lunedì 21 settembre 2015

GIORNALISMO CRIMINALE

Il giornalismo ha un ruolo di vitale importanza nella vita democratica. Attraverso il giornalismo il singolo cittadino ha la possibilità di informarsi di tutto ciò che gli succede attorno e quindi l’unica possibilità di difendersi dai pericoli esterni e prendere autonomamente le proprie decisioni. In Italia il giornalismo vive un epoca buia perché soggetto agli stessi vili giochi di potere della politica. Questo rende indispensabile la lotta per l’autonomia del giornalista della politica e la libertà di stampa. I giornalisti di scuderia politica arrivano a confondere la lotta per la libertà di stampa con la loro necessità di poter impunemente usare la carta stampata per colpire i loro bersagli. Un controllo etico di tutti i giornalisti risulta impossibile mentre è sicuramente più semplice ed efficace garantire la facoltà di replica a tutte le persone oggetto di informazione anche dove queste persone non fossero soggette ad un interesse economico particolare che fa capo ad un gruppo di potere, eventualità drasticamente rara. Il giornalismo italiano risulta oggi soggetto alle stesse regole di omertà del ghetto siciliano dove non tutti hanno la possibilità di difendersi dagli interessi del potente di turno per far valere le proprie opinioni e questo è di drammatica importanza. Se il singolo individuo sa appoggiarsi a un clan o a una persona potente può far valere le proprie posizioni sempre presupposte la regola criminale di sapersi accontentare di non colpire una persona più potente altrimenti è soggetto al volere altrui che può anche consistere in dichiarazioni fasulle. La libertà di stampa consente un interesse imprenditoriale oltreché etico nella ricerca di tutte le versioni dei fatti. La lotta per la libertà di stampa è anche la lotta contro la criminalità organizzata. Oggi in Italia non esiste stampa libera ma si ripercuote negativamente sulla carta stampata il gioco di potere delle lobby. Si attuano gli stessi schemi e gli stessi metodi della politica criminale che si fa avanti a suon di raccomandazioni. Non c’è la necessità di stabilire la notizia quanto la necessità di tener dietro ai giochi di potere delle lobby sapendo quale è il soggetto da colpire e quale invece il soggetto da tutelare perché fa parte del proprio gruppo di potere o saper discernere chi non si può colpire perché avvezzo a questi schemi da chi invece, individuo di interesse pubblico, non deve essere agevolato perché in contrasto con queste regole criminali. Praticamente il giornalista fa censura delle notizie con le quali viene a contatto e attua il contrario del proprio dovere quando non cerca la notizia ma offre degli spazi di propaganda, generalmente propaganda politica.

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