lunedì 28 settembre 2015

IL LINGUAGGIO DELLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA

Perfino usando lo stesso identico linguaggio le famiglie di ‘ndrangheta partono da posizioni simmetricamente opposte alla consuetudine del vivere civile. Posso dimostrarlo argomentando addirittura della famiglia, considerata comunemente il fulcro della comunità criminale come della comunità civile. Gli uomini di ‘ndrangheta sono addestrati in famiglia a partire dal presupposto di un utile personale in qualsiasi occasione da ottenere sicuramente con la prevaricazione. In questa maniera la comunità criminale si rende conto immediatamente di qualsiasi tentazione di pentimento e i singoli componenti di una famiglia patiscono e lamentano immediatamente la privazione materiale e il mancato ricavo di una complicità criminale, il che li rende più facilmente controllabili. Mentre i luoghi comuni che riguardano direttamente il clan criminale sanciscono l’importanza della famiglia come prioritaria, coloro che sono esterni all’ambiente criminale difficilmente comprendono in che modo la famiglia criminale rimanga sempre un punto di riferimento certo per il singolo criminale. Non si tratta certo dell’affettività conseguente la familiarità. I criminali associati per delinquere sono abituati a fare affidamento sulla profonda depravazione morale di tutti gli individui con i quali hanno a che fare come presupposto di qualsiasi rapporto di complicità. “Non è mio fratello” arrivano a sancire per rinnegare davvero il consanguineo nel caso all’occorrenza non abbia commesso una ritorsione secondo le regole della criminalità organizzata o non si sia appropriato di un guadagno che gli si prospettava o ancora abbia negato la propria complicità a qualsiasi grado a un qualsiasi altro criminale in difficoltà. Le nuove generazioni vengono sottoposte a veri e propri riti iniziatici che partono da questi presupposti. Fino a quando il giovane non dimostra un carattere negativo continueranno le prevaricazioni all’interno della famiglia stessa.
Gli uomini di ‘ndrangheta interagiscono con la società civile come individui affetti da una psicosi particolare: tutto si può solo ottenere e si deve ottenere per mezzo della prevaricazione. In questo modo accade che pure usando le stesse identiche parole il significato appare esattamente l’opposto. La loro è una sfida ideologica alla società civile che parte dal presupposto che l’uomo è malvagio e non può confrontarsi alla pari con gli altri individui. Per questa ragione si aggrappano alla società civile come dei parassiti e ne stravolgono il significato per mezzo del gesto criminale e della complicità criminale tra loro.

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