Lo stupro è un problema che riguarda l’intera società civile
e non esclusivamente la donna perché il rapporto tra sessi ha un ruolo
fondamentale nella spinta evolutiva di tutti gli esseri viventi. Questa verità
naturale conferisce alla donna un ruolo chiave nella società civile che paga il
suo prezzo pesantemente quando la donna vittima di violenza influenza
negativamente l’ambiente in cui vive ad iniziare dall’ambiente familiare e
concludendo con l’ambiente professionale del quale la donna ha sempre fatto
parte integrante e dove solo oggi vede il suo ruolo per una esigenza
organizzativa proporzionale alla crescente individualità dei singoli nella
collettività. La donna vittima di violenza che non vede soddisfatta l’offesa
subita dalla giustizia sviluppa un carattere socialmente negativo che tramanda
alla prole e sarà peggiore in proporzione alle costrizioni al silenzio imposte.
I criminali meridionali conoscono bene questo effetto e ne strumentalizzano le
conseguenze facendo diventare lo stupro una forma disumana di diseducazione. La
donna o l’uomo vittime di imposizione sessuale stroncheranno le loro ambizioni
sociali che naturalmente determina la selezione sessuale. La libera scelta
sessuale pone la differenza tra l’uomo e le bestie in schiavitù e rappresenta
ancora il segno della civiltà che stenta ad arrivare in ogni parte del mondo. L’uomo
virtuoso di fronte alle conseguenze psicologicamente distruttive dello stupro
che manifesta la vittima subirà esso stesso un danno morale che si ripercuote
nella sua vita affettiva e professionale come ulteriore segnale di allarme che
avverte della necessità sociale ed umana urgente di porre rimedio ad una piaga
di ingenti conseguenze e di crescente diffusione a causa degli stimoli negativi
dell’imposizione del libertinaggio sessuale e della carenza di modelli
positivi. Succede ad esempio al partner della vittima che generalmente non si
considera soddisfatto neanche quando il crimine è riconosciuto e perseguito
dalla legge. Nella donna non doverosamente supportata dalla società civile le
conseguenze psicologiche dello stupro degenerano fino al lesbismo e all’odio
per l’altro sesso. D'altronde il carattere dello stupratore dimostra una
omosessualità latente e un profondo senso dell’odio: la frustrazione sessuale
di un carattere socialmente negativo li spinge ad odiare l’umanità stessa e
quindi i suoi comportamenti naturali. L’omosessualità palesa pure l’intenzione
distruttiva per il genere umano. La violenza sessuale è un problema antico
quanto il male e probabilmente lo incarna fino ad identificarlo. Perfino nelle
regole antiquate imposte da Mosè alle tribù ebraiche lo stupro veniva
contrapposto ad un comportamento sano ancora tramandato dalla bibbia, misconosciuto
da molti cristiani nella misura della loro fede, ed era prevista la morte come
punizione in alternativa alla responsabilità matrimoniale quando la donna aveva
pochi diritti oltre a quelli del bestiame. Da allora sono stati fatti
pochissimi e recentissimi passi avanti per riconoscere la dignità dell’individuo
nei rapporti sessuali ma troppi passi indietro nelle abitudini sessuali della
popolazione occidentale da imputarsi probabilmente alle icone del consumismo
sfrenato che impone l’abuso delle libertà conquistate dal progresso sociale e l’irresponsabilità
collettiva. Un considerevole ulteriore progresso potrebbe essere costituito
dalla possibilità da parte della donna di riconoscere il proprio stupratore in
tribunale una volta accertato il rapporto sessuale da parte del professionista
medico o riconosciuto dal criminale stesso in tribunale. Oggi invece la donna
vittima di stupro al contrario della vittima di ogni altro reato si trova, già
difficilmente denunciato il crimine, di fronte a molte altre difficoltà che
alcune donne paragonano ad un ennesimo stupro da parte dell’autorità che
necessita di provare oltre al fatto la dimostrata contrarietà della donna con
grande invasività medica ed investigativa. L’ importanza e la diffusione del
crimine giustificano invece un impegno più efficace a costo di prevedere
qualche errore giudiziario comunque inevitabile a danno di uomini ingiustamente
accusati che, dopo tanti anni di esperienza opposta, si potrebbero così
responsabilizzare sulla loro scelta sessuale e sul loro atteggiamento sessuale.
Questo progresso potrebbe però oggi essere determinato solo da una profonda
rivoluzione sociale che riconosce il problema collettivo e l’esigenza immediata
di porvi rimedio creando delle garanzie sul diritto di libera scelta sessuale.
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