lunedì 7 settembre 2015

PUBBLICA SICUREZZA: PROSPETTIVE DI PREVENZIONE IN ITALIA E IN OCCIDENTE

La Pubblica sicurezza è la funzione punitiva dello stato costituito. Questa funzione era svolta dall’milizia armata fino al medioevo in gran parte dell’occidente e fino al diciannovesimo secolo in Italia dove conserva a tutt’oggi il carattere fortemente piramidale della gerarchia militare che la rende particolarmente adatta al controllo del territorio nel contenimento dei disordini popolari nonostante la successiva specializzazione delle diverse forze dell’ordine. Fin dall’antichità la pubblica sicurezza è gestita tramite ordini scritti a meno di impellenze che rendono necessarie decisioni urgenti del governo del caso. Quando il governo assume la forma di monarchia costituzionale o di repubblica la discussione legislativa diventa indispensabile. In particolari stati di allarme proclamati dal parlamento anche la democrazia parlamentare moderna prevede l’assunzione da parte del capo dello stato di potere decisionale diretto. Il modello anglosassone della pubblica sicurezza prevede fin dal medioevo un garante territoriale che prende il nome di sceriffo e tutt’oggi viene affiancato da autorità di competenza nazionale nella trasposizione statunitense. Il modello francese invece è caratterizzato da una maggiore autonomia di indagine dei singoli coordinatori mantenendo una maggiore autonomia decisionale e conseguente libertà di scelta e velocità di movimento sul territorio durante le indagini con l’ennesimo vantaggio di creare un accesa competitività tra quei nuclei che possiamo paragonare ad una cellula investigativa di composizione interforze in Italia. La particolarità invece della pubblica sicurezza italiana è la specializzazione consecutiva delle forze dell’ordine che conservano spiccato carattere militare fino alla definizione definitiva della Polizia di Stato negli anni settanta con la collaborazione degli Stati Uniti d’America. La specializzazione è oggi la tendenza della pubblica sicurezza in tutto il mondo seguendo una spinta evolutiva che trasforma gradualmente ogni campo lavorativo. In Italia si traduce in un intervento più massiccio e veloce sulle singole situazioni di carattere urgente ma il forte centralismo implica un impiego di forze e di mezzi maggiore che, non adeguatamente sincronico e concertato risulta dispersivo se non organizzato per cellule straordinarie interforze. Il centralismo implica burocrazia e lentezza anche quando l’esigenza prevede di coinvolgere diverse forze armate diversamente o simultaneamente competenti. Le diverse forze armate con compiti di pubblica sicurezza, comprese le polizie locali, garantiscono una presenza capillare sul territorio nazionale che non viene del tutto sfruttata perla prevenzione del crimine ed il contrasto dei crimini minori che in Italia soprattutto meridionale sono una piaga dilagante che nasconde la presenza più pericolosa della criminalità organizzata che li incentiva. Oggi si deve parlare di prevenzione del crimine per una maggiore diffusione della cultura della legalità ed insinuazione specializzata nella società civile. La prevenzione non consiste esclusivamente nella capacità di saper prevedere dove un dato criminale può agire o un dato crimine può verificarsi, ma nel saper leggere le informazioni giudiziarie e statistiche per oltrepassare il confine della funzione punitiva e di controllo e intervenire in una azione informativa e di dialogo competente e specializzata che raggiunge l’utente personificazione del probabile soggetto professionale o dell’obiettivo civile vittima di un dati crimine. La prevenzione del crimine si avvale anche dei mezzi di pubblica informazione quando il pericolo è costituito da un criminale o da un gruppo di criminali determinato e parzialmente o totalmente identificabile. La milizia del Regno di Italia appena costituito agiva su ordine diretto del re e lo informava dei risultati e delle problematiche sul territorio per determinare l’evenienza di informare la popolazione di un pericolo già corso o imminente determinato da un soggetto o da un gruppo definito. Oggi le forze dell’ordine concorrono con la funzione legislativa nella definizione dei problemi e degli ostacoli a risolverli scontrandosi a volte con la resistenza culturale della popolazione contraria alla invasività dei sistemi di controllo del territorio. Il re faceva conto sull’impegno civico della popolazione a lui soggetta all’atto di contrastare il crimine o i criminali abituali come oggi con la differenza di una maggiore affidabilità delle forze dell’ordine per contrastare i pericoli più velocemente avvalendosi di una maggiore specializzazione e di mezzi tecnici del diritto più efficienti che rendono la necessità dell’intervento diretto della popolazione improbabile. L’effetto collaterale di questo disimpegno civico nella tutela del proprio ambiente di vita si misura in uno scarso senso civico dovuto a una cattiva educazione civica e fomentato dall’individualismo irrazionale che degenera nell’ostilità alla società civile e alla pubblica sicurezza che essa rappresenta nello svolgimento delle sue mansioni con una scarsa comunicatività con le autorità a proposito della situazione circostante l’individuo. Siamo forse semplicemente vittime del degrado della democrazia occidentale come sistema di governo che cede il passo all’azione distruttiva del tempo.
La prevenzione consiste nella cautela e nelle disposizioni adatte a raggiungere un dato obiettivo con il minore impiego di tempo, materiali e risorse e con il minore danno umano possibile.



Questa definizione vale nel caso di un obiettivo bene identificato come nel caso di un obiettivo generico quale può essere il normale svolgimento delle attività umane nella società civile.  
La pubblica sicurezza oggi è in grado di svolgere mansioni di prevenzione, controllo e contenimento. L’azione di prevenzione del crimine si divide in quattro momenti particolari. L’azione legislativa indirizza l’intera società civile, che in condizioni di democrazia la determina, con dei provvedimenti di indirizzo teorico, con dei provvedimenti deterrenti determinati dalla sanzione pecuniaria e dalla pena detentiva, con provvedimenti di indirizzo pratico alla funzione vera e propria di pubblica sicurezza tramite decreti ministeriali o lo stanziamento di fondi pubblici sempre soggetti ai principi costituzionali e ormai alle norme europee e al diritto internazionale che si vanno via via configurando.L’attività investigativa e l’attività operativa e l’attività statistica sono prettamente di competenza delle forze dell’ordine e sono momenti in continua evoluzione per tenere il passo con il crimine dilagante che in Italia assume proporzioni devastanti delle quali ogni italiano è responsabile per il resto del mondo. Mentre gli standard minimi delle forze dell’ordine sono in via definitiva stabiliti dal livello culturale medio della popolazione nazionale, con lievi differenze tra il settentrione e il meridione, le esigenze pratiche prospettano degli scenari sempre nuovi e delle difficoltà crescenti che impongono una crescita professionale costante soprattutto nei dipartimenti specializzati che avviene anche grazie alle nuove esigenze di collaborazione internazionale. La specializzazione successiva delle forze dell’ordine ha determinato dei dipartimenti investigativi ed operativi che di fatto assumono rilevanza rispetto alla generica mansione di pubblica sicurezza e questo impone delle qualifiche di riservatezza diversa ed una azione di valutazione diversa rispetto al generico  individuo impiegato in pubblica sicurezza ma al momento il legislatore fatica ad operare delle modifiche adeguate ed ordinate al passo con i tempi, senza contare che la situazione politica italiana di fatto ostacola  la gestione dell’ordine pubblico imponendo delle posizioni giuridiche super partes che tutelano l’immunità dell’uomo politico ma non la sua libertà di espressione venendo meno in tale maniera ai principi comuni e a discapito dell’azione di controllo della giustizia nonostante sia apertamente riconosciuto l’inquinamento politico da parte della criminalità organizzata.
L’azione investigativa è mirata a inseguire gli autori di un crimine già avvenuto o in corso secondo le informazioni di contrasto della popolazione civile che avvengono per esposto querela, querela o segnalazione o a seguito dell’attività di pattuglia e controllo continuo. In questa azione si manifesta tutta l’abilità del singolo e la capacità di coordinamento del suo dipartimento nel saper individuare i soggetti pericolosi o colpevoli sulla base di incorsi precedenti con le forze dell’ordine e saperne individuare la locazione sulla base delle frequentazioni conosciute, delle abitudini conosciute o di altri scenari possibili individuabili anche per soggetto criminale non ancora conosciuto. L’azione investigativa è la base della prevenzione che conta soprattutto sulla competenza personale e l’esperienza in campo per saper indirizzare quanto più velocemente possibile l’azione operativa. Molto conta anche l’esperienza del dipartimento storicamente acquisita e quindi anche la memoria informativa. L’azione operativa si distingue nella capacità di saper prevedere un’azione criminale per grado di pericolo, importante per una qualifica di urgenza, luogo e tempo in base alle informazioni generali acquisite e alla importante esperienza personale degli uomini sul campo, che rende necessario un determinato margine di libertà di azione sul territorio, per coordinare le attività di pattugliamento  e controllo del territorio da svolgere in maniera continua e nella capacità di ingaggiare velocemente un criminale ricercato e di saperlo catturare con il minimo rischio per il personale in forza e la popolazione civile. Purtroppo si pone oggi l’incredibile problema della autosufficienza di trasporto delle forze di polizia contro ogni criterio di buon senso e utilità pubblica a causa della limitazione delle risorse da parte della politica alla pubblica sicurezza quasi a consegnare il territorio nazionale ad altre autorità illegittime. L’azione investigativa e l’azione operativa possono anche avvenire per opera degli stessi individui e raccolgono le informazioni che indirizzano l’azione legislativa in uno sforzo continuo come il tatto raccoglie le informazioni per il cervello che decide i movimenti della mano. Dobbiamo a malincuore criticamente rilevare che questo processo continuo è falsato e interrotto da una certa politica che si accontenta di uno sfarzo di immagine per conseguire un risultato facile senza determinare variazioni sul territorio e così agisce negativamente sul territorio molte volte per evitare le proprie responsabilità criminali. Questa politica che vive dell’istante successivo ormai indipendente da ogni ideologia è già di per se stessa per propria natura criminale e per questo destabilizzante. Se la mente non sta bene, il corpo manifesta malattia. La Calabria è oggi per tutto il contesto occidentale il territorio di limite del confronto con la criminalità dove si misurano le conquiste moderne della società civile e si devono preparare i progressi futuri sulla base degli scontri odierni. La criminalità organizzata del meridione italiano diramata per ordine di parentela è in grado di penetrare nella vita privata dell’individuo e compierne quindi la corruzione morale esattamente come un familiare riesce ad indagare l’intimità del tuo animo per cogliere gli stati di malessere. L’autorità della criminalità organizzata nel meridione italiano si fonda sulla capacità, dovuta alla presenza sul territorio radicata nel tempo e al tempo e all’intenzione di delinquere, di informarsi capillarmente sul territorio anche delle predisposizioni personali del singolo individuo per mezzo dei familiari più prossimi spesso complici ma altre volte rassegnati allo strapotere del depravato morale imitato come unico modello vincente possibile. La criminalità organizzata ricerca e fonda i legami di complicità che la rendono impenetrabile sulla profonda corruzione morale dell’individuo da plagiare e in seguito schiavizzare e ricattare per i suoi vizi personali coltivati come si coltivano gli ortaggi per trarne profitto. Ormai in tutto l’occidente la lascivia morale, tanto utile alle logiche del consumismo senza morale, è ideologicamente vincente sui valori positivi e sui modelli positivi. Questo rende difficoltoso e addirittura opinabile identificare un comportamento molesto o dannoso anche quando questo deforma irreversibilmente l’atteggiamento dell’individuo. L’unico arbitro della legge stenta quando applicata a distinguere la vittima come nel caso disastrosamente comune dello stupro e ancora peggio accade per l’incitamento alla prostituzione ormai confuso per corteggiamento. Il giudice sembra peccare di permissività forse ideologicamente inquinato da un ambiente lascivio ma se la giustizia perde la funzione di tutelare la vittima essa perde la sua necessità e la vittima è di nuovo bersaglio di corruzione morale. Il primo arbitro nelle contese giudiziarie è il costume della società che ha determinato il giudice. Questo costume in Italia è frammentato come il suo popolo ma soprattutto sembra esserci un divario incolmabile tra il popolo che produce sicurezza e il popolo che consuma ciò che può nel momento in cui vive, di moralità nettamente inferiore, che ha uguale parte nella gestione del territorio a causa della diminuizione graduale della funzione educativa della politica venuta meno con il degrado del costume nazionale che è stato determinato da una carenza di controllo dell’elettore prima e della pubblica sicurezza poi sugli uomini della politica. Tragico segnale di allarme è il tasso di natalità nel paese. La statistica è uno strumento di valutazione importante per stabilire le condizioni della popolazione e del territorio e può essere un segnale della situazione morale del paese. Sarebbe utile determinare delle statistiche sia sullo stato di salute pubblica, sullo stato di mortalità suddiviso per cause e per aree geografiche e per lo stato di efficienza delle singole caserme e questure. Risulterebbe innanzitutto palese la condizione miserabile degli abitanti del meridione dove ad esempio le malattie psichiatriche e le morti riconosciute come cause naturali degli individui anche giovani sono nettamente superiori in percentuale rispetto alle zone del nord del paese. Questo è dovuto alla criminalità organizzata e alla microcriminalità dilagante per le quali lo stato non riesce a garantire condizioni di vita normale alla cittadinanza che è vittima dei soprusi criminali del meridione retrogrado. La statistica potrebbe risultare uno strumento di grande utilità per valutare l’efficienza dello stato tribunale per tribunale e caserma per caserma in base ai risultati raggiunti e a quelli constatati oppure per valutare ufficio per ufficio e comune per comune in base a criteri specifici per sapere dove effettivamente intervenire con urgenza e in che modo riportando l’ordine come un medico usa il termometro o lo stetoscopio per decidere la cura. Ci arrendiamo invece subito e concordemente a uno stato di degrado generalizzato che al sud si manifesta come uno scenario bellico. Per questa ragione non riusciamo a opporci alla invasività della criminalità organizzata e alla lascivia morale indotta dalla fretta di vivere alla giornata senza pensare al futuro che ha creato la modernità dei consumi frenetici ed irresponsabili come la smania dell’apparenza nella cultura criminale. Quando incrociamo l’argomento della privacy sorgono le angosce dovute alle capacità invasive delle moderne tecnologie che hanno tra l’altro ispirato il celebre romanzo “1984” di George Orwell dal quale è stato tratto il soggetto della famosa trasmissione televisiva che sorveglia un gruppo eterogeneo di persone per un periodo di tempo limitato in una abitazione con delle videocamere e dei microfoni. Il concetto odierno di tutela della privacy consiste nella tutela dell’immagine dell’individuo che ha una determinata capacità di agire proporzionata immoralmente alle sue capacità economiche, che corrispondono anche alla sua capacità di difendersi legalmente. Per fino di fronte all’evenienza è opinione comune dover tutelare il malfattore o chi è caduto in errore nascondendo il fatto per quanto possibile giustificandosi dell’abuso che si fa normalmente della violazione della privacy altrui. La tutela della sfera di riservatezza di un individuo o di un individuo giuridico deve essere finalizzata alla tutela del singolo cittadino e delle attività socialmente costruttive dalle influenze negative esterne e dagli interessi collaterali di malfattori malintenzionati. Dobbiamo ristabilire la normalità di una comunità umana naturalmente costruttiva che è andata scemando a favore dei semplici interessi economici in contrasto con la moralità per ottenere anche la tranquillità generale di fronte a un normale controllo delle forze dell’ordine all’interno di un nucleo familiare o sul posto di lavoro. Si può teorizzare la prevenzione del crimine esclusivamente posto il dialogo attivo ed efficace tra la popolazione e le forze dell’ordine. Questo non sempre accade perché il controllo delle forze dell’ordine è generalmente considerato come un atto ostile anche nel caso in cui non si reputino comportamenti negativi o molesti. La causa dell’atteggiamento negativo della popolazione nei confronti dei controlli delle forze dell’ordine risiede anche nello scarso controllo del personale interno che si manifesta in una pochezza di preparazione e nell’esistenza di interessi personali che suscitano l’ostilità del pubblico. La gestione dei gruppi di potere collaterale all’interno dello stato si manifesta con i tutori dell’ordine che preferiscono alla tranquillità d’animo dello svolgimento del proprio dovere la faziosità spesso imposta con il ricatto ottenuto con i privilegi della politica. L’unico modo di contrastare una tendenza imposta dal degrado morale della modernità è la creazione di un regolamento interno incontrovertibile che conduca al metodo e alle norme di buona prassi che garantiscano l’interesse pubblico di ogni operazione senza nessuna possibilità di fraintendimento. In ogni momento lo stato per livello di competenza e di merito deve essere in grado di garantire sull’operato di ogni singolo dipendente. Si auspica anche un implementazione dei poteri costituzionali con il potere elettorale ed il potere cittadino sul modello venezuelano. Solo in questa maniera si ha un effettivo controllo della popolazione sui suoi interessi in ogni momento di vita civile. Il sistema venezuelano prevede anche un quarto livello giuridico operante su se stesso per garantire il rispetto dei diritti fondamentali e l’operato di stato. La tutela della sfera di riservatezza deve essere utile a preservare gli individui dai malfattori e limitata solo ed esclusivamente a questo per ristabilire la normalità di una comunità normalmente costruttiva che in questo unico scopo trova coesione e genera impegno civico. Questo consente la vigilanza continua e reciproca come sistema di garanzia collettiva di incolumità. Ogni individuo ed ogni posto di lavoro devono normalmente poter essere sottoposti a periodi limitati di controllo a “privacy 0” come lavoro di routine della pubblica sicurezza con l’effetto secondario di garanzia dello stato sulla affidabilità dell’individuo giuridico. Solo riuscendo a stabilire una tutela uguale e opposta al controllo e all’invasività della criminalità organizzata possiamo porre freno alla profonda perversione morale che dilaga ormai in tutto il paese boicottando gli interessi civici. La criminalità organizzata del meridione agisce come un manto scuro che impedisce la vista e quindi il controllo della società civile su ciò che accade sul territorio nazionale anche quando qualcuno vorrebbe avvalersi o riabbracciare le regole del vivere civile. Lo stato di ostilità generalizzata che al meridione si oppone alla repubblica dovrebbe suggerire la necessità di strutture pubbliche ben sorvegliate dove riparare su richiesta i collaboratori di giustizia e i pentiti e altre dove ricoverare i bambini figli di criminali ai  quali non si riesce a garantire altrimenti una istruzione adeguata che vincendo il luogo comune della famiglia genetica come luogo più idoneo alla crescita può opporre una educazione civile alle regole tramandate dai mafiosi all’interno delle loro famiglie. Separare i bambini dalla famiglia in caso di accertata colpa criminale li preserva prioritariamente dalla violenza psicologica che la famiglia criminale attua come mezzo di addestramento alla obbedienza ceca e alla obbedienza a un mondo di vizio e depravazione morale.
In ogni caso e persino quando il giudice naturale precostituito per legge fosse presente al momento del misfatto si deve prevedere un margine di indecisione che rimette il giudizio definitivo alla fortuna del caso. L’ingiudicabilità è il terreno nel quale si muove la criminalità organizzata, sia essa determinata dalla cappa di silenzio ed impenetrabilità caratteristiche della criminalità organizzata sia essa invece determinata dalla tolleranza normalmente prevedibile come margine di non determinazione del sistema giuridico con riferimento particolare alla insufficienza di prove contrarie, alla decorrenza dei termini o in generale ad ogni caso prevedibile. L’azione di prevenzione continua si espleta diminuendo al massimo la non determinabilità della colpa con il minimo margine di errore possibile a garanzia dei diritti degli innocenti.
Per recuperare e controllare l’efficienza dell’azione di verifica della società civile sulla propria tranquillità di vita attraverso la funzione di pubblica sicurezza, dopo decenni di degrado morale del paese dovuto all’individualismo irrazionale e criminale opposto all’interesse pubblico che corrode tutti i settori della società civile, devono essere rese possibili delle procedure di controllo campione sui singoli individui e sulle personalità giuridiche in grado di sottoporre per un periodo di tempo limitato il soggetto a un regime di “privacy 0” tutelandolo da ogni possibile danno come sotto una campana di vetro trasparente. Sotto la “campana di vetro” l’individuo è sottoposto a un controllo di comportamento che prevarica il riscontro immediato di un atteggiamento molesto o dannoso e riesce a stabilire la potenzialità di un danno futuro in base agli atteggiamenti anomali o immorali. Il controllo ha una doppia valenza e può fare facilmente trasparire dei pericoli in corso o dei potenziali pericoli per il soggetto sottoposto a verifica. Naturalmente per rendere la procedura proficua è indispensabile una preparazione adeguata da parte delle forze dell’ordine, una selezione in base alle attitudini morali e delle definizioni incontrovertibili di bene a male che fanno normalmente capo al giudizio individuale. In poche parole si deve verificare la verità di ogni tempo e luogo che vuole le persone armate di qualsiasi gruppo etnico e nazione come gli individui eticamente e fisicamente più adatti a trasporre, diffondere e difendere i valori comuni e condivisi di quel gruppo etnico o nazione. La “campana di vetro” è un sistema utile anche per valutare dove ci possano essere delle parti offuscate a causa del personale interno più incline al proprio vantaggio personale rispetto alla tutela degli interessi pubblici fondamentali come la vita per un uomo destinato alla sicurezza pubblica. Le persone che offuscano la verità durante il controllo della società civile per mezzo degli uomini della pubblica sicurezza provocano un danno ingente in termini di risorse umane e materiali alla società civile e per questo devono essere immediatamente rimosse e destinate secondo contrattazione collettiva ad incarico più idoneo tenuto conto che si tratta comunque di personale selezionato o alla pena più idonea dove si riscontri che è stato causato un danno rubando per mezzo di una frode concorsuale il posto di lavoro a una persona idonea. L’evoluzione della democrazia occidentale come sistema di governo è passata dalla creazione successiva di migliaia di leggi di carattere nazionale che in Italia si arriva a contare per oltre undicimila rendendo ormai necessaria una riorganizzazione funzionale per argomento ed ambito di interesse. Il lavoro però non è affatto da considerarsi concluso e deve continuare urgentemente nel settore della pubblica sicurezza. Affidando il controllo e la fiducia al giudizio individuale del comandante di uomini si sono venute a creare delle zone di carenza di controllo che hanno generato a causa degli interessi collaterali di definiti gruppi di potere delle zone infette che generano un costante pericolo di sicurezza nazionale che in Italia si manifesta con un tentativo di golpe in media ogni dieci anni fin dal 1946. La carenza normativa e la trascuratezza di norme militari ormai generalmente considerate obsolete inoltre causa l’effetto collaterale di arretratezza nella preparazione del personale generico di pubblica sicurezza rispetto alle esigenze attuali delle quali l’onere è demandato a dipartimenti o gruppi di lavoro particolari generalmente esigui per forza e dimensioni. Un regolamento attuale redatto in base all’esperienza decennale e in base alle esigenze attuali rende le procedure di verifica interna immediate ed efficienti per garantire prima di tutto la sicurezza del personale destinato all’incarico vitale della pubblica sicurezza e per destinare questo personale all’efficienza e all’affidabilità del loro ruolo. Decenni di esperienza di democrazia misurati sui singoli casi individuali nell’odierno occidente la hanno resa una scienza esatta con i suoi regolamenti ed il margine di errore adeguato al grado di indagine empirica. Il metodo e le norme di buona prassi applicate all’efficienza della funzione di pubblica sicurezza servono a garantire l’imparzialità nel lavoro di preparazione al grado superiore, la condivisione di metodi migliori misurati nei risultati ottenuti e la meritocrazia nel premiare gli individui più efficienti che si misurano non più sulla simpatia politica dei personaggi notabili a livello cittadino e nazionale ma sui risultati ottenuti e sulla discussione continua dei metodi che li hanno resi possibili senza il timore della critica esterna che un nuovo clima di trasparenza e collaborazione con il cittadino ha reso costruttivo grazie alla sicurezza nel lavoro di pubblica sicurezza. Il personale di pubblica sicurezza deve lavorare in un ambiente sterile da ogni contaminazione esterna come la sala operatoria del chirurgo con la sicurezza e la precisione di taglio propria del chirurgo. Alla stessa maniera per prevenire la possibilità di contaminazione esterna da parte di gruppi di potere collaterali agli interessi pubblici è utile stabilire delle qualifiche di urgenza di intervento individuabili con la violazione della privacy prevista. Stabilendo questo metodo si contrasta la tendenza alla particolarità di trattamento imposta dalla cattiva scuola di pensiero che vuole il funzionario pubblico responsabile per la propria sfera privata e primo referente per le informazioni che riguardano l’ambito delle conoscenza personali quando invece è forse più sensato e proficuo procedere esattamente in senso opposto e fare intervenire gli uomini impiegati in pubblica sicurezza più lontani per parentela e conoscenza dagli individui oggetto di interesse. In questa maniera si contrasta anche la tendenza controproducente che rende gli uomini impiegati in pubblica sicurezza procacciatori di informazioni per la propria famiglia che nel meridione degradato costituisce l’interesse della criminalità organizzata nella ricerca di territori ambigui di transizione con la società civile. Non può esserci nessun interesse comune tra i criminali e i tutori dell’ordine e un ambiente di stato deve fungere in ogni caso da repellente contro ogni interesse criminale. Si può obiettare facilmente che persino le qualifiche di urgenza nelle corsie di ospedale possono essere disilluse e raggirate. Proprio questa rassegnazione alla prevaricazione e alla prepotenza ha consegnato il paese in mano ai criminali e alla depravazione morale. Cinque qualifiche di allerta di sicurezza corrispondono a cinque qualifiche di intervento che prevedono un determinato impiego di forza e competenza e una determinata autorizzazione alla violazione della sfera di riservatezza personale. La “allerta 0” corrisponde allo stato di un buon padre di famiglia con un lavoro e senza precedenti con le forze dell’ordine a meno della tolleranza per delle multe in corso o riscosse per violazioni di minore entità del codice della strada che non prevedono decurtazione di punteggio per la sospensione della patente. La “allerta 0” corrisponde a “tutela 4” e quindi nessun interesse per il tutore dell’ordine a meno di una variazione improvvisa dello stato di allerta sempre possibile e determinata da una segnalazione o da un riscontro di pattuglia sul territorio. I riscontri e le segnalazioni non veritiere portano ad una valutazione negativa per chi le ha effettuate. La tendenza imposta dal degrado culturale del meridione rende possibile ai malintenzionati di cercare sempre il contatto con le forze dell’ordine per procacciarsi informazioni interne e intralciare impunemente l’operato rischiando al massimo qualche richiamo verbale per indovinare a quale punto siano le indagini di polizia sul loro territorio. Qualunque contatto con le forze dell’ordine deve ottenere un riscontro negativo o positivo per scoraggiare qualsiasi tentazione di strumentalizzazione personale e restituire alla funzione di pubblica sicurezza la priorità dell’interesse pubblico senza eccezioni o possibili fraintendimenti. I malintenzionati possono accusare di essere considerati come degli automi per giustificare un largo margine di errore umano. In fatto di pubblica sicurezza è di importanza fondamentale l’iterazione umana con il pubblico e la conseguente decisione sul campo quindi l’umanità è un indiscutibile vantaggio rispetto a qualsiasi decisione meccanica. All’estremo opposto “allerta 4” corrisponde a un crimine in corso riscontrato per pattuglia sul territorio o per segnalazione del cittadino oppure alla ricerca di un criminale identificato per un crimine già accertato. Ad “allerta 4” corrisponde “tutela 0” con l’impiego di forza sul territorio previsto per la localizzazione e la cattura del soggetto o dei soggetti e la violazione della privacy strumentale alla ricerca di prove indiziarie o di indizi che guidano alla localizzazione del ricercato secondo i metodi e le direttive che li rendono utili al successivo lavoro giudiziario. L’attuale progresso tecnologico consente di mantenere una memoria pressoché infinita riguardo il profilo personale individuale e le metodiche criminali ma non è sfruttato quanto dovrebbe. Una memoria storica sufficiente in mano al singolo operatore di pubblica sicurezza rende minimo l’errore interpretativo della situazione contingente e al tempo stesso consente una massimo margine di decisione sul campo all’operatore informato di tutti i precedenti interessanti all’istante dell’intervento. Potrebbe prevedersi una scheda informativa prontamente disponibile all’operatore in base a una qualifica di segretezza personale che rende le informazioni di interesse in base al proprio impiego prontamente disponibili. Una prima facciata di impatto visivo rende immediatamente noto lo stato di allerta con un colore identificativo dal bianco al rosso in base all’emergenza riscontrata; il motivo che ha reso l’ultimo cambiamento di stato; lo stato del casellario giudiziario e dei carichi pendenti; l’ultimo contatto in ordine cronologico con le forze dell’ordine e l’esito del controllo. Dalla seconda pagina traiamo delle brevi informazioni biografiche con il risalto di eventuali parentele o conoscenze negativamente interessanti e di seguito uno storico ben curato di tutti i precedenti contatti con le forze dell’ordine mostrate e approfondite a secondo della qualifica di segretezza dell’operatore. Per rendere possibile questo le informazioni devono prima essere minuziosamente raccolte al momento del posto di blocco e della ricezione telefonica o verbale della segnalazione o della denuncia e l’esito positivo o negativo riscontrato. La peculiarità nella raccolta di informazioni rende il lavoro dell’operatore di pubblica sicurezza più efficace ed immediato e rende più difficile l’inquinamento per ragioni di interesse personale. Un precedente storico importante è il lavoro di “SS” naziste che tenevano su supporto informatico tutte le informazioni relative non solo alla religione del ricercato ma al comportamento personale, al suo atteggiamento sessuale e l’identificazione dei tedeschi possibili coadiuvatori. Volgere questi metodi in positivo usandoli contro i criminali è sicuramente utile. Il settore della pubblica sicurezza è di importanza e di delicatezza tale da rendere le modifiche proposte urgenti e da attuarle gradualmente con delicatezza in ogni settore ad iniziare però dalla necessità di creare un organismo di supervisione e coordinamento che prevede l’uso della preparazione di un magistrato in grado di essere super partes rispetto ai suoi stessi colleghi sul modello venezuelano. Il Venezuela della repubblica partecipativa partiva da condizioni di corruzione e criminalità simili a quelle attuali in Italia ed è un ottimo spunto di riflessione per i progressi ottenuti.                                                                                                              




                                                                                           

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