Il
giornalismo ha un ruolo di vitale importanza nella vita democratica. Attraverso
il giornalismo il singolo cittadino ha la possibilità di informarsi di tutto
ciò che gli succede attorno e quindi l’unica possibilità di difendersi dai
pericoli esterni e prendere autonomamente le proprie decisioni. In Italia il
giornalismo vive un epoca buia perché soggetto agli stessi vili giochi di
potere della politica. Questo rende indispensabile la lotta per l’autonomia del
giornalista della politica e la libertà di stampa. I giornalisti di scuderia
politica arrivano a confondere la lotta per la libertà di stampa con la loro
necessità di poter impunemente usare la carta stampata per colpire i loro
bersagli. Un controllo etico di tutti i giornalisti risulta impossibile mentre
è sicuramente più semplice ed efficace garantire la facoltà di replica a tutte
le persone oggetto di informazione anche dove queste persone non fossero
soggette ad un interesse economico particolare che fa capo ad un gruppo di
potere, eventualità drasticamente rara. Il giornalismo italiano risulta oggi
soggetto alle stesse regole di omertà del ghetto siciliano dove non tutti hanno
la possibilità di difendersi dagli interessi del potente di turno per far
valere le proprie opinioni e questo è di drammatica importanza. Se il singolo
individuo sa appoggiarsi a un clan o a una persona potente può far valere le
proprie posizioni sempre presupposte la regola criminale di sapersi
accontentare di non colpire una persona più potente altrimenti è soggetto al volere
altrui che può anche consistere in dichiarazioni fasulle. La libertà di stampa
consente un interesse imprenditoriale oltreché etico nella ricerca di tutte le
versioni dei fatti. La lotta per la libertà di stampa è anche la lotta contro
la criminalità organizzata. Oggi in Italia non esiste stampa libera ma si
ripercuote negativamente sulla carta stampata il gioco di potere delle lobby.
Si attuano gli stessi schemi e gli stessi metodi della politica criminale che
si fa avanti a suon di raccomandazioni. Non c’è la necessità di stabilire la
notizia quanto la necessità di tener dietro ai giochi di potere delle lobby
sapendo quale è il soggetto da colpire e quale invece il soggetto da tutelare
perché fa parte del proprio gruppo di potere o saper discernere chi non si può
colpire perché avvezzo a questi schemi da chi invece, individuo di interesse
pubblico, non deve essere agevolato perché in contrasto con queste regole
criminali. Praticamente il giornalista fa censura delle notizie con le quali
viene a contatto e attua il contrario del proprio dovere quando non cerca la
notizia ma offre degli spazi di propaganda, generalmente propaganda politica.
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