolo deve essere deciso dal merito personale. Meno che mai i comportamenti messi in atto dal progetto Monarch sono compatibili con un ambiente militare ma ne rappresentano invece l’antitesi assoluta. Il progetto Monarch è il cancro che divora un ambiente militare e lo distrugge. Una oligarchia di tipo fascista entra in contrasto con le forze armate decidendo assunzioni per raccomandazione che generano già di per se un forte disagio nelle persone che sono assegnate ad una posizione ben superiore alle proprie capacità. Da questo deriva la necessità di fingere competenze invece estranee e la propensione a mentire, rubare o infierire contro il prossimo colpevole di talenti superiori.

La malvagità è un comportamento ereditario frutto di tradizione. La novità del progetto Monarch è nella metodicità finalizzata all’imbrutimento della specie. Non è necessario che i maltrattamenti siano fisici o che gli abusi siano di natura sessuale per generare il bipolarismo che è caratteristico degli individui che praticano la prevaricazione come strumento di affermazione sociale, anche quando la prevaricazione consiste in un abuso di potere o nella discriminazione basata sul concetto di appartenenza al puro e semplice male. Il disagio psicologico patito dai carnefici è vissuto come uno stato di privilegio. La discriminazione è strumentale a derubare il merito altrui ma persino l’altrui rettitudine che per sfida morale viene attribuita all’individuo più perverso che non concepisce il valore della verità ma esclusivamente quello della apparenza. Le vittime di questo furto di personalità patiscono l’ingiustizia fino ad abbracciare i metodi delittuosi. Le testimonianze delle vittime del progetto Monarch sono pochissime non solo a causa del terrore che genera questa setta satanica ma per il fatto che la questione è inerente alla intimità della vita sessuale delle vittime che vengono condannate dall’opinione pubblica italiana e mai tutelate anche se tutti sappiamo che delle donne vivono in schiavitù sessuale ad opera di militari italiani. Come per le schiave da marciapiede viene più facilmente imputata una colpa che riconosciuto un torto subito ma alla stessa maniera bisogna considerare che le donne in stato di schiavitù non sempre vogliono cambiare vita. Le persone che partecipano a Monarch sono coloro che bramano il potere di nuocere attraverso la copertura dell’autorità legittima. In questa maniera il demonio in terra si traveste con gli abiti della tradizionale virtù. La bramosia di apparire le invoglia a indossare la divisa per ingannare le folle facendo facilmente confondere il crimine con il dovere. Ormai nel paese è più facile incontrare il male dell’abuso di potere che il principio del dovere. La sfida del malvagio al comune principio del bene lo induce a sabotare l’autorità di stato paralizzando intere caserme. Questi deviati non sono singoli individui da cercare nei corridoi di stato ma intere masse organizzate. Questo non deve però indurre a vedere il male ovunque perché sabotare l’immagine della società civile è proprio il loro intento per infettare la corruzione morale in ogni individuo. La lotta alla depravazione morale in questo paese è una battaglia di equilibrio in cui la prudenza deve incontrare la saggezza. Il demonio peggiore non anela la luce del sole ma preferisce l’ombra della codardia dalla quale più facilmente può congiurare e nella quale più comodamente può godere dei frutti del proprio indecente operato. Non ha talento e non ha competenze il demonio ulteriori a quelle di saper persuadere al male e di saper corrompere gli animi al sentimento snaturato di disprezzo profondo per se stessi e per gli altri. Il demonio non fa che invidiare le altrui virtù convinto che non esistano virtù al mondo e desidera le sembianze della virtù per nascondere la sua indole. Al demonio basta questo sotterfugio per comunicare alla sua vittima che ogni suo sforzo di merito lo porterà a conseguenze gravi per la sua integrità mentre nella sua viltà considera il vitello d’oro sopra ogni altra cosa pagando quotidianamente il prezzo della propria ostinata disistima.