La Pubblica sicurezza è la funzione punitiva dello stato
costituito. Questa funzione era svolta dall’milizia armata fino al medioevo in
gran parte dell’occidente e fino al diciannovesimo secolo in Italia dove
conserva a tutt’oggi il carattere fortemente piramidale della gerarchia
militare che la rende particolarmente adatta al controllo del territorio nel
contenimento dei disordini popolari nonostante la successiva specializzazione
delle diverse forze dell’ordine. Fin dall’antichità la pubblica sicurezza è
gestita tramite ordini scritti a meno di impellenze che rendono necessarie
decisioni urgenti del governo del caso. Quando il governo assume la forma di
monarchia costituzionale o di repubblica la discussione legislativa diventa
indispensabile. In particolari stati di allarme proclamati dal parlamento anche
la democrazia parlamentare moderna prevede l’assunzione da parte del capo dello
stato di potere decisionale diretto. Il modello anglosassone della pubblica
sicurezza prevede fin dal medioevo un garante territoriale che prende il nome
di sceriffo e tutt’oggi viene affiancato da autorità di competenza nazionale
nella trasposizione statunitense. Il modello francese invece è caratterizzato
da una maggiore autonomia di indagine dei singoli coordinatori mantenendo una
maggiore autonomia decisionale e conseguente libertà di scelta e velocità di
movimento sul territorio durante le indagini con l’ennesimo vantaggio di creare
un accesa competitività tra quei nuclei che possiamo paragonare ad una cellula
investigativa di composizione interforze in Italia. La particolarità invece
della pubblica sicurezza italiana è la specializzazione consecutiva delle forze
dell’ordine che conservano spiccato carattere militare fino alla definizione
definitiva della Polizia di Stato negli anni settanta con la collaborazione
degli Stati Uniti d’America. La specializzazione è oggi la tendenza della
pubblica sicurezza in tutto il mondo seguendo una spinta evolutiva che
trasforma gradualmente ogni campo lavorativo. In Italia si traduce in un
intervento più massiccio e veloce sulle singole situazioni di carattere urgente
ma il forte centralismo implica un impiego di forze e di mezzi maggiore che,
non adeguatamente sincronico e concertato risulta dispersivo se non organizzato
per cellule straordinarie interforze. Il centralismo implica burocrazia e
lentezza anche quando l’esigenza prevede di coinvolgere diverse forze armate
diversamente o simultaneamente competenti. Le diverse forze armate con compiti
di pubblica sicurezza, comprese le polizie locali, garantiscono una presenza
capillare sul territorio nazionale che non viene del tutto sfruttata perla
prevenzione del crimine ed il contrasto dei crimini minori che in Italia
soprattutto meridionale sono una piaga dilagante che nasconde la presenza più
pericolosa della criminalità organizzata che li incentiva. Oggi si deve parlare
di prevenzione del crimine per una maggiore diffusione della cultura della
legalità ed insinuazione specializzata nella società civile. La prevenzione non
consiste esclusivamente nella capacità di saper prevedere dove un dato
criminale può agire o un dato crimine può verificarsi, ma nel saper leggere le
informazioni giudiziarie e statistiche per oltrepassare il confine della
funzione punitiva e di controllo e intervenire in una azione informativa e di
dialogo competente e specializzata che raggiunge l’utente personificazione del
probabile soggetto professionale o dell’obiettivo civile vittima di un dati
crimine. La prevenzione del crimine si avvale anche dei mezzi di pubblica
informazione quando il pericolo è costituito da un criminale o da un gruppo di
criminali determinato e parzialmente o totalmente identificabile. La milizia
del Regno di Italia appena costituito agiva su ordine diretto del re e lo
informava dei risultati e delle problematiche sul territorio per determinare
l’evenienza di informare la popolazione di un pericolo già corso o imminente
determinato da un soggetto o da un gruppo definito. Oggi le forze dell’ordine
concorrono con la funzione legislativa nella definizione dei problemi e degli
ostacoli a risolverli scontrandosi a volte con la resistenza culturale della
popolazione contraria alla invasività dei sistemi di controllo del territorio.
Il re faceva conto sull’impegno civico della popolazione a lui soggetta
all’atto di contrastare il crimine o i criminali abituali come oggi con la
differenza di una maggiore affidabilità delle forze dell’ordine per contrastare
i pericoli più velocemente avvalendosi di una maggiore specializzazione e di
mezzi tecnici del diritto più efficienti che rendono la necessità dell’intervento
diretto della popolazione improbabile. L’effetto collaterale di questo
disimpegno civico nella tutela del proprio ambiente di vita si misura in uno
scarso senso civico dovuto a una cattiva educazione civica e fomentato
dall’individualismo irrazionale che degenera nell’ostilità alla società civile
e alla pubblica sicurezza che essa rappresenta nello svolgimento delle sue
mansioni con una scarsa comunicatività con le autorità a proposito della situazione
circostante l’individuo. Siamo forse semplicemente vittime del degrado della
democrazia occidentale come sistema di governo che cede il passo all’azione
distruttiva del tempo.
La prevenzione consiste nella cautela e nelle disposizioni
adatte a raggiungere un dato obiettivo con il minore impiego di tempo,
materiali e risorse e con il minore danno umano possibile.
Questa definizione vale nel caso di un obiettivo bene identificato come nel caso di un obiettivo generico quale può essere il normale svolgimento delle attività umane nella società civile.
Questa definizione vale nel caso di un obiettivo bene identificato come nel caso di un obiettivo generico quale può essere il normale svolgimento delle attività umane nella società civile.
La pubblica sicurezza oggi è in
grado di svolgere mansioni di prevenzione, controllo e contenimento. L’azione
di prevenzione del crimine si divide in quattro momenti particolari. L’azione
legislativa indirizza l’intera società civile, che in condizioni di democrazia
la determina, con dei provvedimenti di indirizzo teorico, con dei provvedimenti
deterrenti determinati dalla sanzione pecuniaria e dalla pena detentiva, con
provvedimenti di indirizzo pratico alla funzione vera e propria di pubblica
sicurezza tramite decreti ministeriali o lo stanziamento di fondi pubblici
sempre soggetti ai principi costituzionali e ormai alle norme europee e al
diritto internazionale che si vanno via via configurando.L’attività investigativa e l’attività
operativa e l’attività statistica sono prettamente di competenza delle forze
dell’ordine e sono momenti in continua evoluzione per tenere il passo con il
crimine dilagante che in Italia assume proporzioni devastanti delle quali ogni
italiano è responsabile per il resto del mondo. Mentre gli standard minimi
delle forze dell’ordine sono in via definitiva stabiliti dal livello culturale
medio della popolazione nazionale, con lievi differenze tra il settentrione e
il meridione, le esigenze pratiche prospettano degli scenari sempre nuovi e
delle difficoltà crescenti che impongono una crescita professionale costante
soprattutto nei dipartimenti specializzati che avviene anche grazie alle nuove
esigenze di collaborazione internazionale. La specializzazione successiva delle
forze dell’ordine ha determinato dei dipartimenti investigativi ed operativi
che di fatto assumono rilevanza rispetto alla generica mansione di pubblica
sicurezza e questo impone delle qualifiche di riservatezza diversa ed una
azione di valutazione diversa rispetto al generico individuo impiegato in pubblica sicurezza ma
al momento il legislatore fatica ad operare delle modifiche adeguate ed
ordinate al passo con i tempi, senza contare che la situazione politica
italiana di fatto ostacola la gestione
dell’ordine pubblico imponendo delle posizioni giuridiche super partes che
tutelano l’immunità dell’uomo politico ma non la sua libertà di espressione venendo
meno in tale maniera ai principi comuni e a discapito dell’azione di controllo
della giustizia nonostante sia apertamente riconosciuto l’inquinamento politico
da parte della criminalità organizzata.
L’azione investigativa è mirata a
inseguire gli autori di un crimine già avvenuto o in corso secondo le
informazioni di contrasto della popolazione civile che avvengono per esposto
querela, querela o segnalazione o a seguito dell’attività di pattuglia e
controllo continuo. In questa azione si manifesta tutta l’abilità del singolo e
la capacità di coordinamento del suo dipartimento nel saper individuare i
soggetti pericolosi o colpevoli sulla base di incorsi precedenti con le forze
dell’ordine e saperne individuare la locazione sulla base delle frequentazioni
conosciute, delle abitudini conosciute o di altri scenari possibili
individuabili anche per soggetto criminale non ancora conosciuto. L’azione
investigativa è la base della prevenzione che conta soprattutto sulla
competenza personale e l’esperienza in campo per saper indirizzare quanto più
velocemente possibile l’azione operativa. Molto conta anche l’esperienza del
dipartimento storicamente acquisita e quindi anche la memoria informativa. L’azione
operativa si distingue nella capacità di saper prevedere un’azione criminale
per grado di pericolo, importante per una qualifica di urgenza, luogo e tempo
in base alle informazioni generali acquisite e alla importante esperienza
personale degli uomini sul campo, che rende necessario un determinato margine
di libertà di azione sul territorio, per coordinare le attività di
pattugliamento e controllo del territorio
da svolgere in maniera continua e nella capacità di ingaggiare velocemente un
criminale ricercato e di saperlo catturare con il minimo rischio per il
personale in forza e la popolazione civile. Purtroppo si pone oggi l’incredibile
problema della autosufficienza di trasporto delle forze di polizia contro ogni
criterio di buon senso e utilità pubblica a causa della limitazione delle
risorse da parte della politica alla pubblica sicurezza quasi a consegnare il
territorio nazionale ad altre autorità illegittime. L’azione investigativa e l’azione
operativa possono anche avvenire per opera degli stessi individui e raccolgono
le informazioni che indirizzano l’azione legislativa in uno sforzo continuo
come il tatto raccoglie le informazioni per il cervello che decide i movimenti
della mano. Dobbiamo a malincuore criticamente rilevare che questo processo continuo è falsato e
interrotto da una certa politica che si accontenta di uno sfarzo di immagine
per conseguire un risultato facile senza determinare variazioni sul territorio
e così agisce negativamente sul territorio molte volte per evitare le proprie
responsabilità criminali. Questa politica che vive dell’istante successivo ormai
indipendente da ogni ideologia è già di per se stessa per propria natura
criminale e per questo destabilizzante. Se la mente non sta bene, il corpo
manifesta malattia. La Calabria è oggi per tutto il contesto occidentale il
territorio di limite del confronto con la criminalità dove si misurano le
conquiste moderne della società civile e si devono preparare i progressi futuri
sulla base degli scontri odierni. La criminalità organizzata del meridione
italiano diramata per ordine di parentela è in grado di penetrare nella vita
privata dell’individuo e compierne quindi la corruzione morale esattamente come
un familiare riesce ad indagare l’intimità del tuo animo per cogliere gli stati
di malessere. L’autorità della criminalità organizzata nel meridione italiano
si fonda sulla capacità, dovuta alla presenza sul territorio radicata nel tempo
e al tempo e all’intenzione di delinquere, di informarsi capillarmente sul
territorio anche delle predisposizioni personali del singolo individuo per
mezzo dei familiari più prossimi spesso complici ma altre volte rassegnati allo
strapotere del depravato morale imitato come unico modello vincente possibile.
La criminalità organizzata ricerca e fonda i legami di complicità che la
rendono impenetrabile sulla profonda corruzione morale dell’individuo da
plagiare e in seguito schiavizzare e ricattare per i suoi vizi personali
coltivati come si coltivano gli ortaggi per trarne profitto. Ormai in tutto
l’occidente la lascivia morale, tanto utile alle logiche del consumismo senza
morale, è ideologicamente vincente sui valori positivi e sui modelli positivi.
Questo rende difficoltoso e addirittura opinabile identificare un comportamento
molesto o dannoso anche quando questo deforma irreversibilmente l’atteggiamento
dell’individuo. L’unico arbitro della legge stenta quando applicata a
distinguere la vittima come nel caso disastrosamente comune dello stupro e
ancora peggio accade per l’incitamento alla prostituzione ormai confuso per
corteggiamento. Il giudice sembra peccare di permissività forse ideologicamente
inquinato da un ambiente lascivio ma se la giustizia perde la funzione di
tutelare la vittima essa perde la sua necessità e la vittima è di nuovo
bersaglio di corruzione morale. Il primo arbitro nelle contese giudiziarie è il
costume della società che ha determinato il giudice. Questo costume in Italia è
frammentato come il suo popolo ma soprattutto sembra esserci un divario
incolmabile tra il popolo che produce sicurezza e il popolo che consuma ciò che
può nel momento in cui vive, di moralità nettamente inferiore, che ha uguale
parte nella gestione del territorio a causa della diminuizione graduale della
funzione educativa della politica venuta meno con il degrado del costume
nazionale che è stato determinato da una carenza di controllo dell’elettore
prima e della pubblica sicurezza poi sugli uomini della politica. Tragico segnale di allarme è il
tasso di natalità nel paese. La statistica è uno strumento di valutazione
importante per stabilire le condizioni della popolazione e del territorio e può
essere un segnale della situazione morale del paese. Sarebbe utile determinare
delle statistiche sia sullo stato di salute pubblica, sullo stato di mortalità
suddiviso per cause e per aree geografiche e per lo stato di efficienza delle singole
caserme e questure. Risulterebbe innanzitutto palese la condizione miserabile
degli abitanti del meridione dove ad esempio le malattie psichiatriche e le
morti riconosciute come cause naturali degli individui anche giovani sono
nettamente superiori in percentuale rispetto alle zone del nord del paese. Questo
è dovuto alla criminalità organizzata e alla microcriminalità dilagante per le
quali lo stato non riesce a garantire condizioni di vita normale alla
cittadinanza che è vittima dei soprusi criminali del meridione retrogrado. La
statistica potrebbe risultare uno strumento di grande utilità per valutare
l’efficienza dello stato tribunale per tribunale e caserma per caserma in base
ai risultati raggiunti e a quelli constatati oppure per valutare ufficio per
ufficio e comune per comune in base a criteri specifici per sapere dove
effettivamente intervenire con urgenza e in che modo riportando l’ordine come
un medico usa il termometro o lo stetoscopio per decidere la cura. Ci
arrendiamo invece subito e concordemente a uno stato di degrado generalizzato
che al sud si manifesta come uno scenario bellico. Per questa ragione non
riusciamo a opporci alla invasività della criminalità organizzata e alla
lascivia morale indotta dalla fretta di vivere alla giornata senza pensare al
futuro che ha creato la modernità dei consumi frenetici ed irresponsabili come
la smania dell’apparenza nella cultura criminale. Quando incrociamo l’argomento
della privacy sorgono le angosce dovute alle capacità invasive delle moderne tecnologie
che hanno tra l’altro ispirato il celebre romanzo “1984” di George Orwell dal
quale è stato tratto il soggetto della famosa trasmissione televisiva che
sorveglia un gruppo eterogeneo di persone per un periodo di tempo limitato in
una abitazione con delle videocamere e dei microfoni. Il concetto odierno di
tutela della privacy consiste nella tutela dell’immagine dell’individuo che ha
una determinata capacità di agire proporzionata immoralmente alle sue capacità
economiche, che corrispondono anche alla sua capacità di difendersi legalmente.
Per fino di fronte all’evenienza è opinione comune dover tutelare il malfattore
o chi è caduto in errore nascondendo il fatto
per quanto possibile giustificandosi dell’abuso che si fa normalmente della
violazione della privacy altrui. La tutela della sfera di riservatezza di un
individuo o di un individuo giuridico deve essere finalizzata alla tutela del
singolo cittadino e delle attività socialmente costruttive dalle influenze
negative esterne e dagli interessi collaterali di malfattori malintenzionati.
Dobbiamo ristabilire la normalità di una comunità umana naturalmente
costruttiva che è andata scemando a favore dei semplici interessi economici in
contrasto con la moralità per ottenere anche la tranquillità generale di fronte
a un normale controllo delle forze dell’ordine all’interno di un nucleo
familiare o sul posto di lavoro. Si può teorizzare la prevenzione del crimine
esclusivamente posto il dialogo attivo ed efficace tra la popolazione e le
forze dell’ordine. Questo non sempre accade perché il controllo delle forze
dell’ordine è generalmente considerato come un atto ostile anche nel caso in
cui non si reputino comportamenti negativi o molesti. La causa
dell’atteggiamento negativo della popolazione nei confronti dei controlli delle
forze dell’ordine risiede anche nello scarso controllo del personale interno
che si manifesta in una pochezza di preparazione e nell’esistenza di interessi
personali che suscitano l’ostilità del pubblico. La gestione dei gruppi di potere
collaterale all’interno dello stato si manifesta con i tutori dell’ordine che
preferiscono alla tranquillità d’animo dello svolgimento del proprio dovere la
faziosità spesso imposta con il ricatto ottenuto con i privilegi della
politica. L’unico modo di contrastare una tendenza imposta dal degrado morale
della modernità è la creazione di un regolamento interno incontrovertibile che
conduca al metodo e alle norme di buona prassi che garantiscano l’interesse pubblico
di ogni operazione senza nessuna possibilità di fraintendimento. In ogni
momento lo stato per livello di competenza e di merito deve essere in grado di
garantire sull’operato di ogni singolo dipendente. Si auspica anche un
implementazione dei poteri costituzionali con il potere elettorale ed il potere
cittadino sul modello venezuelano. Solo in questa maniera si ha un effettivo
controllo della popolazione sui suoi interessi in ogni momento di vita civile.
Il sistema venezuelano prevede anche un quarto livello giuridico operante su se
stesso per garantire il rispetto dei diritti fondamentali e l’operato di stato.
La tutela della sfera di riservatezza deve essere utile a preservare gli
individui dai malfattori e limitata solo ed esclusivamente a questo per
ristabilire la normalità di una comunità normalmente costruttiva che in questo unico
scopo trova coesione e genera impegno civico. Questo consente la vigilanza
continua e reciproca come sistema di garanzia collettiva di incolumità. Ogni
individuo ed ogni posto di lavoro devono normalmente poter essere sottoposti a
periodi limitati di controllo a “privacy 0” come lavoro di routine della
pubblica sicurezza con l’effetto secondario di garanzia dello stato sulla
affidabilità dell’individuo giuridico. Solo riuscendo a stabilire una
tutela uguale e opposta al controllo e all’invasività della criminalità
organizzata possiamo porre freno alla profonda perversione morale che dilaga
ormai in tutto il paese boicottando gli interessi civici. La criminalità
organizzata del meridione agisce come un manto scuro che impedisce la vista e
quindi il controllo della società civile su ciò che accade sul territorio
nazionale anche quando qualcuno vorrebbe avvalersi o riabbracciare le regole
del vivere civile. Lo stato di ostilità generalizzata che al meridione si
oppone alla repubblica dovrebbe suggerire la necessità di strutture pubbliche
ben sorvegliate dove riparare su richiesta i collaboratori di giustizia e i
pentiti e altre dove ricoverare i bambini figli di criminali ai quali non si riesce a garantire altrimenti una
istruzione adeguata che vincendo il luogo comune della famiglia genetica come
luogo più idoneo alla crescita può opporre una educazione civile alle regole
tramandate dai mafiosi all’interno delle loro famiglie. Separare i bambini
dalla famiglia in caso di accertata colpa criminale li preserva
prioritariamente dalla violenza psicologica che la famiglia criminale attua
come mezzo di addestramento alla obbedienza ceca e alla obbedienza a un mondo
di vizio e depravazione morale.
In ogni caso e persino quando il
giudice naturale precostituito per legge fosse presente al momento del misfatto
si deve prevedere un margine di indecisione che rimette il giudizio definitivo
alla fortuna del caso. L’ingiudicabilità è il terreno nel quale si muove la
criminalità organizzata, sia essa determinata dalla cappa di silenzio ed
impenetrabilità caratteristiche della criminalità organizzata sia essa invece
determinata dalla tolleranza normalmente prevedibile come margine di non
determinazione del sistema giuridico con riferimento particolare alla
insufficienza di prove contrarie, alla decorrenza dei termini o in generale ad
ogni caso prevedibile. L’azione di prevenzione continua si espleta diminuendo
al massimo la non determinabilità della colpa con il minimo margine di errore
possibile a garanzia dei diritti degli innocenti.
Per recuperare e controllare
l’efficienza dell’azione di verifica della società civile sulla propria
tranquillità di vita attraverso la funzione di pubblica sicurezza, dopo decenni
di degrado morale del paese dovuto all’individualismo irrazionale e criminale
opposto all’interesse pubblico che corrode tutti i settori della società
civile, devono essere rese possibili delle procedure di controllo campione sui
singoli individui e sulle personalità giuridiche in grado di sottoporre per un
periodo di tempo limitato il soggetto a un regime di “privacy 0” tutelandolo da
ogni possibile danno come sotto una campana di vetro trasparente. Sotto la
“campana di vetro” l’individuo è sottoposto a un controllo di comportamento che
prevarica il riscontro immediato di un atteggiamento molesto o dannoso e riesce
a stabilire la potenzialità di un danno futuro in base agli atteggiamenti
anomali o immorali. Il controllo ha una doppia valenza e può fare facilmente
trasparire dei pericoli in corso o dei potenziali pericoli per il soggetto
sottoposto a verifica. Naturalmente per rendere la procedura proficua è
indispensabile una preparazione adeguata da parte delle forze dell’ordine, una
selezione in base alle attitudini morali e delle definizioni incontrovertibili
di bene a male che fanno normalmente capo al giudizio individuale. In poche
parole si deve verificare la verità di ogni tempo e luogo che vuole le persone
armate di qualsiasi gruppo etnico e nazione come gli individui eticamente e
fisicamente più adatti a trasporre, diffondere e difendere i valori comuni e
condivisi di quel gruppo etnico o nazione. La “campana di vetro” è un
sistema utile anche per valutare dove ci possano essere delle parti offuscate a
causa del personale interno più incline al proprio vantaggio personale rispetto
alla tutela degli interessi pubblici fondamentali come la vita per un uomo
destinato alla sicurezza pubblica. Le persone che offuscano la verità durante
il controllo della società civile per mezzo degli uomini della pubblica
sicurezza provocano un danno ingente in termini di risorse umane e materiali
alla società civile e per questo devono essere immediatamente rimosse e
destinate secondo contrattazione collettiva ad incarico più idoneo tenuto conto
che si tratta comunque di personale selezionato o alla pena più idonea dove si
riscontri che è stato causato un danno rubando per mezzo di una frode
concorsuale il posto di lavoro a una persona idonea. L’evoluzione della
democrazia occidentale come sistema di governo è passata dalla creazione
successiva di migliaia di leggi di carattere nazionale che in Italia si arriva
a contare per oltre undicimila rendendo ormai necessaria una riorganizzazione
funzionale per argomento ed ambito di interesse. Il lavoro però non è affatto
da considerarsi concluso e deve continuare urgentemente nel settore della
pubblica sicurezza. Affidando il controllo e la fiducia al giudizio individuale
del comandante di uomini si sono venute a creare delle zone di carenza di
controllo che hanno generato a causa degli interessi collaterali di definiti
gruppi di potere delle zone infette che generano un costante pericolo di
sicurezza nazionale che in Italia si manifesta con un tentativo di golpe in
media ogni dieci anni fin dal 1946. La carenza normativa e la trascuratezza di
norme militari ormai generalmente considerate obsolete inoltre causa l’effetto
collaterale di arretratezza nella preparazione del personale generico di
pubblica sicurezza rispetto alle esigenze attuali delle quali l’onere è
demandato a dipartimenti o gruppi di lavoro particolari generalmente esigui per
forza e dimensioni. Un regolamento attuale redatto in base all’esperienza
decennale e in base alle esigenze attuali rende le procedure di verifica
interna immediate ed efficienti per garantire prima di tutto la sicurezza del
personale destinato all’incarico vitale della pubblica sicurezza e per
destinare questo personale all’efficienza e all’affidabilità del loro ruolo.
Decenni di esperienza di democrazia misurati sui singoli casi individuali
nell’odierno occidente la hanno resa una scienza esatta con i suoi regolamenti
ed il margine di errore adeguato al grado di indagine empirica. Il metodo e le
norme di buona prassi applicate all’efficienza della funzione di pubblica
sicurezza servono a garantire l’imparzialità nel lavoro di preparazione al
grado superiore, la condivisione di metodi migliori misurati nei risultati
ottenuti e la meritocrazia nel premiare gli individui più efficienti che si
misurano non più sulla simpatia politica dei personaggi notabili a livello
cittadino e nazionale ma sui risultati ottenuti e sulla discussione continua
dei metodi che li hanno resi possibili senza il timore della critica esterna
che un nuovo clima di trasparenza e collaborazione con il cittadino ha reso
costruttivo grazie alla sicurezza nel lavoro di pubblica sicurezza. Il personale
di pubblica sicurezza deve lavorare in un ambiente sterile da ogni
contaminazione esterna come la sala operatoria del chirurgo con la sicurezza e
la precisione di taglio propria del chirurgo. Alla stessa maniera per prevenire
la possibilità di contaminazione esterna da parte di gruppi di potere
collaterali agli interessi pubblici è utile stabilire delle qualifiche di
urgenza di intervento individuabili con la violazione della privacy prevista.
Stabilendo questo metodo si contrasta la tendenza alla particolarità di
trattamento imposta dalla cattiva scuola di pensiero che vuole il funzionario
pubblico responsabile per la propria sfera privata e primo referente per le
informazioni che riguardano l’ambito delle conoscenza personali quando invece è
forse più sensato e proficuo procedere esattamente in senso opposto e fare
intervenire gli uomini impiegati in pubblica sicurezza più lontani per
parentela e conoscenza dagli individui oggetto di interesse. In questa maniera
si contrasta anche la tendenza controproducente che rende gli uomini impiegati
in pubblica sicurezza procacciatori di informazioni per la propria famiglia che
nel meridione degradato costituisce l’interesse della criminalità organizzata
nella ricerca di territori ambigui di transizione con la società civile. Non
può esserci nessun interesse comune tra i criminali e i tutori dell’ordine e un
ambiente di stato deve fungere in ogni caso da repellente contro ogni interesse
criminale. Si può obiettare facilmente che persino le qualifiche di urgenza
nelle corsie di ospedale possono essere disilluse e raggirate. Proprio questa
rassegnazione alla prevaricazione e alla prepotenza ha consegnato il paese in
mano ai criminali e alla depravazione morale. Cinque qualifiche di allerta di
sicurezza corrispondono a cinque qualifiche di intervento che prevedono un
determinato impiego di forza e competenza e una determinata autorizzazione alla
violazione della sfera di riservatezza personale. La “allerta 0” corrisponde
allo stato di un buon padre di famiglia con un lavoro e senza precedenti con le
forze dell’ordine a meno della tolleranza per delle multe in corso o riscosse
per violazioni di minore entità del codice della strada che non prevedono decurtazione
di punteggio per la sospensione della patente. La “allerta 0” corrisponde a “tutela
4” e quindi nessun interesse per il tutore dell’ordine a meno di una variazione
improvvisa dello stato di allerta sempre possibile e determinata da una segnalazione
o da un riscontro di pattuglia sul territorio. I riscontri e le segnalazioni
non veritiere portano ad una valutazione negativa per chi le ha effettuate. La tendenza
imposta dal degrado culturale del meridione rende possibile ai malintenzionati
di cercare sempre il contatto con le forze dell’ordine per procacciarsi
informazioni interne e intralciare impunemente l’operato rischiando al massimo
qualche richiamo verbale per indovinare a quale punto siano le indagini di
polizia sul loro territorio. Qualunque contatto con le forze dell’ordine deve
ottenere un riscontro negativo o positivo per scoraggiare qualsiasi tentazione
di strumentalizzazione personale e restituire alla funzione di pubblica
sicurezza la priorità dell’interesse pubblico senza eccezioni o possibili
fraintendimenti. I malintenzionati possono accusare di essere considerati come
degli automi per giustificare un largo margine di errore umano. In fatto di
pubblica sicurezza è di importanza fondamentale l’iterazione umana con il
pubblico e la conseguente decisione sul campo quindi l’umanità è un
indiscutibile vantaggio rispetto a qualsiasi decisione meccanica. All’estremo
opposto “allerta 4” corrisponde a un crimine in corso riscontrato per pattuglia
sul territorio o per segnalazione del cittadino oppure alla ricerca di un criminale
identificato per un crimine già accertato. Ad “allerta 4” corrisponde “tutela 0”
con l’impiego di forza sul territorio previsto per la localizzazione e la cattura
del soggetto o dei soggetti e la violazione della privacy strumentale alla
ricerca di prove indiziarie o di indizi che guidano alla localizzazione del
ricercato secondo i metodi e le direttive che li rendono utili al successivo
lavoro giudiziario. L’attuale progresso tecnologico consente di mantenere una
memoria pressoché infinita riguardo il profilo personale individuale e le
metodiche criminali ma non è sfruttato quanto dovrebbe. Una memoria storica
sufficiente in mano al singolo operatore di pubblica sicurezza rende minimo l’errore
interpretativo della situazione contingente e al tempo stesso consente una
massimo margine di decisione sul campo all’operatore informato di tutti i
precedenti interessanti all’istante dell’intervento. Potrebbe prevedersi una
scheda informativa prontamente disponibile all’operatore in base a una
qualifica di segretezza personale che rende le informazioni di interesse in
base al proprio impiego prontamente disponibili. Una prima facciata di impatto
visivo rende immediatamente noto lo stato di allerta con un colore
identificativo dal bianco al rosso in base all’emergenza riscontrata; il motivo
che ha reso l’ultimo cambiamento di stato; lo stato del casellario giudiziario
e dei carichi pendenti; l’ultimo contatto in ordine cronologico con le forze
dell’ordine e l’esito del controllo. Dalla seconda pagina traiamo delle brevi
informazioni biografiche con il risalto di eventuali parentele o conoscenze
negativamente interessanti e di seguito uno storico ben curato di tutti i
precedenti contatti con le forze dell’ordine mostrate e approfondite a secondo
della qualifica di segretezza dell’operatore. Per rendere possibile questo le
informazioni devono prima essere minuziosamente raccolte al momento del posto
di blocco e della ricezione telefonica o verbale della segnalazione o della
denuncia e l’esito positivo o negativo riscontrato. La peculiarità nella
raccolta di informazioni rende il lavoro dell’operatore di pubblica sicurezza
più efficace ed immediato e rende più difficile l’inquinamento per ragioni di
interesse personale. Un precedente storico importante è il lavoro di “SS”
naziste che tenevano su supporto informatico tutte le informazioni relative non
solo alla religione del ricercato ma al comportamento personale, al suo
atteggiamento sessuale e l’identificazione dei tedeschi possibili coadiuvatori.
Volgere questi metodi in positivo usandoli contro i criminali è sicuramente
utile. Il settore della pubblica sicurezza è di importanza e di delicatezza
tale da rendere le modifiche proposte urgenti e da attuarle gradualmente con
delicatezza in ogni settore ad iniziare però dalla necessità di creare un
organismo di supervisione e coordinamento che prevede l’uso della preparazione
di un magistrato in grado di essere super partes rispetto ai suoi stessi
colleghi sul modello venezuelano. Il Venezuela della repubblica partecipativa
partiva da condizioni di corruzione e criminalità simili a quelle attuali in
Italia ed è un ottimo spunto di riflessione per i progressi ottenuti.
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