domenica 13 settembre 2015

NONNISMO NELLE FORZE ARMATE

Il nonnismo nelle forze armate viene generalmente trattato come dei singoli episodi di teppismo mentre invece nasconde una realtà molto più disastrosa e sconcertante. Il nonnismo è il risultato della infezione ideologia della criminalità organizzata nelle forze armate ed è molto pericoloso per la salvaguardia della integrità dello stato. Allo stesso tempo è lo strumento più utile per comprendere e studiare proprio la ideologia criminale che devasta il paese. Finora è stato incaricato un dipartimento specifico denominato “numero verde” che è incaricato di ricevere le segnalazioni da parte dei ragazzi per contrastare il fenomeno ma riesce solo a limitarlo proprio perché non ci si rende conto della gravità del problema. Il nonnismo esisteva già quando l’esercito era di leva. Proprio come generalmente si ritiene il servizio di leva sia educativo per i giovani ragazzi, in Italia avveniva il contrario e i giovani ragazzi venivano iniziati alla perdizione morale e mantenevano rapporti personali anche alla fine del servizio militare creando di fatto delle lobby. In poche parole attraverso l’esercito venivano a conformarsi le piccole e grandi volontà eversive del paese che sfociavano in un tentativo di golpe ogni dieci anni circa. Oggi con l’esercito professionale avviene la stessa cosa. La difficoltà maggiore di intervento nei casi di nonnismo è infatti la struttura piramidale di questa gigantesca associazione eversiva che annovera primi tra tutti molti ufficiali superiori. Gli atti di teppismo che vengono generalmente contrastati trovano quindi una giustificazione ideologica prima che una protezione da parte dei superiori che, attuando i propri schemi, nascondono per una questione di apparenza ed infine giustificano le malefatte. I giovani che vengono a contatto con questo enorme settore deviato sono vittime di una vera e propria corruzione morale esattamente come avviene nelle zone del meridione italiano. Vengono educati a comportarsi male perché questo è l’unico atteggiamento che ripaga. La prima depravazione inizia dal peccato comune a tutti, l’attività sessuale. I giovani vengono addestrati a schiavizzare delle ragazze generalmente dell’ambiente militare costringendole alla mercificazione del proprio corpo con diversi sistemi ed in gruppi di decine e centinaia di persone. In questo modo vengono schiavizzate le “stecche”, delle ragazze che sono trattate come prostitute ed abituate ad avvalersi della protezione dell’ambiente militare. Ne esistono almeno due o tre per ogni caserma militare. Le ragazze non possono ribellarsi perché altrimenti rimangono vittima di maldicenze che si giustificano dall’apparenza dell’ambiente di vita militare. Siccome i militari sono considerati come persone di rilievo anche quando invece si tratta di criminali si avvalgono di questa immagine per conseguire i propri lerci scopi e in questa maniera ottengono il doppio fine di logorarla. Le molestie sessuali e le violenze sessuali vengono usate prima di tutto come forma di ritorsione nei confronti di militari, anche ufficiali, che non si allineano alla condotta depravata di questo vero e proprio gruppo eversivo e tentano di denunciarli. Avvengono dei veri e propri rapimenti di figlie e fidanzate che vengono generalmente giustificati dal cosiddetto spirito di corpo: le ragazze devono dimostrarsi carine con i colleghi del padre o con i colleghi del fidanzato e i colleghi devono dimostrarsi omertosi nella condotta di vita anche quando questa è lesiva dell’immagine delle forze armate. Occuparsi di queste ragazze liberandole dalla schiavitù sessuale diventa in questa maniera il sistema migliore per ostacolare la depravazione morale di quello che altrove viene definito Monarc ma la difficoltà interviene nel fatto che è difficile denunciare degli ufficiali superiori o dei ragazzi per incitamento o sfruttamento della prostituzione. Queste ragazze vengono usate per scambi di favori oppure per ottenere dei vantaggi sul posto di lavoro come le prostitute sono fonte di lucro. Quello che in altri paesi viene definito Monarc sulla memoria storica delle follie naziste è molto di più di una serie di abusi sessuali ma una volontà eversiva che si fonda sulla depravazione morale dell’individuo e sul vincolo dell’omertà esattamente come la criminalità organizzata. In questa comune radice ideologica avviene l’incontro e la collaborazioni tra queste due entità criminali. La sintesi migliore di quello che avviene nell’esercito è satanismo. E’ scaturito già in diversi omicidi all’interno della caserma e nella vita familiare dei militari e molti altri omicidi come quello dei coniugi Trifone, di Stefano Cucchi e di altri morti per mano militare e, io sostengo, come quello di Yara Gambirasio non sono ancora stati ricollegati a questa realtà apocalittica dagli inquirenti. Il nonnismo svolge anche una azione di sabotaggio delle attività militari perché incentiva a disobbedire agli ordini sulla scala gerarchica e a evitare l’attività addestrativa. C’è secondo me una responsabilità forte di alcuni militari italiani negli attentati contro i loro colleghi in Afghanistan. Non solo per imperizia ma per una forma di ritorsione i talebani venivano indirizzati verso obiettivi prestabiliti e i militari seguiti durante tutto il percorso diffondendo informazioni riservate attraverso un sistema di radiocomunicazione rudimentale che generalmente si definisce “baracchino” in modo che si potessero facilmente ascoltare le comunicazioni dei sabotatori.  

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