La questione culturale imposta dalla organizzazione della
criminalità pone un problema più grave della azione criminale in se stessa.
Delinquere non viene visto come un errore ma come l’unica via di sopravvivenza
in un ambiente che non premia minimamente l’onestà né il buon senso anzi li
perseguita entrambi come fattori negativi. La cultura criminale determina un
secondo passo indietro rispetto alla criminalità motivata da una semplice
necessità materiale imminente oppure da una educazione socialmente negativa.
Entrambi questi fattori sono però condizioni fertili di corruzione da parte
della criminalità organizzata. Si può sostenere che in Italia non esiste
criminalità diversa da quella organizzata. Mentre altrove la società civile
riesce ad effettuare misure di prevenzione e contenimento della delinquenza
agendo sul singolo caso, in questo paese la società civile non ha il controllo
del territorio pari a quello che la criminalità organizzata esercita con i suoi
mezzi di persuasione e di prevaricazione. Mentre può accadere un crimine senza
che vengano scovati i colpevoli, al contrario difficilmente i clan e le cosche
che controllano un territorio non sanno cosa succede e per mano di chi. La
criminalità organizzata esercita un controllo capillare sul territorio in
contrasto alla società civile italiana che ormai a malapena riesce ad
effettuare azioni di contenimento del crimine tanto radicata e infettiva è la
cultura criminale su tutto il territorio nazionale. Bisogna porre particolare
attenzione all’opinione diffusa che la società sia irrimediabilmente marcia
perché questo pone nelle condizioni psicologiche di malessere che diventano
facilmente terreno fertile per la corruzione morale del singolo individuo a
qualsiasi livello della sua crescita sociale personale. Probabilmente in questo
territorio è vero che un singolo individuo mai nel corso della vita abbia avuto
a che fare con la società civile sana che per forza di cose vive arroccata in
circoli chiusi generalmente consapevoli del fatto che le istituzioni e la
politica sono marce nel loro profondo essere ma non bisogna mai dimenticare che
le molteplici realtà negative vivono necessariamente a ridosso delle realtà
produttive che è sempre più facile definire resistenti. Per fare quei due passi
avanti che ci portano a venire a contatto con la comunità civile nazionale e
internazionale è importante ormai prendere posizioni aperte contro la cultura
criminale ed offrire la possibilità di aggregazione a chiunque lo voglia. La
questione particolarmente difficile è soppiantare la politica criminale del
clientelarismo assieme al luogo comune che la genera e la sorregge. E’
indispensabile per il recupero del paese creare una cerchia sana della politica
che parta dal presupposto del contrasto alla criminalità organizzata e ad ogni
forma di corruzione e promuova i mezzi necessari a determinarlo.
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