La forte ingerenza del potere criminale scatenata
dall’assenza di controllo sulla vita politica miete delle vittime ogni giorno
nel paese causando una strage quotidiana che siamo abituati ad imputare
all’errore umano e a perdonare. Questa strage deriva principalmente dalla
immobilità degli organismi preposti al controllo e delle istituzioni in
generale che sono paralizzate dall’ingerenza del potere criminale che si
manifesta nel circuito delle raccomandazioni e impedisce all’intero apparato
statale di muoversi a meno di un ordine sterno ad esso deciso impunemente
contro gli interessi collettivi che può imporre un abuso come una azione
omicida. Questo succede in Italia nel settore pubblico che finisce col fare gli
interessi di pochi anziché esprimere le esigenze e le volontà popolari. Il
settore più esposto alle critiche pubbliche è anche quello più drammaticamente
pericoloso. Il settore della sanità al sud esprime tutto il disagio culturale
etutti i problemi causati dalla cultura retrograda del meridione. La viltà
impone di non contrariare la volontà dei potenti e di preferire la ritorsione
bieca piuttosto della pretesa legittima delle proprie prerogative che consente
la società civile. Il clima generale si manifesta in una inefficienza cronica
della pubblica amministrazione che nel settore della sanità diventa un dramma.
Non sono queste le uniche vittime della idolatria del potere, del sesso e del
denaro in Italia ma sicuramente le più sentite perché uno stato che non si sa
prendere cura della salute pubblica non ha ragione di esistere. La sanità è
anche il settore che consente di nascondere più facilmente degli omicidi e i
pentimenti all’interno dello staff medico sono rarissimi. I morti da dottore al
meridione vengono talvolta imputati all’errore medico ma i morti giovani al sud
rappresentano un dato statistico sempre più allarmante che dovrebbe indurre a
creare una statistica separata rispetto al nord del paese. Per quieto vivere e
per il desiderio di tranquillità scaturito da condizioni di vita difficili e
stressanti spesso non si indaga eccessivamente sulle morti sospette evitando
anche le conseguenze derivate da una curiosità legittima quando si ha davvero a
che fare con l’incompetenza perché la curiosità legittima ti mette in contrasto
con i gruppi di potere che hanno consentito l’assunzione ingiustificabile. Il
settore della sanità al limite del controllo giuridico è quello delle malattie
psichiatriche odiernamente gestite in strutture simili a comunità terapeutiche
spesso definite casa famiglia con l’intento di dare una sistemazione adeguata a
coloro i quali per un motivo o per un altro non possono avvalersi dell’appoggio
dei familiari. Questo vale tanto per individui con spiccate tendenze
autolesioniste quanto per persone anziane che non possono essere accudite in
famiglia per esigenze economiche o miseramente per indisposizione personale dei
familiari. I malati psichiatrici costituiscono un territorio limite tra quello
legale e quello medico. Vivono in un diritto anomalo che non è riconosciuto
dall’interesse statale e suscita quindi l’interesse di molte persone
marginalmente connesse al campo che si possono affidare solo ai diritti del
malato non sufficientemente redatti e avvalorati. Si fa affidamento in questo
campo al buon cuore della gente che si trova sempre più raramente. Un malato
psichiatrico dipende dalle decisioni dei propri familiari più stretti anche
quando la malattia non è riconosciuta invalidante. Il malato dipende
interamente dalle decisioni del medico che lo ha in cura che ne può decidere il
trattamento farmaceutico come la libertà di deambulazione senza il preciso
consenso personale. Questa approssimazione e mancanza di tutela rende i buoni
intenti della medicina strumentalizzabili da malintenzionati con il potere
della notorietà e dalla cattiveria della gente che nella cultura retrograda del
meridione può essere la causa della malattia identificabile nell’ambiente più
familiare della vittima senza che questa abbia la possibilità di difendersi dal
danno subito se non c’è un interessamento terzo. Gli interessi economici delle
cause farmaceutiche e la scarsa attenzione umana nei confronti del malato
psichiatrico si traduce in un abuso del rimedio farmacologico. I farmaci
psichiatrici hanno un effetto molto invasivo con conseguenze devastanti ed
effetti collaterali che arrivano a causare la morte dell’individuo. Tutto
questo considerato sarebbe opportuno prevederne l’uso solo ed esclusivamente
nel caso di immediata necessità come si prevede ad esempio nel caso di un
intervento di costrizione fisica e regolarne successivamente l’assunzione solo
nella dose minima utile e per il periodo minimo necessario secondo il parere
contestabile presso una commissione medica superiore con funzioni ispettive.
L’erogazione di una ingente somma di fondi pubblici non corrisponde ad un
adeguato attuale controllo ispettivo. Si rende necessaria la creazione della
figura di un garante con potere decisionale immediato sia per il settore medico
che una figura particolare apposita per il settore medico psichiatrico.
Visualizzazione post con etichetta estorsione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta estorsione. Mostra tutti i post
lunedì 19 ottobre 2015
L'INFEZIONE DELLO STATO E LE MALATTIE PSICHIATRICHE
Etichette:
'ndrangheta,
bullismo,
camorra,
criminalità,
delinquenza,
estorsione,
mafia,
malattie psichiatriche,
medicina,
omicidio,
organizzata,
pubblica sicurezza,
sacra corona unita,
sanità,
terrorismo
domenica 18 ottobre 2015
ANALISI REALE SUL SETTORE DEVIATO DELLO STATO
Quello che sta accadendo nelle forze dell’ordine è
esattamente ciò a cui siamo perfettamente abituati nel meridione italiano. La
verità al meridione non ha alcun valore mentre hanno valore le complicità
criminali che legano gli individui tra di loro per una questione culturale che
va indagata nel profondo. La cultura degenerata del meridione impone di
perseguire la propria utilità con il sotterfugio e la prevaricazione prevedendo
il minimo rischio possibile per la propria incolumità sia quando questa è
minacciata da un'altra famiglia criminale sia quando è minacciata dalla
giustizia. Proprio cercando la protezione e la complicità ad ogni livello
istituzionale avviene l’infezione di questa mentalità criminale che presuppone
la società umana e il singolo essere umano come elemento negativo sempre di
intralcio all’autorealizzazione che può quindi avvenire solo con metodi
criminali. I criminali cercano un posto nelle forze dell’ordine per imporre il
proprio interesse personale e tutelare gli affari della propria famiglia a
discapito degli altri, primi fra tutti a discapito delle persone oneste. Lo ottengono
per mezzo della raccomandazione e in un circolo vizioso sabotando gli intenti
delle persone oneste che senza appoggio criminale tentano di ottenere l’ambito
posto di lavoro. Questo sabotaggio continua anche una volta assunti ed avviene
meccanicamente attraverso metodiche ben precise tese ad affermare la loro
cultura, in aperto contrasto con la società civile. La sfida dei criminali in
Italia in ogni luogo è apertamente quella di dimostrare che la società umana e
lo stato di diritto sono fallimentari e lo fanno affermandosi contro ogni
logica parassitando l’impegno altrui, imponendosi in ogni modo e in ogni luogo
come unica alternativa. Per loro lo stato è solo uno strumento di vessazione.
Realmente non comprendono il valore della giustizia perché abituati per cultura
ad ottenere ciò che vogliono contro ogni altra regola. Il risultato è il
sabotaggio continuo del lavoro delle forze dell’ordine. Dobbiamo amaramente
constatare che ormai è questa la posizione preponderante nello stato italiano
che scivola velocemente verso l’anarchia assoluta. Le persone per bene in mezzo
ad una disputa si limitano alla degenerazione culturale del farsi i fatti
propri, il principio essenziale della mentalità criminale, perché tutti sono
colpevoli di qualcosa se divengono oggetto di discriminazione. La
discriminazione in un ambiente malato viene pagata dalle persone virtuose che
diventano vittima di critica e di persecuzione proprio per dimostrargli che il
male è l’unica soluzione e renderli succubi della società criminale che si
articola ormai ad ogni rango sociale. La maggiore difficoltà per ostacolare
questo colpo di stato è dovuta ai complici altolocati insospettabili di questa
logica perversa ed alla accentuata ramificazione all’interno dello stato che ci
rende bersaglio di ogni tipo di pericolo ad iniziare dal pericolo dell’inefficacia
totale dei mezzi di prevenzione conto il pericolo terrorista che gli altri
stati occidentali hanno mentre noi non riusciamo ad identificare i terroristi
dopo decine di anni dagli attentati. Siamo in balia del terrorismo politico che
si afferma attraverso le lobbie di potere senza più la necessità di colpire in
maniera eclatante sul territorio nazionale. Da tempo la politica nazionale ha
firmato la resa ai metodi criminali di assegnazione dei posti di lavoro, anche
di quelli indispensabili ed urgenti come i funzionari di pubblica sicurezza.
Nascondendosi facilmente dietro l’immagine ovviamente positiva del funzionario
dell’ordine pubblico ottengono lo scopo di colpire i loro bersagli
semplicemente diffamandoli o di coprire il loro complici esterni semplicemente
informandoli per tempo dei pericoli ma soprattutto ottengono lo scopo di
sfiduciare i cittadini nelle istituzioni facendoli rassegnare all’orribile
dittatura del male che non ha bisogno di emissari in vista ma più facilmente si
nasconde all’ombra delle personalità di spicco per la viltà spirituale che
contraddistingue la loro cultura degenerata. Questo paese ha perso la fede nell’uomo.
La prima è più urgente riforma da effettuare per prevenire le infiltrazioni
criminali è quella delle forze dell’ordine. Nascondere questa realtà è una
grossa complicità criminale motivata dalla vigliaccheria.
Etichette:
attentato,
bullismo,
camorra,
criminalità,
deviato,
estorsione,
mafia,
mazzetta,
nonnismo,
omicidio,
organizzata,
pizzo,
pubblica sicurezza,
sacra corona unita,
settore,
terrorismo
venerdì 16 ottobre 2015
IL MATRIMONIO COMBINATO NELLA CULTURA CRIMINALE
Il matrimonio combinato nella cultura criminale non ha il
semplice intento del reciproco vantaggio economico ma bensì un preciso scopo
educativo. Per questa ragione non riguarda le sole famiglie facoltose ma
coinvolge tutti gli strati sociali fino al più umile che in quanto tale non ha
nessuna maniera di difendersi. Con il matrimonio deciso dalla famiglia, che
rispetta gli interessi e la volontà di una precisa gerarchia criminale, si
impedisce che i segreti e le vergogne di tutto il clan trapelino all’esterno
divenendo motivo di ricatto nell’ambiente criminale o scalfendo la fama della
famiglia che, in contraddizione con la realtà, appare sempre fulgida e tale
viene riferita come segno di rispetto dalle persone meno potenti nella
gerarchia criminale. La loro cultura incoraggia come elemento di disturbo
atteggiamenti molesti e la menzogna che è indispensabile per tutelare le loro
azioni criminali ma questa realtà è oscurata dal rispetto considerato proprio
in funzione della loro capacità di delinquere. La gestione degli accoppiamenti
degli individui in un dato territorio o in una data sfera di influenza serve a
gestire quel territorio o quel preciso ambito di affari, comprese le cariche
istituzionali. Il più potente, deciso per depravazione morale e per fama, è il
primo a decidere, anche se donna, e in questa maniera si misurano e si sfidano
le diverse ambizioni criminali. I clan decidono e si misurano per gli
accoppiamenti indipendentemente dalla volontà dei singoli individui. In base
agli accoppiamenti, che a causa dell’abuso delle libertà sessuali che impone la
modernità possono anche non coincidere con i matrimoni, si decidono anche le
assunzioni per i posti pubblici che consentono le raccomandazioni. Per
addestramento familiare acquisito fin dall'infanzia gli uomini devono
costantemente imporsi come partner sessuale e le donne devono difendersi
attraverso la propria famiglia. In questo modo appena si scontreranno con un
ostacolo superiore inizieranno le trattative prematrimoniali. Non si corteggia
mai la donna in ambiente criminale ma si corteggia la capacità militare della
famiglia alla quale appartiene. Tutti devono seguire le regole che la cultura
criminale impone e non sarà tollerata la tentazione della normale affettività
che presuppone una libera scelta sessuale. L’affettività sarà strumentalizzata
per i ricatti e le ritorsioni del caso ed in ogni caso vista come un onta per
l’intera comunità criminale. Sfruttando l’età dei primi amori gli individui
devono essere addestrati ad agire, anche sessualmente ed anche se di umili
condizioni sociali, per conto della loro famiglia per punire le famiglie più
deboli o le persone oneste. Anche se il corteggiamento inizia per una naturale
reciproca attrazione ed anche qualora le famiglie si aggirino per la stessa
sfera di affari e siano circa equipollenti, i giovani individui saranno prima
costretti a disprezzarsi e imparare le regole criminali e solo successivamente
ad unirsi per reciproco vantaggio. Le famiglie si dichiarano sempre contrarie
fino a quando non avranno ottenuto qualcosa in cambio del loro consenso e fino
a quando non avranno ottenuto che il loro pargolo, smarriti, abbiano imparato
ad agire nell’interesse della famiglia sempre pronta a garantire un sostegno
materiale quando quello si troverà costretto a scegliere tra la propria
incolumità e i propri sentimenti. “Non potevi essere da un'altra parte ieri?” è
il motivo scatenante uno stupro che deve essere taciuto pena ritorsioni
peggiori che sono motivate dal fatto che una donna al sud ammettendo uno stupro
ammette di aver commesso un errore. Quando arriva il giorno del matrimonio,
deciso sempre per tutelare la rispettabilità della famiglia, vengono
definitivamente decisi il ruolo che ognuno nella coppia dovrà recitare per
incarico dell’organizzazione e l’incarico che prevede un ambito di
responsabilità. In quell’occasione verranno anche decisi spostamenti di
capitale anche occultato, talvolta mascherato da colletta ma in ogni caso
strumentale al clan che lo gestirà anche dopo il matrimonio. La donna è la
vittima designata in una cultura che determina la necessità perpetua di trovare
un capro espiatorio per scansare le proprie colpe ed addossarle ad una persona
più debole. Per essere considerati adulti gli uomini della criminalità
organizzata devono aver imparato il maltrattamento e la denigrazione del ruolo
della donna nella società civile e la donna deve aver imparato a scansare le
sue responsabilità scegliendo capri espiatori tra le donne di famiglie militarmente
più deboli.
Etichette:
'ndrangheta,
criminalità,
delinquenza,
estorsione,
mafia,
organizzata,
pizzo
lunedì 7 settembre 2015
SOCIETA' CRIMINALE
Il culto del male che da sempre imperversa nel meridione
della penisola italiana è in grado di agglomerare tutti i difetti degli animi
umani e gli istinti criminali. La criminalità organizzata sviluppa molto più di
un istinto criminale motivato da una frustrazione emotiva costante o immediata.
La criminalità organizzata sviluppa la tendenza costante ad un atteggiamento
criminale motivata dal disprezzo per l’umanità e dal disprezzo perciò di se
stessi. E’ una verità ormai riconosciuta dalla filosofia orientale come dalle
teorie di Darwin che l’evoluzione avviene con la dispute del bene contro il
male, della vita contro la malattia. Questo avviene per ogni singolo individuo
ma avviene anche all’interno della società civile dove la criminalità
organizzata si sviluppa e costantemente tende ad assumere la forma di società
criminale. Si tratta il crimine di parassitismo degli individui sani e la
criminalità organizzata di parassitismo della sana società civile. Incrociamo
le teorie apocalittiche religiose dell’apocalisse della Bibbia quando
sosteniamo che prima o poi il male prevarrà sul bene. San Giovanni parla già
duemila anni fa della “Organizzazione del male” che dara la fine e forse un
nuovo inizio. Il crimine nasce dalla convinzione che l’individuo non può far
valere le sue ragioni con i mezzi del dialogo e della civiltà persino quando
questo crimine è motivato da una situazione impellente di pericolo di vita e
giustificato quindi dalla esigenza della legittima difesa che la società civile
giustifica ed assolve. Il principio della legittima difesa pone rimedio alla
sconfitta degli schemi di pubblica sicurezza durante le tre fasi di
prevenzione, controllo e contenimento del crimine. La criminalità organizzata
presuppone che l’individuo è perdente comunque con i sistemi della società
civile e tramandando questa convinzione tramanda se stessa alle nuove
generazioni e agglomera e strumentalizza gli istinti negativi di tutta l’umanità
con la quale viene in contatto. Indagando questa predisposizione i criminali
riescono meglio di chiunque a scoprire di chi si possono fidare e fino a che
punto, contrastando la naturale predisposizione umana al merito riescono invece
ad interagire ed infettare la società civile dentro la quale si nascondono e si
nutrono come parassiti imprevedibilmente ed a tutti i livelli.
Le regole per i criminali sono semplici e generalmente si
tramandano oralmente probabilmente fin dal principio dell’umanità. Attraverso
la regola ferrea e neanche pronunciata della prevaricazione riescono ad
inculcare valori opposti a quanto essi stessi con la propria voce dicono o con
le proprie mani scrivono. In questa maniera riescono a tramandare e ad
infettare più che una regola, una predisposizione psicologica, come perfetta
antitesi noi diciamo che una opera o un gesto valgono più di mille parole. La
prima regola pronunciata è “Preoccupati solo dei tuoi problemi” detto
generalmente in maniera volgare, questo pone la prevaricazione come qualcosa
che vale molto più di una regola esattamente come all’antitesi la religione
cristiana e un po’ tutte le religione positiviste pongono il buon agire come
predisposizione innata e la difendono contrastando l’idolatria. “Non avrai
altro Dio all’infuori di me” recita il primo comandamento delle tavole di Mosè.
La religione è la contrapposizione naturale della società criminale che sfida
l’innata predisposizione dell’uomo ad agire a fin di bene in maniera consona ai
principi morali, primo tra tutti il coraggio di difendere il valore delle
proprie azioni in maniera leale. Per questa ragione considero auspicabile un
maggiore peso dei valori morali nei governi nazionali e nelle organizzazioni
internazionali. La prima regola pronunciata pone l’egocentrismo criminale come
stile di vita, ne consegue che i criminali abituali sanno di non potersi fidare
gli uni degli altri altrimenti di un legame di complicità. Questo atteggiamento
viene inculcato fin dalla educazione familiare. I fratelli o i figli o le madri
o le sorelle vengono abituati al peccato e poi edotti del fatto che la sola
maniera di vivere considerato il peccato come normale condizione di vita sia la
salvaguardia delle apparenze contrarie, prima tra tutte la familiarità
consanguinea. La perdizione e la prostituzione morale sono l’infezione che
diffonde la criminalità organizzata. La società dell’odio non risparmia la vita
familiare dove si vive per abitudine di prevaricazione e preoccupati di
piccolezze materiali, l’ignoranza è la conseguenza immediata di una vita di
bugie e futilità. Un piccolo gesto di solidarietà o una piccola verità vengono
subito percepiti come una sfida alla società criminale e repressi in ogni modo.
Persino aver mancato l’occasione di reprimere un istinto positivo può essere
causa di piccole ritorsioni. Nessuno è padrone di se stesso ma ognuno è soggetto
di prevaricazione e vive la soggezione al male che esso stesso ha deciso. Per
questa ragione il pentimento alla giustizia o la redenzione sono sfide
difficili o impossibile che lasciano solo da deceduti ma non per questo meno
entusiasmanti. La gerarchia criminale è mutevole ma molto rigida e consente di
decidere in tutto e per tutto delle sorti di un individuo meno potente fino al
punto da manifestarsi come una sorta di trasfigurazione che consente di
decidere addirittura cosa l’individuo meno potente debba dire o abbia detto.
Questo rende il diritto di replica indispensabile sia a livello individuale che
per la comunicazione tramite i mass-media nella lotta e il contrasto alla
criminalità organizzata. Il secondo comandamento recita “Devi saperti regolare
dei tuoi limiti”. E’ un ulteriore chiarimento del fatto che chiunque sbaglia
con una persona più potente o tradisce pagherà la vendetta di tutta la società
criminale. Persino nella stessa famiglia una persona che non si sia voluta
assoggettare ad un criminale di reputazione superiore pagherà con la morte
perché i criminali abituali non vogliono problemi. Il terzo comandamento è
“Devi avere una famiglia” cioè devi saper salvaguardare le apparenze e
guadagnarti in ogni modo la complicità dei tuoi familiari. Il quarto
comandamento è “Devi avere una raccomandazione per trovare un posto di lavoro”
e serve a salvaguardare lo strapotere criminale nelle istituzioni. Il quinto
comandamento è “Devi farti degli amici” e cioè guadagnarti delle complicità
anche al di fuori della cerchia familiare per gestire i tuoi affari. Questo
degenera generalmente nelle lobby di potere della politica che in Italia e
forse in tutto il mondo possono essere considerate organizzazioni terroriste ed
hanno in questo paese compiuto diverse stragi. L’abitudine alla prevaricazione
al livello della politica degenera nel terrorismo. Il sesto e ultimo
comandamento è “Devi comportarti bene” vale a dire saper salvaguardare le
apparenze e agire in maniera vile facendosi scudo di falsi buoni propositi per
conseguire i propri lerci scopi. Questo comandamento rappresenta la sfida
morale alla società civile e alle autorità religiose. La loro ostinazione nel
male riesce ad ammutolire qualsiasi tentativo di critica.
La metafora più utile per spiegare la criminalità
organizzata e la sua iterazione con la società civile è quella dello specchio.
Da questa parte dello specchio c’è la società civile e dall’altra la sua
caricatura determinata dal presupposto della prevaricazione come negazione
della prima che viene in questa maniera parassitata. Una sottile linea poco al
di là dello specchio delimita l’immoralità e poi sette livelli: Il settore
agrario, il settore industriale, il settore commerciale, il livello
istituzionale e delle forze armate, il livello della politica, il livello
religioso e l’ultimo livello della bestialità fine a se stessa che si
contrappone alla solidarietà tra esseri umani. Le due società camminano parallele
su due scale affiancate che si scontrano sulla superficie della realtà.
Etichette:
'ndrangheta,
attentato,
camorra,
criminalità,
estorsione,
furto,
mafia,
mazzetta,
n'drangheta,
omicidio,
organizzata,
sacra corona unita,
tangente,
terrorismo
Iscriviti a:
Post (Atom)