Siamo stati vittime di un colpo di stato. La mentalità
criminale che vuole l’individualismo prioritario risetto ad ogni moralità
comune è al suo apice e, di conseguenza, come la storia ci insegna, prossima al
suo declino. Matteo Renzi è il massimo rappresentante di coloro i quali
ottengono il successo per mezzo di una fama ricostruita artificialmente, con
qualsiasi mezzo, con l’unico intento di appagare interessi personali
inappagabili che inevitabilmente ti mettono in relazione con persone
altrettanto immorali. Matteo Renzi è il nuovo imperatore nell’impero dei
privilegi e degli abusi di potere giustificati dalla propria inadeguatezza.
Questo governo è ideologicamente affine alla criminalità organizzata italiana,
della quale non tutti riescono a comprendere il linguaggio identico al nostro
ma con il presupposto dell’immoralità e dell’interesse personale, prima che correlabile
ad essa attraverso individui all’interno della maggioranza, e dell’opposizione
fittizia di Forza Italia. Con indicibile arroganza e la stessa superficialità
con la quale si sono appropriati indebitamente dell’aggettivo “democratico”
hanno calpestato millenni di storia a Roma cancellando il Senato della
Repubblica senza la necessità della giustificazione nell’elezione popolare. La
politica immorale che affligge la nazione vive nella necessità del potere per
nascondere le proprie antiche responsabilità e finalmente nel 2014 si è
manifestata nella sua reale configurazione in occasione della votazione di
modifica costituzionale. Non si può discutere in Italia di conservatori o
progressisti né di destra o di sinistra fin quando non avremo discusso di
legalità. Siamo da sempre costretti a dibattere di ideologia per fare
pubblicità ad uomini di destra o di sinistra che giunti al potere disilludono
le loro promesse per curare i loro affari personali. Questa unica reale
priorità disattende qualsiasi promessa di cambiamento e per vincerla dobbiamo
cambiare la legge elettorale e riportare l’ordine nel meridione d’Italia che è
la zona che più di ogni altra piange le conseguenze della crisi morale che
devasta la penisola italiana.
La guerra di secessione che auspico io è più simile
alla guerra di secessione già avvenuta negli Stati Uniti d’America e che ha
ottenuto il risultato di abolire lo schiavismo nella nazione oggi esempio di
democrazia in tutto il mondo. La condizione di metà del popolo calabrese è
simile o peggiore infatti a quella di schiavi. La metà del popolo calabrese
vive soggiogata dalla depravazione morale della criminalità organizzata, in
condizioni ben peggiori di uno schiavo. C’è ancora, a mio avviso, fiducioso dei
sentimenti democratici dei connazionali, la possibilità che questa guerra sia
una guerra metaforica, da combattere con le armi della politica utile ma per
farlo è indispensabile separare nettamente da questa la politica delle lobbies
che devasta ogni partito politico usando il linguaggio dell’odio e
dell’emarginazione sociale, il linguaggio cioè più sintetico e facilmente
comprensibile dalle masse che si sono lasciate rubare il tempo per occuparsi
direttamente dei loro interessi demandandone l’onere agli affaristi della
politica. La Lega Padana al contrario scaturisce dalla necessità immediata
della popolazione del nord Italia che si traduce in una presenza capillare sul
territorio ma rimane ostacolata nel tradurre la partecipazione popolare in
azione legislativa sempre a causa degli affaristi della politica che usano
qualsiasi mezzo ed emergenza per creare degli slogan da usare come propaganda
elettorale ed essere eletti per curare i propri affari personali o
semplicemente per soddisfare la propria bramosia di potere. Le esigenze della
padania che si vede rubare del sudore della propria fronte sono esattamente le
stesse dello schiavo calabrese che a questo sciacallaggio è rassegnato da lungo
tempo come è rassegnato allo scenario di guerra e desolazione che lo
sciacallaggio ha creato nel meridione. Occorre urgentemente prevenire le
scorciatoie della criminalità organizzata in tutta Italia contrastando efficacemente
i giochi di potere delle lobbies. Chiunque da ogni schieramento voglia
restituire dignità al sistema democratico ha l’obbligo morale di denunciare il
colpo di stato avvenuto alla Corte Costituzionale e creare la nuova legge
elettorale indispensabile per ristabilire la democrazia nel paese senza
aspettare le prossime promesse elettorali. Questa è anche l’occasione e la
necessità per restituire il federalismo e il decentramento del potere
all’ideale progressista separando all’interno della Lega Padana il messaggio
deviante della violenza fine a se stessa.
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