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lunedì 19 ottobre 2015

L'INFEZIONE DELLO STATO E LE MALATTIE PSICHIATRICHE

La forte ingerenza del potere criminale scatenata dall’assenza di controllo sulla vita politica miete delle vittime ogni giorno nel paese causando una strage quotidiana che siamo abituati ad imputare all’errore umano e a perdonare. Questa strage deriva principalmente dalla immobilità degli organismi preposti al controllo e delle istituzioni in generale che sono paralizzate dall’ingerenza del potere criminale che si manifesta nel circuito delle raccomandazioni e impedisce all’intero apparato statale di muoversi a meno di un ordine sterno ad esso deciso impunemente contro gli interessi collettivi che può imporre un abuso come una azione omicida. Questo succede in Italia nel settore pubblico che finisce col fare gli interessi di pochi anziché esprimere le esigenze e le volontà popolari. Il settore più esposto alle critiche pubbliche è anche quello più drammaticamente pericoloso. Il settore della sanità al sud esprime tutto il disagio culturale etutti i problemi causati dalla cultura retrograda del meridione. La viltà impone di non contrariare la volontà dei potenti e di preferire la ritorsione bieca piuttosto della pretesa legittima delle proprie prerogative che consente la società civile. Il clima generale si manifesta in una inefficienza cronica della pubblica amministrazione che nel settore della sanità diventa un dramma. Non sono queste le uniche vittime della idolatria del potere, del sesso e del denaro in Italia ma sicuramente le più sentite perché uno stato che non si sa prendere cura della salute pubblica non ha ragione di esistere. La sanità è anche il settore che consente di nascondere più facilmente degli omicidi e i pentimenti all’interno dello staff medico sono rarissimi. I morti da dottore al meridione vengono talvolta imputati all’errore medico ma i morti giovani al sud rappresentano un dato statistico sempre più allarmante che dovrebbe indurre a creare una statistica separata rispetto al nord del paese. Per quieto vivere e per il desiderio di tranquillità scaturito da condizioni di vita difficili e stressanti spesso non si indaga eccessivamente sulle morti sospette evitando anche le conseguenze derivate da una curiosità legittima quando si ha davvero a che fare con l’incompetenza perché la curiosità legittima ti mette in contrasto con i gruppi di potere che hanno consentito l’assunzione ingiustificabile. Il settore della sanità al limite del controllo giuridico è quello delle malattie psichiatriche odiernamente gestite in strutture simili a comunità terapeutiche spesso definite casa famiglia con l’intento di dare una sistemazione adeguata a coloro i quali per un motivo o per un altro non possono avvalersi dell’appoggio dei familiari. Questo vale tanto per individui con spiccate tendenze autolesioniste quanto per persone anziane che non possono essere accudite in famiglia per esigenze economiche o miseramente per indisposizione personale dei familiari. I malati psichiatrici costituiscono un territorio limite tra quello legale e quello medico. Vivono in un diritto anomalo che non è riconosciuto dall’interesse statale e suscita quindi l’interesse di molte persone marginalmente connesse al campo che si possono affidare solo ai diritti del malato non sufficientemente redatti e avvalorati. Si fa affidamento in questo campo al buon cuore della gente che si trova sempre più raramente. Un malato psichiatrico dipende dalle decisioni dei propri familiari più stretti anche quando la malattia non è riconosciuta invalidante. Il malato dipende interamente dalle decisioni del medico che lo ha in cura che ne può decidere il trattamento farmaceutico come la libertà di deambulazione senza il preciso consenso personale. Questa approssimazione e mancanza di tutela rende i buoni intenti della medicina strumentalizzabili da malintenzionati con il potere della notorietà e dalla cattiveria della gente che nella cultura retrograda del meridione può essere la causa della malattia identificabile nell’ambiente più familiare della vittima senza che questa abbia la possibilità di difendersi dal danno subito se non c’è un interessamento terzo. Gli interessi economici delle cause farmaceutiche e la scarsa attenzione umana nei confronti del malato psichiatrico si traduce in un abuso del rimedio farmacologico. I farmaci psichiatrici hanno un effetto molto invasivo con conseguenze devastanti ed effetti collaterali che arrivano a causare la morte dell’individuo. Tutto questo considerato sarebbe opportuno prevederne l’uso solo ed esclusivamente nel caso di immediata necessità come si prevede ad esempio nel caso di un intervento di costrizione fisica e regolarne successivamente l’assunzione solo nella dose minima utile e per il periodo minimo necessario secondo il parere contestabile presso una commissione medica superiore con funzioni ispettive. L’erogazione di una ingente somma di fondi pubblici non corrisponde ad un adeguato attuale controllo ispettivo. Si rende necessaria la creazione della figura di un garante con potere decisionale immediato sia per il settore medico che una figura particolare apposita per il settore medico psichiatrico.

domenica 18 ottobre 2015

ANALISI REALE SUL SETTORE DEVIATO DELLO STATO

Quello che sta accadendo nelle forze dell’ordine è esattamente ciò a cui siamo perfettamente abituati nel meridione italiano. La verità al meridione non ha alcun valore mentre hanno valore le complicità criminali che legano gli individui tra di loro per una questione culturale che va indagata nel profondo. La cultura degenerata del meridione impone di perseguire la propria utilità con il sotterfugio e la prevaricazione prevedendo il minimo rischio possibile per la propria incolumità sia quando questa è minacciata da un'altra famiglia criminale sia quando è minacciata dalla giustizia. Proprio cercando la protezione e la complicità ad ogni livello istituzionale avviene l’infezione di questa mentalità criminale che presuppone la società umana e il singolo essere umano come elemento negativo sempre di intralcio all’autorealizzazione che può quindi avvenire solo con metodi criminali. I criminali cercano un posto nelle forze dell’ordine per imporre il proprio interesse personale e tutelare gli affari della propria famiglia a discapito degli altri, primi fra tutti a discapito delle persone oneste. Lo ottengono per mezzo della raccomandazione e in un circolo vizioso sabotando gli intenti delle persone oneste che senza appoggio criminale tentano di ottenere l’ambito posto di lavoro. Questo sabotaggio continua anche una volta assunti ed avviene meccanicamente attraverso metodiche ben precise tese ad affermare la loro cultura, in aperto contrasto con la società civile. La sfida dei criminali in Italia in ogni luogo è apertamente quella di dimostrare che la società umana e lo stato di diritto sono fallimentari e lo fanno affermandosi contro ogni logica parassitando l’impegno altrui, imponendosi in ogni modo e in ogni luogo come unica alternativa. Per loro lo stato è solo uno strumento di vessazione. Realmente non comprendono il valore della giustizia perché abituati per cultura ad ottenere ciò che vogliono contro ogni altra regola. Il risultato è il sabotaggio continuo del lavoro delle forze dell’ordine. Dobbiamo amaramente constatare che ormai è questa la posizione preponderante nello stato italiano che scivola velocemente verso l’anarchia assoluta. Le persone per bene in mezzo ad una disputa si limitano alla degenerazione culturale del farsi i fatti propri, il principio essenziale della mentalità criminale, perché tutti sono colpevoli di qualcosa se divengono oggetto di discriminazione. La discriminazione in un ambiente malato viene pagata dalle persone virtuose che diventano vittima di critica e di persecuzione proprio per dimostrargli che il male è l’unica soluzione e renderli succubi della società criminale che si articola ormai ad ogni rango sociale. La maggiore difficoltà per ostacolare questo colpo di stato è dovuta ai complici altolocati insospettabili di questa logica perversa ed alla accentuata ramificazione all’interno dello stato che ci rende bersaglio di ogni tipo di pericolo ad iniziare dal pericolo dell’inefficacia totale dei mezzi di prevenzione conto il pericolo terrorista che gli altri stati occidentali hanno mentre noi non riusciamo ad identificare i terroristi dopo decine di anni dagli attentati. Siamo in balia del terrorismo politico che si afferma attraverso le lobbie di potere senza più la necessità di colpire in maniera eclatante sul territorio nazionale. Da tempo la politica nazionale ha firmato la resa ai metodi criminali di assegnazione dei posti di lavoro, anche di quelli indispensabili ed urgenti come i funzionari di pubblica sicurezza. Nascondendosi facilmente dietro l’immagine ovviamente positiva del funzionario dell’ordine pubblico ottengono lo scopo di colpire i loro bersagli semplicemente diffamandoli o di coprire il loro complici esterni semplicemente informandoli per tempo dei pericoli ma soprattutto ottengono lo scopo di sfiduciare i cittadini nelle istituzioni facendoli rassegnare all’orribile dittatura del male che non ha bisogno di emissari in vista ma più facilmente si nasconde all’ombra delle personalità di spicco per la viltà spirituale che contraddistingue la loro cultura degenerata. Questo paese ha perso la fede nell’uomo. La prima è più urgente riforma da effettuare per prevenire le infiltrazioni criminali è quella delle forze dell’ordine. Nascondere questa realtà è una grossa complicità criminale motivata dalla vigliaccheria.

venerdì 16 ottobre 2015

IL MATRIMONIO COMBINATO NELLA CULTURA CRIMINALE

Il matrimonio combinato nella cultura criminale non ha il semplice intento del reciproco vantaggio economico ma bensì un preciso scopo educativo. Per questa ragione non riguarda le sole famiglie facoltose ma coinvolge tutti gli strati sociali fino al più umile che in quanto tale non ha nessuna maniera di difendersi. Con il matrimonio deciso dalla famiglia, che rispetta gli interessi e la volontà di una precisa gerarchia criminale, si impedisce che i segreti e le vergogne di tutto il clan trapelino all’esterno divenendo motivo di ricatto nell’ambiente criminale o scalfendo la fama della famiglia che, in contraddizione con la realtà, appare sempre fulgida e tale viene riferita come segno di rispetto dalle persone meno potenti nella gerarchia criminale. La loro cultura incoraggia come elemento di disturbo atteggiamenti molesti e la menzogna che è indispensabile per tutelare le loro azioni criminali ma questa realtà è oscurata dal rispetto considerato proprio in funzione della loro capacità di delinquere. La gestione degli accoppiamenti degli individui in un dato territorio o in una data sfera di influenza serve a gestire quel territorio o quel preciso ambito di affari, comprese le cariche istituzionali. Il più potente, deciso per depravazione morale e per fama, è il primo a decidere, anche se donna, e in questa maniera si misurano e si sfidano le diverse ambizioni criminali. I clan decidono e si misurano per gli accoppiamenti indipendentemente dalla volontà dei singoli individui. In base agli accoppiamenti, che a causa dell’abuso delle libertà sessuali che impone la modernità possono anche non coincidere con i matrimoni, si decidono anche le assunzioni per i posti pubblici che consentono le raccomandazioni. Per addestramento familiare acquisito fin dall'infanzia gli uomini devono costantemente imporsi come partner sessuale e le donne devono difendersi attraverso la propria famiglia. In questo modo appena si scontreranno con un ostacolo superiore inizieranno le trattative prematrimoniali. Non si corteggia mai la donna in ambiente criminale ma si corteggia la capacità militare della famiglia alla quale appartiene. Tutti devono seguire le regole che la cultura criminale impone e non sarà tollerata la tentazione della normale affettività che presuppone una libera scelta sessuale. L’affettività sarà strumentalizzata per i ricatti e le ritorsioni del caso ed in ogni caso vista come un onta per l’intera comunità criminale. Sfruttando l’età dei primi amori gli individui devono essere addestrati ad agire, anche sessualmente ed anche se di umili condizioni sociali, per conto della loro famiglia per punire le famiglie più deboli o le persone oneste. Anche se il corteggiamento inizia per una naturale reciproca attrazione ed anche qualora le famiglie si aggirino per la stessa sfera di affari e siano circa equipollenti, i giovani individui saranno prima costretti a disprezzarsi e imparare le regole criminali e solo successivamente ad unirsi per reciproco vantaggio. Le famiglie si dichiarano sempre contrarie fino a quando non avranno ottenuto qualcosa in cambio del loro consenso e fino a quando non avranno ottenuto che il loro pargolo, smarriti, abbiano imparato ad agire nell’interesse della famiglia sempre pronta a garantire un sostegno materiale quando quello si troverà costretto a scegliere tra la propria incolumità e i propri sentimenti. “Non potevi essere da un'altra parte ieri?” è il motivo scatenante uno stupro che deve essere taciuto pena ritorsioni peggiori che sono motivate dal fatto che una donna al sud ammettendo uno stupro ammette di aver commesso un errore. Quando arriva il giorno del matrimonio, deciso sempre per tutelare la rispettabilità della famiglia, vengono definitivamente decisi il ruolo che ognuno nella coppia dovrà recitare per incarico dell’organizzazione e l’incarico che prevede un ambito di responsabilità. In quell’occasione verranno anche decisi spostamenti di capitale anche occultato, talvolta mascherato da colletta ma in ogni caso strumentale al clan che lo gestirà anche dopo il matrimonio. La donna è la vittima designata in una cultura che determina la necessità perpetua di trovare un capro espiatorio per scansare le proprie colpe ed addossarle ad una persona più debole. Per essere considerati adulti gli uomini della criminalità organizzata devono aver imparato il maltrattamento e la denigrazione del ruolo della donna nella società civile e la donna deve aver imparato a scansare le sue responsabilità scegliendo capri espiatori tra le donne di famiglie militarmente più deboli.

lunedì 7 settembre 2015

SOCIETA' CRIMINALE

Il culto del male che da sempre imperversa nel meridione della penisola italiana è in grado di agglomerare tutti i difetti degli animi umani e gli istinti criminali. La criminalità organizzata sviluppa molto più di un istinto criminale motivato da una frustrazione emotiva costante o immediata. La criminalità organizzata sviluppa la tendenza costante ad un atteggiamento criminale motivata dal disprezzo per l’umanità e dal disprezzo perciò di se stessi. E’ una verità ormai riconosciuta dalla filosofia orientale come dalle teorie di Darwin che l’evoluzione avviene con la dispute del bene contro il male, della vita contro la malattia. Questo avviene per ogni singolo individuo ma avviene anche all’interno della società civile dove la criminalità organizzata si sviluppa e costantemente tende ad assumere la forma di società criminale. Si tratta il crimine di parassitismo degli individui sani e la criminalità organizzata di parassitismo della sana società civile. Incrociamo le teorie apocalittiche religiose dell’apocalisse della Bibbia quando sosteniamo che prima o poi il male prevarrà sul bene. San Giovanni parla già duemila anni fa della “Organizzazione del male” che dara la fine e forse un nuovo inizio. Il crimine nasce dalla convinzione che l’individuo non può far valere le sue ragioni con i mezzi del dialogo e della civiltà persino quando questo crimine è motivato da una situazione impellente di pericolo di vita e giustificato quindi dalla esigenza della legittima difesa che la società civile giustifica ed assolve. Il principio della legittima difesa pone rimedio alla sconfitta degli schemi di pubblica sicurezza durante le tre fasi di prevenzione, controllo e contenimento del crimine. La criminalità organizzata presuppone che l’individuo è perdente comunque con i sistemi della società civile e tramandando questa convinzione tramanda se stessa alle nuove generazioni e agglomera e strumentalizza gli istinti negativi di tutta l’umanità con la quale viene in contatto. Indagando questa predisposizione i criminali riescono meglio di chiunque a scoprire di chi si possono fidare e fino a che punto, contrastando la naturale predisposizione umana al merito riescono invece ad interagire ed infettare la società civile dentro la quale si nascondono e si nutrono come parassiti imprevedibilmente ed a tutti i livelli.
Le regole per i criminali sono semplici e generalmente si tramandano oralmente probabilmente fin dal principio dell’umanità. Attraverso la regola ferrea e neanche pronunciata della prevaricazione riescono ad inculcare valori opposti a quanto essi stessi con la propria voce dicono o con le proprie mani scrivono. In questa maniera riescono a tramandare e ad infettare più che una regola, una predisposizione psicologica, come perfetta antitesi noi diciamo che una opera o un gesto valgono più di mille parole. La prima regola pronunciata è “Preoccupati solo dei tuoi problemi” detto generalmente in maniera volgare, questo pone la prevaricazione come qualcosa che vale molto più di una regola esattamente come all’antitesi la religione cristiana e un po’ tutte le religione positiviste pongono il buon agire come predisposizione innata e la difendono contrastando l’idolatria. “Non avrai altro Dio all’infuori di me” recita il primo comandamento delle tavole di Mosè. La religione è la contrapposizione naturale della società criminale che sfida l’innata predisposizione dell’uomo ad agire a fin di bene in maniera consona ai principi morali, primo tra tutti il coraggio di difendere il valore delle proprie azioni in maniera leale. Per questa ragione considero auspicabile un maggiore peso dei valori morali nei governi nazionali e nelle organizzazioni internazionali. La prima regola pronunciata pone l’egocentrismo criminale come stile di vita, ne consegue che i criminali abituali sanno di non potersi fidare gli uni degli altri altrimenti di un legame di complicità. Questo atteggiamento viene inculcato fin dalla educazione familiare. I fratelli o i figli o le madri o le sorelle vengono abituati al peccato e poi edotti del fatto che la sola maniera di vivere considerato il peccato come normale condizione di vita sia la salvaguardia delle apparenze contrarie, prima tra tutte la familiarità consanguinea. La perdizione e la prostituzione morale sono l’infezione che diffonde la criminalità organizzata. La società dell’odio non risparmia la vita familiare dove si vive per abitudine di prevaricazione e preoccupati di piccolezze materiali, l’ignoranza è la conseguenza immediata di una vita di bugie e futilità. Un piccolo gesto di solidarietà o una piccola verità vengono subito percepiti come una sfida alla società criminale e repressi in ogni modo. Persino aver mancato l’occasione di reprimere un istinto positivo può essere causa di piccole ritorsioni. Nessuno è padrone di se stesso ma ognuno è soggetto di prevaricazione e vive la soggezione al male che esso stesso ha deciso. Per questa ragione il pentimento alla giustizia o la redenzione sono sfide difficili o impossibile che lasciano solo da deceduti ma non per questo meno entusiasmanti. La gerarchia criminale è mutevole ma molto rigida e consente di decidere in tutto e per tutto delle sorti di un individuo meno potente fino al punto da manifestarsi come una sorta di trasfigurazione che consente di decidere addirittura cosa l’individuo meno potente debba dire o abbia detto. Questo rende il diritto di replica indispensabile sia a livello individuale che per la comunicazione tramite i mass-media nella lotta e il contrasto alla criminalità organizzata. Il secondo comandamento recita “Devi saperti regolare dei tuoi limiti”. E’ un ulteriore chiarimento del fatto che chiunque sbaglia con una persona più potente o tradisce pagherà la vendetta di tutta la società criminale. Persino nella stessa famiglia una persona che non si sia voluta assoggettare ad un criminale di reputazione superiore pagherà con la morte perché i criminali abituali non vogliono problemi. Il terzo comandamento è “Devi avere una famiglia” cioè devi saper salvaguardare le apparenze e guadagnarti in ogni modo la complicità dei tuoi familiari. Il quarto comandamento è “Devi avere una raccomandazione per trovare un posto di lavoro” e serve a salvaguardare lo strapotere criminale nelle istituzioni. Il quinto comandamento è “Devi farti degli amici” e cioè guadagnarti delle complicità anche al di fuori della cerchia familiare per gestire i tuoi affari. Questo degenera generalmente nelle lobby di potere della politica che in Italia e forse in tutto il mondo possono essere considerate organizzazioni terroriste ed hanno in questo paese compiuto diverse stragi. L’abitudine alla prevaricazione al livello della politica degenera nel terrorismo. Il sesto e ultimo comandamento è “Devi comportarti bene” vale a dire saper salvaguardare le apparenze e agire in maniera vile facendosi scudo di falsi buoni propositi per conseguire i propri lerci scopi. Questo comandamento rappresenta la sfida morale alla società civile e alle autorità religiose. La loro ostinazione nel male riesce ad ammutolire qualsiasi tentativo di critica.

La metafora più utile per spiegare la criminalità organizzata e la sua iterazione con la società civile è quella dello specchio. Da questa parte dello specchio c’è la società civile e dall’altra la sua caricatura determinata dal presupposto della prevaricazione come negazione della prima che viene in questa maniera parassitata. Una sottile linea poco al di là dello specchio delimita l’immoralità e poi sette livelli: Il settore agrario, il settore industriale, il settore commerciale, il livello istituzionale e delle forze armate, il livello della politica, il livello religioso e l’ultimo livello della bestialità fine a se stessa che si contrappone alla solidarietà tra esseri umani. Le due società camminano parallele su due scale affiancate che si scontrano sulla superficie della realtà.