Il nonnismo nelle forze armate viene generalmente trattato
come dei singoli episodi di teppismo mentre invece nasconde una realtà molto
più disastrosa e sconcertante. Il nonnismo è il risultato della infezione
ideologia della criminalità organizzata nelle forze armate ed è molto
pericoloso per la salvaguardia della integrità dello stato. Allo stesso tempo è
lo strumento più utile per comprendere e studiare proprio la ideologia
criminale che devasta il paese. Finora è stato incaricato un dipartimento specifico
denominato “numero verde” che è incaricato di ricevere le segnalazioni da parte
dei ragazzi per contrastare il fenomeno ma riesce solo a limitarlo proprio
perché non ci si rende conto della gravità del problema. Il nonnismo esisteva
già quando l’esercito era di leva. Proprio come generalmente si ritiene il
servizio di leva sia educativo per i giovani ragazzi, in Italia avveniva il
contrario e i giovani ragazzi venivano iniziati alla perdizione morale e
mantenevano rapporti personali anche alla fine del servizio militare creando di
fatto delle lobby. In poche parole attraverso l’esercito venivano a conformarsi
le piccole e grandi volontà eversive del paese che sfociavano in un tentativo
di golpe ogni dieci anni circa. Oggi con l’esercito professionale avviene la
stessa cosa. La difficoltà maggiore di intervento nei casi di nonnismo è
infatti la struttura piramidale di questa gigantesca associazione eversiva che
annovera primi tra tutti molti ufficiali superiori. Gli atti di teppismo che
vengono generalmente contrastati trovano quindi una giustificazione ideologica
prima che una protezione da parte dei superiori che, attuando i propri schemi,
nascondono per una questione di apparenza ed infine giustificano le malefatte.
I giovani che vengono a contatto con questo enorme settore deviato sono vittime
di una vera e propria corruzione morale esattamente come avviene nelle zone del
meridione italiano. Vengono educati a comportarsi male perché questo è l’unico
atteggiamento che ripaga. La prima depravazione inizia dal peccato comune a
tutti, l’attività sessuale. I giovani vengono addestrati a schiavizzare delle
ragazze generalmente dell’ambiente militare costringendole alla mercificazione
del proprio corpo con diversi sistemi ed in gruppi di decine e centinaia di
persone. In questo modo vengono schiavizzate le “stecche”, delle ragazze che
sono trattate come prostitute ed abituate ad avvalersi della protezione
dell’ambiente militare. Ne esistono almeno due o tre per ogni caserma militare.
Le ragazze non possono ribellarsi perché altrimenti rimangono vittima di
maldicenze che si giustificano dall’apparenza dell’ambiente di vita militare.
Siccome i militari sono considerati come persone di rilievo anche quando invece
si tratta di criminali si avvalgono di questa immagine per conseguire i propri
lerci scopi e in questa maniera ottengono il doppio fine di logorarla. Le
molestie sessuali e le violenze sessuali vengono usate prima di tutto come
forma di ritorsione nei confronti di militari, anche ufficiali, che non si
allineano alla condotta depravata di questo vero e proprio gruppo eversivo e
tentano di denunciarli. Avvengono dei veri e propri rapimenti di figlie e
fidanzate che vengono generalmente giustificati dal cosiddetto spirito di
corpo: le ragazze devono dimostrarsi carine con i colleghi del padre o con i
colleghi del fidanzato e i colleghi devono dimostrarsi omertosi nella condotta
di vita anche quando questa è lesiva dell’immagine delle forze armate.
Occuparsi di queste ragazze liberandole dalla schiavitù sessuale diventa in
questa maniera il sistema migliore per ostacolare la depravazione morale di
quello che altrove viene definito Monarc ma la difficoltà interviene nel fatto
che è difficile denunciare degli ufficiali superiori o dei ragazzi per
incitamento o sfruttamento della prostituzione. Queste ragazze vengono usate
per scambi di favori oppure per ottenere dei vantaggi sul posto di lavoro come
le prostitute sono fonte di lucro. Quello che in altri paesi viene definito Monarc
sulla memoria storica delle follie naziste è molto di più di una serie di abusi
sessuali ma una volontà eversiva che si fonda sulla depravazione morale
dell’individuo e sul vincolo dell’omertà esattamente come la criminalità
organizzata. In questa comune radice ideologica avviene l’incontro e la
collaborazioni tra queste due entità criminali. La sintesi migliore di quello
che avviene nell’esercito è satanismo. E’ scaturito già in diversi omicidi
all’interno della caserma e nella vita familiare dei militari e molti altri
omicidi come quello dei coniugi Trifone, di Stefano Cucchi e di altri morti per
mano militare e, io sostengo, come quello di Yara Gambirasio non sono ancora
stati ricollegati a questa realtà apocalittica dagli inquirenti. Il nonnismo
svolge anche una azione di sabotaggio delle attività militari perché incentiva
a disobbedire agli ordini sulla scala gerarchica e a evitare l’attività
addestrativa. C’è secondo me una responsabilità forte di alcuni militari
italiani negli attentati contro i loro colleghi in Afghanistan. Non solo per
imperizia ma per una forma di ritorsione i talebani venivano indirizzati verso
obiettivi prestabiliti e i militari seguiti durante tutto il percorso
diffondendo informazioni riservate attraverso un sistema di radiocomunicazione
rudimentale che generalmente si definisce “baracchino” in modo che si potessero
facilmente ascoltare le comunicazioni dei sabotatori.
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