La fazione distruttiva della società civile che prende piede
storicamente in Italia tanto da lasciarne individuare le origini storiche ed
arriva ad inquinare la vita politica del paese attraverso le lobbie partendo
dalle organizzazioni criminali particolari regionali riesce, quando si insinua
tra le istituzioni e nelle forze dell’ordine, ad attuare la sua sfida
ideologica alla società civile ed allo stato di diritto. Qualsiasi azione
progettata dalla comunità o qualsiasi strumento vengono facilmente volte in
negativo strumentalizzando e boicottando l’immagine dello stato che viene
derubata generalmente attraverso le raccomandazioni. Quando la mentalità
criminale arriva d inquinare lo stato fino all’intimità delle sue forze armate
è più facile parlare della lotta infinita tra il bene ed il male piuttosto che
delle generiche corruzioni perché si deve trattare di anime profondamente
perverse ma non bisogna dimenticare che una simile sfida non può che provenire
dalle organizzazioni criminali che invidiano la capacità di nuocere dello stato
di diritto senza comprenderne le motivazioni socialmente positive. In Italia la
depravazione morale si affonda finanche nelle Forze Armate coltivando fin dalla
giovane età e per iniziare dalle famiglie più stimate l’abitudine alla bruttura
morale e l’abitudine a coltivare i privilegi tralasciando gli oneri. Quello che
è un difetto per tutti i sistemi sociali diventa in Italia un abitudine indotta
ereditata dalle classi privilegiate del periodo totalitario precedente la
repubblica democratica attuale. La criminalità organizzata incrocia per
interessi e per abitudini di vita questa zona malsana dello stato che richiama
generalmente a propria giustificazione l’ideologia fascista riuscendo a
boicottare anche questa legata ad un periodo storico precedente. Si identifica
più propriamente con la catastrofe dell’attuale classe dirigente che degenera
con il sistema di governo obsoleto che essa rappresenta ormai depredato dalle
lobbie di potere collaterale. Il criminale generico così individuato manifesta
un individualismo irrazionale ereditato da una educazione profondamente
criminale in contrasto con gli interessi pubblici. Questo stesso individualismo
irrazionale è un atto di sabotaggio continuativo delle Forze Armate che lo
tollerano e lo sopportano esclusivamente per ingerenza delle lobbie. Gli
interessi criminali sintetizzati per famiglia o corrente politica
trasformeranno l’indole del criminale in metodica delittuosa. Tutto ciò di cui
il criminale verrà a conoscenza sul posto di lavoro e le informazioni che
cercherà per tutelare i propri interessi personali verranno strumentalizzati e
condivisi con i propri complici. Tutti i modelli positivi verranno
strumentalizzati per creare l’immagine necessaria a nascondere la propria
indole criminale. Tutti i sistemi di investigazione verranno volti in negativo
per identificare le persone oneste e per sabotare il lavoro delle Forze Armate.
Traspare all’esterno solo una invidia pietosa per il meritevole che deriva
dalla depravazione morale profonda che non ammette l’esistenza del bene. La differenza
sostanziale tra il meritevole e il criminale deriva esattamente dal proprio
interesse personale che lo spinge ad interferire nella quotidianità della vita
sociale tralasciando o sovvertendo totalmente il proprio dovere e la necessità
di imparzialità. Ne deriva una metodica criminale capace di divulgare
facilmente notizie riservate e strumentalizzare le Forze Armate a proprio
piacimento. Altrettanto facilmente si può derivare il sistema di investigazione
dal suo opposto metodo delittuoso perché della pubblica sicurezza interessa al
criminale esclusivamente l’abuso di potere.
mercoledì 28 ottobre 2015
domenica 25 ottobre 2015
BOSSETTI E RUOTOLO SONO INNOCENTI
Le pagine dei quotidiani sono piene di fatti di cronaca che
attendono chiarimenti ma a causa dell’infezione profonda di questa società
civile dal culto del male organizzato non ci rendiamo conto che le risposte che
attendiamo ci vengono negate proprio dal giornalismo e dalle forze dell’ordine
entrambi soggiogati dai poteri collaterali allo stato. Alla stessa maniera da
oltre venti anni la società deviata delegittima l’autorità dei magistrati
costringendoli sistematicamente alle dimissioni quando cercano le verità
scomode ai gruppi di potere deviato. Ci sono persone all’interno dello stato
che praticano il male perché sono diseducate in questa maniera e non trovano
nessun contrasto nella società civile ormai delegittimata. Per questa ragione da
decine di anni già non riusciamo a trovare le risposte che l’autorità dovrebbe
cercare nel meridione italiano. Quello a cui siamo abituati da sempre al
meridione sta accadendo drasticamente in tutta la penisola italiana. Bossetti e
Ruotolo sono solo dei capri espiatori suggeriti dalla viltà di non voler
ammettere che i reali autori degli omicidi sono persone provenienti dall’ambiente
militare che hanno una notevole influenza decisa dalle loro parentele
importanti ed hanno la possibilità di inquinare le prove sul luogo dell’attentato
per depistare le indagini. La complicità tra questi individui interni alle
forze dell’ordine è suggerita dalla loro educazione criminale e funziona
esattamente come una associazione per delinquere. Per la loro educazione
criminale questi individui suscitano l’accanimento che è sprigionato ad esempio
nella follia omicida di Parolisi contro la moglie Melania. In quel caso il
colpevole è stato identificato con successo ma non accade quasi mai. I
responsabili degli omicidi di Yara Gambirasio e dei coniugi Ragone sono dei
militari del 2° Reggimento Alpini di Cuneo che agiscono in combutta autorizzati
dalle loro parentele importanti all’interno delle Forze dell’ordine. Questo è il
reale aspetto brutale del settore deviato che siamo abituati a cogliere solo
come fenomeno politico. La pedofilia nel settore deviato è un fenomeno
quotidiano perché per abitudine schiavizzano ai loro interessi quanti più
individui possono ad iniziare dalla giovane età. Yara era una delle ragazze che
frequentavano gli alpini di Cuneo. Lo so perché ne ho sentito parlare un anno
prima dell’omicidio. I ragazzi avvezzi a questa mentalità criminale si vantano
facilmente delle loro prodezze su individui inermi certi che avranno l’appoggio
di una intera organizzazione criminale quando cadono sistematicamente in errore
con la consueta giustificazione della immagine delle forze armate che sul
modello della cultura criminale meridionale non sanno difendere se non a costo
di brutalità e menzogne. Queste brutalità e queste menzogne entrano sempre in
contrasto con gli interessi pubblici che non vengono più tutelati in nome del
favoritismo suggerito ancora una volta dalla cultura criminale del meridione
secondo la quale il male è l’unica soluzione ad ogni ambizione personale. Probabilmente
la ragazza proveniente da una famiglia di sani principi si è rifiutata di
soddisfare le pretese del militare e questo si è accanito contro di lei perché nella
loro cultura farsi rispettare consiste sempre nella prevaricazione e nella
violenza sulle vittime inermi. Dopo il delitto hanno cercato un capro
espiatorio per strumentalizzare l’autorità di stato ai loro biechi fini come
sono abituati a fare. Bossetti è quindi vittima di una forte antipatia da parte
di persone deviate e niente altro. L’ultima parte del piano è l’istigazione al
suicidio della quale si è sentito parlare dai giornalisti.
Anche i coniugi Ragone sono entrati in contatto con il 2°
Reggimento alpini di Cuneo. Anche in quel caso ero presente. Circa sei anni
prima della morte dei coniugi questi per motivi di lavoro si trovavano a Cuneo
ed ho sentito personalmente le minacce di morte provenienti sempre dai soliti
militari raccomandati da ufficiali dell’arma dei Carabinieri. Anche in questo
caso i loro complici hanno avuto la possibilità di inquinare le prove ed anche in
questo caso è stato trovato un capro espiatorio suggerito dall’antipatia da
parte di questi ambienti deviati. Abbiamo a che fare con dei serial killer
abituati dalle loro famiglie e non semplicemente per indole all’abuso di
potere. Risolvere questi tre omicidi significa risolvere i problemi di
stabilità interna della nostra repubblica. Il 2° Reggimento alpini di Cuneo è
responsabile di molti altri crimini. Far venire allo scoperto i deviati è molto
più semplice di quanto sembra perché questi individui sono abituati alla sfida
morale contro la società civile che determina il culto del male assoluto. A
ragione si è parlato di satanismo all’interno delle Forze Armate come si parla
finalmente di satanismo riferendosi alla criminalità organizzata nel meridione
italiano.
giovedì 22 ottobre 2015
LE RESPONSABILITA' DELLA COMUNITA' ITALIANA NEL CONTRASTO AL CRIMINE ORGANIZZATO
Lo stato è direttamente responsabile di un danno economico e
sociale quando non sa contrastare efficacemente il potere delle lobbie
criminali ponendo in atto le cautele indispensabili a prevenire qualsiasi
interferenza dell’interesse personale nella gestione della cosa pubblica, con
effetti devastanti quando questi interessi interferiscono nella gestione della
pubblica sicurezza. L’argomento è di interesse impellente, urgente quanto la
sicurezza nazionale perché lo strapotere delle lobbie in tutta Italia deriva
dall’infezione della cultura criminale che devasta il meridione della nazione.
Nell’ambiente della criminalità organizzata comunemente ed abitualmente le
decisioni del boss influenzano il comportamento di tutto il clan ed influenzano
il comportamento degli altri clan. Questa abitudine scaturisce nell’informazione
preliminare che prevede di identificare chiunque venga a contatto con l’individuo
criminale per la prima volta per clan di appartenenza ed area di influenza
politica. Per questa ragione l’influenza del potere territoriale ed economico
nell’apparato statale scaturisce al sud del paese come da nessuna altra parte
in condizioni di forte disagio che portano a conseguenze tragiche. Per spiegare
bene le condizioni di una vittima di tali atteggiamenti persecutori possiamo
fare l’esempio tristemente noto dei figli di immigrati vittime della furia ceca
dei propri genitori. Le nuove generazioni crescono in un ambiente diverso da
quello dei propri genitori venendo a conoscenza delle tutele ai diritti dell’individuo
che garantisce il modello della democrazia occidentale. Lo scontro tra la nuova
cultura, cui la famiglia intera si avvicina per scelta, e il costume, la cui
continuazione è imposta dalle frequentazioni ambientali e familiari dei
genitori, diventa incomprensione ed infine violenza atroce. Il disagio
psicologico può però provenire da uno scontro più esteso, dall’ambiente
lavorativo per esempio, e le frustrazioni delle vittime di scontro ambientale
giungono sui bambini inermi, incapaci di difendersi. Le cause dell’orrore
appaiono identiche per la cultura retrograda del meridione ma la matrice
malvagia che caratterizza la cultura violenta della criminalità organizzata può
lasciare facilmente presupporre che le vittime della furia ceca ed improvvisa
non siano sempre accidentali bensì causate premeditatamente dall’odio di
persone che riescono a perseguitare le loro vittime nell’intimità del loro
ambiente familiare. Le promesse della democrazia occidentale si scontrano
disastrosamente con una cultura retrograda e criminale che al meridione la
rinnega. L’odio razziale al meridione può scaturire in atteggiamenti
persecutori che sono la causa nascosta delle stragi familiari nei piccoli
nuclei di immigrati. La stessa sorte tocca nel meridione troppo spesso alle
donne vittima di discriminazione. Per questa ragione è indispensabile allo
scopo di prevenire altre vittime garantire che chiunque lavora per le
istituzioni riesca ad operare nell’esclusivo interesse della società civile
senza lasciarsi influenzare dai propri interessi personali o familiari che
inevitabilmente degenerano nella discriminazione. La cultura criminale del
meridione impone esattamente al contrario che l’impiegato statale, ad esempio,
assunto per raccomandazione, esegua prioritariamente gli ordini della famiglia
o del personaggio influente che lo ha raccomandato ed agisca secondo le regole
rigide della cultura retrograda del meridione: criminale ormai non solo per una
mia interpretazione personale ma perché apertamente e direttamente in contrasto
con gli interessi della società civile e con le regole del diritto. La cultura
criminale del meridione ha diversi aspetti in comune con il fondamentalismo
islamico: la chiusura mentale rispetto alle influenze esterne, la
considerazione della donna ma soprattutto drasticamente la violenza per
imporsi. Pur sussistendo una posizione di scontro assoluto con la comunità
internazionale e lo stato di diritto non esiste ancora oggi nel meridione
italiano lo stesso impegno internazionale che esiste contro i fondamentalisti
islamici in medio oriente perché, a parer mio, si sottovaluta la pericolosità
della criminalità organizzata italiana della quale non si contano le vittime ed
i danni economici e sociali in tutto il mondo. La forte discrepanza che
inasprisce gli scontri etnici è generazionale ed è costituita dalle posizioni
concettualmente opposte tra la libera determinazione dell’individuo nella
società civile che promette la democrazia occidentale con il diritto di
proprietà sulla persona fisica da parte dei genitori provenienti da culture
retrograde che ancora oggi è tollerato fin troppo in tutto il mondo ed è esteso
a tutto l’arco della vita dell’individuo per i meridionali italiani arrivando
ad includere la comproprietà di tutto il clan. Del resto l’ingerenza degli
interessi personali nella vita lavorativa e la discriminazione degli individui
deboli non riguardano più il solo meridione italiano ma tutta la nazione.
Potremmo dire che, mentre l’Italia fatica a penetrare nelle zone culturalmente
impervie del meridione, la cultura criminale della criminalità organizzata ha
pervaso l’intera nazione incominciando disastrosamente dalla vita politica del
paese e usa la nazione come terreno di passaggio per il mondo intero.
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lunedì 19 ottobre 2015
L'INFEZIONE DELLO STATO E LE MALATTIE PSICHIATRICHE
La forte ingerenza del potere criminale scatenata
dall’assenza di controllo sulla vita politica miete delle vittime ogni giorno
nel paese causando una strage quotidiana che siamo abituati ad imputare
all’errore umano e a perdonare. Questa strage deriva principalmente dalla
immobilità degli organismi preposti al controllo e delle istituzioni in
generale che sono paralizzate dall’ingerenza del potere criminale che si
manifesta nel circuito delle raccomandazioni e impedisce all’intero apparato
statale di muoversi a meno di un ordine sterno ad esso deciso impunemente
contro gli interessi collettivi che può imporre un abuso come una azione
omicida. Questo succede in Italia nel settore pubblico che finisce col fare gli
interessi di pochi anziché esprimere le esigenze e le volontà popolari. Il
settore più esposto alle critiche pubbliche è anche quello più drammaticamente
pericoloso. Il settore della sanità al sud esprime tutto il disagio culturale
etutti i problemi causati dalla cultura retrograda del meridione. La viltà
impone di non contrariare la volontà dei potenti e di preferire la ritorsione
bieca piuttosto della pretesa legittima delle proprie prerogative che consente
la società civile. Il clima generale si manifesta in una inefficienza cronica
della pubblica amministrazione che nel settore della sanità diventa un dramma.
Non sono queste le uniche vittime della idolatria del potere, del sesso e del
denaro in Italia ma sicuramente le più sentite perché uno stato che non si sa
prendere cura della salute pubblica non ha ragione di esistere. La sanità è
anche il settore che consente di nascondere più facilmente degli omicidi e i
pentimenti all’interno dello staff medico sono rarissimi. I morti da dottore al
meridione vengono talvolta imputati all’errore medico ma i morti giovani al sud
rappresentano un dato statistico sempre più allarmante che dovrebbe indurre a
creare una statistica separata rispetto al nord del paese. Per quieto vivere e
per il desiderio di tranquillità scaturito da condizioni di vita difficili e
stressanti spesso non si indaga eccessivamente sulle morti sospette evitando
anche le conseguenze derivate da una curiosità legittima quando si ha davvero a
che fare con l’incompetenza perché la curiosità legittima ti mette in contrasto
con i gruppi di potere che hanno consentito l’assunzione ingiustificabile. Il
settore della sanità al limite del controllo giuridico è quello delle malattie
psichiatriche odiernamente gestite in strutture simili a comunità terapeutiche
spesso definite casa famiglia con l’intento di dare una sistemazione adeguata a
coloro i quali per un motivo o per un altro non possono avvalersi dell’appoggio
dei familiari. Questo vale tanto per individui con spiccate tendenze
autolesioniste quanto per persone anziane che non possono essere accudite in
famiglia per esigenze economiche o miseramente per indisposizione personale dei
familiari. I malati psichiatrici costituiscono un territorio limite tra quello
legale e quello medico. Vivono in un diritto anomalo che non è riconosciuto
dall’interesse statale e suscita quindi l’interesse di molte persone
marginalmente connesse al campo che si possono affidare solo ai diritti del
malato non sufficientemente redatti e avvalorati. Si fa affidamento in questo
campo al buon cuore della gente che si trova sempre più raramente. Un malato
psichiatrico dipende dalle decisioni dei propri familiari più stretti anche
quando la malattia non è riconosciuta invalidante. Il malato dipende
interamente dalle decisioni del medico che lo ha in cura che ne può decidere il
trattamento farmaceutico come la libertà di deambulazione senza il preciso
consenso personale. Questa approssimazione e mancanza di tutela rende i buoni
intenti della medicina strumentalizzabili da malintenzionati con il potere
della notorietà e dalla cattiveria della gente che nella cultura retrograda del
meridione può essere la causa della malattia identificabile nell’ambiente più
familiare della vittima senza che questa abbia la possibilità di difendersi dal
danno subito se non c’è un interessamento terzo. Gli interessi economici delle
cause farmaceutiche e la scarsa attenzione umana nei confronti del malato
psichiatrico si traduce in un abuso del rimedio farmacologico. I farmaci
psichiatrici hanno un effetto molto invasivo con conseguenze devastanti ed
effetti collaterali che arrivano a causare la morte dell’individuo. Tutto
questo considerato sarebbe opportuno prevederne l’uso solo ed esclusivamente
nel caso di immediata necessità come si prevede ad esempio nel caso di un
intervento di costrizione fisica e regolarne successivamente l’assunzione solo
nella dose minima utile e per il periodo minimo necessario secondo il parere
contestabile presso una commissione medica superiore con funzioni ispettive.
L’erogazione di una ingente somma di fondi pubblici non corrisponde ad un
adeguato attuale controllo ispettivo. Si rende necessaria la creazione della
figura di un garante con potere decisionale immediato sia per il settore medico
che una figura particolare apposita per il settore medico psichiatrico.
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EDUCAZIONE NELLA FAMIGLIA CRIMINALE
La criminalità organizzata attua una negazione assoluta
della società civile che si fonda sulla viltà d’animo. La viltà d’animo e la
negazione della società civile saranno le basi della persuasione nella
corruzione morale degli individui con i quali vengono a contatto e saranno le
basi della diseducazione in famiglia. Fin da bambini i figli dei criminali
avranno inculcata l’idea che non si può ottenere niente dalla società civile
che è ostile e inadempiente se non attraverso il sotterfugio e la complicità criminale
del clan, unico reale appoggio materiale sul quale il giovane individuo può
contare se ha un comportamento conforme alle dure regole della depravazione
morale imposte dal clan che si riserva il diritto di negare fino al cibo
solitamente nel caso venga rifiutata una imposizione sessuale. I giovani
criminali sviluppano un carattere remissivo ed aggressivo che li rende
riconoscibili in tutti gli ambienti sociali. Fin dall’età scolastica e per
tutta la durata della loro vita sono abituati ad ottenere il risultato
educativo o professionale autorizzato dal clan con il sotterfugio o il furto
intellettuale e con l’intervento complice della famiglia che giustifica ed
elemosina o raccomanda a seconda del caso. Se l’interlocutore è un estraneo
finirà nel raggiro della persuasione o chiederà una contropartita, se è una
persona affine al clan è già loro complice e giustifica e nasconde gli errori
del clan.
La negazione dei valori civici della criminalità
organizzata si riflette pienamente nel ruolo della famiglia criminale. La
famiglia è una vera e propria azienda criminale che non assume a concorso o a
domanda ma gestisce gli individui nel proprio territorio come si gestisce il
bestiame. Detti individui devono imparare l’obbedienza cieca al clan a costo di
dure conseguenze che non tengono assolutamente conto della parentela dell’individuo
intesa ordinariamente. Il legame familiare si misura in base al legame di
complicità più stretto. Il ruolo della famiglia nella società civile è quello
di garantire il corretto sviluppo fisico ed intellettivo dell’individuo in
relazione alle influenze esterne ed è quello prioritario di fornire i mezzi
adeguati proporzionali alle proprie possibilità per il completo sviluppo della
personalità nella società civile. La criminalità organizzata limita la facoltà
di agire, di movimento e in definitiva lo sviluppo sociale di chiunque venga a
contatto con loro perché ogni azione socialmente utile costituisce un ostacolo
con i loro affari e viene in contrasto con gli interessi criminali del clan. Le
arti e le scienze sono vietate esattamente come qualsiasi altra propensione
professionale fino a quando l’individuo non ha appreso il principio del
parassitismo sociale, fino a quando cioè non ha imparato che per sopravvivere
deve rubare del merito e delle risorse altrui. Nel diritto i genitori hanno
degli obblighi nei confronti della prole necessari a garantire la salute
psicofisica dell’individuo ad ogni età di sviluppo e consentirgli di svolgere
il proprio ruolo sociale. Nella famiglia criminale sono i figli ad avere doveri
ad iniziare da quello dell’obbedienza imposta addossandogli le proprie
responsabilità ed attribuendo gli errori commessi dalla famiglia. In questa
maniera vengono addestrati a fare lo stesso scaricabarile sul più debole o
sulle persone virtuose per il sentimento di invidia profonda che sviluppano. Il
criminale in associazione a delinquere è abituato come ogni altro criminale a
vivere alla giornata ma riesce anche a rubare il futuro altrui e delle prossime
generazioni per scaricare le proprie responsabilità. Per farlo trattiene i
vincoli che riesce a creare attraverso i luoghi comuni della parentela e
attraverso la complicità criminale che si basa sulla conoscenza reciproca dei
vizi e dei crimini. Il criminale sta in guardia contro il talento e la
disciplina e contro la passione per lo studio come un uomo di legge sta attento
invece ai segnali di allarme contro il crimine. Incapace a qualsiasi mansione
sta attento e sfrutta tutte le sue complicità per sapere del misfatto della
virtù che infastidisce e la interrompe in ogni maniera per scoraggiarla e
corrompere un nuovo individuo da legare al vincolo silenzioso della complicità
criminale ma il motivo principale di preoccupazione è il fatto che il sano e il
virtuoso comportamento può scatenare i sospetti su un comportamento contrario. Vivere
onestamente è contagioso e scatena perfino l’invidia del criminale che in ansia
di essere giudicato per la paura di ammettere i propri errori impedirà la
socialità attiva e l’impegno civico in ogni maniera. La famiglia criminale si
impegna a creare la dipendenza per l’agiatezza e per il vizio e si impegna in
una ritorsione sempre più aspra e vile per impedire ogni tentativo di fuga o accorgersene
il prima possibile. Non esiste l’affettività in una famiglia criminale. La
parentela è un alibi per ritorsioni più infide e peggiori mentre i sistemi
persecutori ai quali si allenano in famiglia e che infine diventeranno il
simbolo distintivo del nuovo affiliato presentato all’ambiente criminale con
più orgoglio quanto più miserabile e vigliacco è stata l’azione criminale che
ha compiuto. Il linguaggio ingannevole quanto sconcertante il loro
comportamento. Dire che le nuove generazioni o gli estranei si comportano bene
con il clan vuol dire che sono legati a un vincolo di complicità profonda e non
intendono infrangerlo. Ciò li rende ricattabili in caso di tradimento.
domenica 18 ottobre 2015
ANALISI REALE SUL SETTORE DEVIATO DELLO STATO
Quello che sta accadendo nelle forze dell’ordine è
esattamente ciò a cui siamo perfettamente abituati nel meridione italiano. La
verità al meridione non ha alcun valore mentre hanno valore le complicità
criminali che legano gli individui tra di loro per una questione culturale che
va indagata nel profondo. La cultura degenerata del meridione impone di
perseguire la propria utilità con il sotterfugio e la prevaricazione prevedendo
il minimo rischio possibile per la propria incolumità sia quando questa è
minacciata da un'altra famiglia criminale sia quando è minacciata dalla
giustizia. Proprio cercando la protezione e la complicità ad ogni livello
istituzionale avviene l’infezione di questa mentalità criminale che presuppone
la società umana e il singolo essere umano come elemento negativo sempre di
intralcio all’autorealizzazione che può quindi avvenire solo con metodi
criminali. I criminali cercano un posto nelle forze dell’ordine per imporre il
proprio interesse personale e tutelare gli affari della propria famiglia a
discapito degli altri, primi fra tutti a discapito delle persone oneste. Lo ottengono
per mezzo della raccomandazione e in un circolo vizioso sabotando gli intenti
delle persone oneste che senza appoggio criminale tentano di ottenere l’ambito
posto di lavoro. Questo sabotaggio continua anche una volta assunti ed avviene
meccanicamente attraverso metodiche ben precise tese ad affermare la loro
cultura, in aperto contrasto con la società civile. La sfida dei criminali in
Italia in ogni luogo è apertamente quella di dimostrare che la società umana e
lo stato di diritto sono fallimentari e lo fanno affermandosi contro ogni
logica parassitando l’impegno altrui, imponendosi in ogni modo e in ogni luogo
come unica alternativa. Per loro lo stato è solo uno strumento di vessazione.
Realmente non comprendono il valore della giustizia perché abituati per cultura
ad ottenere ciò che vogliono contro ogni altra regola. Il risultato è il
sabotaggio continuo del lavoro delle forze dell’ordine. Dobbiamo amaramente
constatare che ormai è questa la posizione preponderante nello stato italiano
che scivola velocemente verso l’anarchia assoluta. Le persone per bene in mezzo
ad una disputa si limitano alla degenerazione culturale del farsi i fatti
propri, il principio essenziale della mentalità criminale, perché tutti sono
colpevoli di qualcosa se divengono oggetto di discriminazione. La
discriminazione in un ambiente malato viene pagata dalle persone virtuose che
diventano vittima di critica e di persecuzione proprio per dimostrargli che il
male è l’unica soluzione e renderli succubi della società criminale che si
articola ormai ad ogni rango sociale. La maggiore difficoltà per ostacolare
questo colpo di stato è dovuta ai complici altolocati insospettabili di questa
logica perversa ed alla accentuata ramificazione all’interno dello stato che ci
rende bersaglio di ogni tipo di pericolo ad iniziare dal pericolo dell’inefficacia
totale dei mezzi di prevenzione conto il pericolo terrorista che gli altri
stati occidentali hanno mentre noi non riusciamo ad identificare i terroristi
dopo decine di anni dagli attentati. Siamo in balia del terrorismo politico che
si afferma attraverso le lobbie di potere senza più la necessità di colpire in
maniera eclatante sul territorio nazionale. Da tempo la politica nazionale ha
firmato la resa ai metodi criminali di assegnazione dei posti di lavoro, anche
di quelli indispensabili ed urgenti come i funzionari di pubblica sicurezza.
Nascondendosi facilmente dietro l’immagine ovviamente positiva del funzionario
dell’ordine pubblico ottengono lo scopo di colpire i loro bersagli
semplicemente diffamandoli o di coprire il loro complici esterni semplicemente
informandoli per tempo dei pericoli ma soprattutto ottengono lo scopo di
sfiduciare i cittadini nelle istituzioni facendoli rassegnare all’orribile
dittatura del male che non ha bisogno di emissari in vista ma più facilmente si
nasconde all’ombra delle personalità di spicco per la viltà spirituale che
contraddistingue la loro cultura degenerata. Questo paese ha perso la fede nell’uomo.
La prima è più urgente riforma da effettuare per prevenire le infiltrazioni
criminali è quella delle forze dell’ordine. Nascondere questa realtà è una
grossa complicità criminale motivata dalla vigliaccheria.
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LO STUPRO E LA FRUSTRAZIONE CRIMINALE
Lo stupro è un problema che riguarda l’intera società civile
e non esclusivamente la donna perché il rapporto tra sessi ha un ruolo
fondamentale nella spinta evolutiva di tutti gli esseri viventi. Questa verità
naturale conferisce alla donna un ruolo chiave nella società civile che paga il
suo prezzo pesantemente quando la donna vittima di violenza influenza
negativamente l’ambiente in cui vive ad iniziare dall’ambiente familiare e
concludendo con l’ambiente professionale del quale la donna ha sempre fatto
parte integrante e dove solo oggi vede il suo ruolo per una esigenza
organizzativa proporzionale alla crescente individualità dei singoli nella
collettività. La donna vittima di violenza che non vede soddisfatta l’offesa
subita dalla giustizia sviluppa un carattere socialmente negativo che tramanda
alla prole e sarà peggiore in proporzione alle costrizioni al silenzio imposte.
I criminali meridionali conoscono bene questo effetto e ne strumentalizzano le
conseguenze facendo diventare lo stupro una forma disumana di diseducazione. La
donna o l’uomo vittime di imposizione sessuale stroncheranno le loro ambizioni
sociali che naturalmente determina la selezione sessuale. La libera scelta
sessuale pone la differenza tra l’uomo e le bestie in schiavitù e rappresenta
ancora il segno della civiltà che stenta ad arrivare in ogni parte del mondo. L’uomo
virtuoso di fronte alle conseguenze psicologicamente distruttive dello stupro
che manifesta la vittima subirà esso stesso un danno morale che si ripercuote
nella sua vita affettiva e professionale come ulteriore segnale di allarme che
avverte della necessità sociale ed umana urgente di porre rimedio ad una piaga
di ingenti conseguenze e di crescente diffusione a causa degli stimoli negativi
dell’imposizione del libertinaggio sessuale e della carenza di modelli
positivi. Succede ad esempio al partner della vittima che generalmente non si
considera soddisfatto neanche quando il crimine è riconosciuto e perseguito
dalla legge. Nella donna non doverosamente supportata dalla società civile le
conseguenze psicologiche dello stupro degenerano fino al lesbismo e all’odio
per l’altro sesso. D'altronde il carattere dello stupratore dimostra una
omosessualità latente e un profondo senso dell’odio: la frustrazione sessuale
di un carattere socialmente negativo li spinge ad odiare l’umanità stessa e
quindi i suoi comportamenti naturali. L’omosessualità palesa pure l’intenzione
distruttiva per il genere umano. La violenza sessuale è un problema antico
quanto il male e probabilmente lo incarna fino ad identificarlo. Perfino nelle
regole antiquate imposte da Mosè alle tribù ebraiche lo stupro veniva
contrapposto ad un comportamento sano ancora tramandato dalla bibbia, misconosciuto
da molti cristiani nella misura della loro fede, ed era prevista la morte come
punizione in alternativa alla responsabilità matrimoniale quando la donna aveva
pochi diritti oltre a quelli del bestiame. Da allora sono stati fatti
pochissimi e recentissimi passi avanti per riconoscere la dignità dell’individuo
nei rapporti sessuali ma troppi passi indietro nelle abitudini sessuali della
popolazione occidentale da imputarsi probabilmente alle icone del consumismo
sfrenato che impone l’abuso delle libertà conquistate dal progresso sociale e l’irresponsabilità
collettiva. Un considerevole ulteriore progresso potrebbe essere costituito
dalla possibilità da parte della donna di riconoscere il proprio stupratore in
tribunale una volta accertato il rapporto sessuale da parte del professionista
medico o riconosciuto dal criminale stesso in tribunale. Oggi invece la donna
vittima di stupro al contrario della vittima di ogni altro reato si trova, già
difficilmente denunciato il crimine, di fronte a molte altre difficoltà che
alcune donne paragonano ad un ennesimo stupro da parte dell’autorità che
necessita di provare oltre al fatto la dimostrata contrarietà della donna con
grande invasività medica ed investigativa. L’ importanza e la diffusione del
crimine giustificano invece un impegno più efficace a costo di prevedere
qualche errore giudiziario comunque inevitabile a danno di uomini ingiustamente
accusati che, dopo tanti anni di esperienza opposta, si potrebbero così
responsabilizzare sulla loro scelta sessuale e sul loro atteggiamento sessuale.
Questo progresso potrebbe però oggi essere determinato solo da una profonda
rivoluzione sociale che riconosce il problema collettivo e l’esigenza immediata
di porvi rimedio creando delle garanzie sul diritto di libera scelta sessuale.
venerdì 16 ottobre 2015
BULLYING EDUCATES NEW GENERATIONS OF CRIMINALS. IL BULLISMO EDUCA NUOVE GENERAZIONI DI CRIMINALI
In English at beginning, in fondo in italiano.
The problems of the southern italian students are not at all different from the problems of the population. In the school environment all the social hardships and cultural deviations present in the external environment are reflected, but for good reason we should demand a more accurate monitoring of the new generations aimed at combating the cultural problems present in the territory of interest. This demonstrates the need to decentralize as much as possible the management of the education sector to be able to recognize, prevent and counteract situations of teaching difficulties that also reflect the contrast on the territory with public needs but shows us above all a lack of knowledge of these contrasts that a greater attention towards the new generations could avoid. Unfortunately, the social and cultural contrasts with public needs are also measured according to the adaptation of the teachers to the socio-cultural environment that determines them. Ultimately, the guarantee of the interests of the teacher according to his public function ensures effective penetration in the territory that can satisfy even the needs of prevention in the field of public safety. The demonstration of contemporary needs between the professional teaching environment and the educational environment remains in topics such as bullying and drugs. The bullying in the south is not simply the act of abuse of the bully boy for education but a system of diseducation of the new generations to the logic of criminal power in which the bully can also have a thin and embarrassed appearance. While the state plans a school education system, in those same environments among young people, precocious teachers commit themselves to inculcate opposing values and make recognize the systems of control of organized crime that will follow them throughout their lives and that will really impose their decisions to individual since very young. The character of organized crime is fully reflected among young students and imposes cowardice and subterfuge as rules of obedience. The young offenders will not be scrupulous to act subtly in a numerical majority and away from the complicity of their own and acquired in the family that define friendships. The important thing is to avoid the consequences of this environment for the boy of good education that forced to defend himself will be criminalized until he assimilates the criminal culture. The episodes of violence must always be condemned and prevented by demonstrating the vigilant presence of the educator but above all it is necessary to know how to distinguish well between the virtuous and the dishonest. It is a hard test for the educator who has to do with the young age and the sense of tenderness that inspires even when he lives in a degraded environment and that is used by young bullies to art. What happens between school desks is always the mirror of family education. In the South, the culture of civil society is at a disadvantage compared to the more profitable cult of ignorance and an army of social workers would be needed to carry out an urgent task. Even in the face of the scourge of drugs, the education sector proves to be impotent and an obstacle to the public security function, justifying illicit behavior with the excuse of the state's passivity for the quiet living with the family members of the deviant that justify their behavior and sometimes they encourage him as a system of uneducation to the silence of omerta and criminal complicity. Hardly the guilty ones of the deseducation will admit their responsibilities because they themselves are promoters of a criminal culture. In the south we need an evangelization of the common good starting from adults and first of all those who are responsible for being professional educators while already throughout Italy we pay the price of the infection of the historically southern cult of evil.
I problemi degli studenti meridionali non sono per nulla differenti dai problemi della popolazione. Nell’ambiente scolastico si riflettono tutti i disagi sociali e le devianze culturali presenti nell’ambiente esterno ma a buona ragione dovremmo pretendere una sorveglianza più accurata sulle nuove generazioni finalizzata proprio a contrastare i problemi culturali presenti nel territorio di interesse. Questo dimostra la necessità di decentrare quanto più possibile la gestione del settore dell’istruzione per riuscire a riconoscere, prevenire e contrastare le situazioni di difficoltà di insegnamento che riflettono anche il contrasto sul territorio con le esigenze pubbliche ma ci dimostra soprattutto una carenza nella conoscenza di questi contrasti che una maggiore attenzione nei confronti delle nuove generazioni potrebbe evitare. I contrasti sociali e culturali con le esigenze pubbliche si misurano anche purtroppo in base all’adattamento degli insegnati all’ambiente socio-culturale che li determina. In via definitiva la garanzia degli interessi dell’insegnate in funzione della sua funzione pubblica garantisce una penetrazione efficace nel territorio in grado di soddisfare persino le esigenze di prevenzione in campo di pubblica sicurezza. La dimostrazione di esigenze contemporanee tra l’ambiente professionale docente e l’ambiente educativo rimane in argomenti quali il bullismo e la droga. Il bullismo al sud non è semplicemente l’atto di prevaricazione del ragazzo prepotente per educazione ma un sistema di diseducazione delle nuove generazioni alle logiche di potere criminale in cui il bullo può avere anche un aspetto mingherlino e impacciato. Mentre lo stato pianifica un sistema di istruzione scolastica, in quegli stessi ambienti tra i ragazzi, insegnanti precoci si impegnano per inculcare valori opposti e fanno riconoscere i sistemi di controllo della criminalità organizzata che li seguiranno tutta la vita e che imporrà realmente le sue decisioni all’individuo fin da giovanissimo. Il carattere della criminalità organizzata si riflette pienamente tra i giovani studenti e impone la viltà e il sotterfugio come regole di obbedienza. I giovani prevaricatori non si faranno scrupoli ad agire subdolamente in maggioranza numerica ed al riparo delle complicità proprie ed acquisite in famiglia che definiscono amicizie. L’importante è evitare le conseguenze di questo ambiente per il ragazzo di buona educazione che costretto a difendersi sarà criminalizzato fino a quando non assimila la cultura criminale. Gli episodi di violenza vanno sempre condannati e prevenuti dimostrando la presenza vigile dell’educatore ma soprattutto è necessario sapere distinguere bene tra il virtuoso e il disonesto. Si tratta di una dura prova per l’educatore che ha a che fare con la giovane età ed il senso di tenerezza che ispira anche quando vive in un ambiente degradato e che è usato dai giovani bulli ad arte. Quello che succede tra i banchi scolastici è sempre lo specchio dell’educazione familiare. Al sud la cultura della società civile è in posizione di svantaggio rispetto al più proficuo culto dell’ignoranza e sarebbe necessario un esercito di assistenti sociali per svolgere un compito urgente. Perfino di fronte alla piaga della droga il settore dell’istruzione si dimostra impotente e di ostacolo rispetto alla funzione di pubblica sicurezza giustificando comportamenti illeciti con la scusa della passività dello stato per il quieto vivere con i familiari del deviato che ne giustificano il comportamento e talvolta lo incoraggiano come sistema di diseducazione al silenzio dell’omertà e della complicità criminale. Difficilmente i colpevoli della diseducazione ammetteranno le loro responsabilità perché essi stessi fautori di una cultura criminale. Al meridione c’è bisogno di una evangelizzazione al bene comune ad iniziare dagli adulti e per primi da coloro che sono responsabili di essere educatori professionali mentre già in tutta Italia paghiamo il prezzo dell’infezione del culto del male storicamente meridionale.
The problems of the southern italian students are not at all different from the problems of the population. In the school environment all the social hardships and cultural deviations present in the external environment are reflected, but for good reason we should demand a more accurate monitoring of the new generations aimed at combating the cultural problems present in the territory of interest. This demonstrates the need to decentralize as much as possible the management of the education sector to be able to recognize, prevent and counteract situations of teaching difficulties that also reflect the contrast on the territory with public needs but shows us above all a lack of knowledge of these contrasts that a greater attention towards the new generations could avoid. Unfortunately, the social and cultural contrasts with public needs are also measured according to the adaptation of the teachers to the socio-cultural environment that determines them. Ultimately, the guarantee of the interests of the teacher according to his public function ensures effective penetration in the territory that can satisfy even the needs of prevention in the field of public safety. The demonstration of contemporary needs between the professional teaching environment and the educational environment remains in topics such as bullying and drugs. The bullying in the south is not simply the act of abuse of the bully boy for education but a system of diseducation of the new generations to the logic of criminal power in which the bully can also have a thin and embarrassed appearance. While the state plans a school education system, in those same environments among young people, precocious teachers commit themselves to inculcate opposing values and make recognize the systems of control of organized crime that will follow them throughout their lives and that will really impose their decisions to individual since very young. The character of organized crime is fully reflected among young students and imposes cowardice and subterfuge as rules of obedience. The young offenders will not be scrupulous to act subtly in a numerical majority and away from the complicity of their own and acquired in the family that define friendships. The important thing is to avoid the consequences of this environment for the boy of good education that forced to defend himself will be criminalized until he assimilates the criminal culture. The episodes of violence must always be condemned and prevented by demonstrating the vigilant presence of the educator but above all it is necessary to know how to distinguish well between the virtuous and the dishonest. It is a hard test for the educator who has to do with the young age and the sense of tenderness that inspires even when he lives in a degraded environment and that is used by young bullies to art. What happens between school desks is always the mirror of family education. In the South, the culture of civil society is at a disadvantage compared to the more profitable cult of ignorance and an army of social workers would be needed to carry out an urgent task. Even in the face of the scourge of drugs, the education sector proves to be impotent and an obstacle to the public security function, justifying illicit behavior with the excuse of the state's passivity for the quiet living with the family members of the deviant that justify their behavior and sometimes they encourage him as a system of uneducation to the silence of omerta and criminal complicity. Hardly the guilty ones of the deseducation will admit their responsibilities because they themselves are promoters of a criminal culture. In the south we need an evangelization of the common good starting from adults and first of all those who are responsible for being professional educators while already throughout Italy we pay the price of the infection of the historically southern cult of evil.
I problemi degli studenti meridionali non sono per nulla differenti dai problemi della popolazione. Nell’ambiente scolastico si riflettono tutti i disagi sociali e le devianze culturali presenti nell’ambiente esterno ma a buona ragione dovremmo pretendere una sorveglianza più accurata sulle nuove generazioni finalizzata proprio a contrastare i problemi culturali presenti nel territorio di interesse. Questo dimostra la necessità di decentrare quanto più possibile la gestione del settore dell’istruzione per riuscire a riconoscere, prevenire e contrastare le situazioni di difficoltà di insegnamento che riflettono anche il contrasto sul territorio con le esigenze pubbliche ma ci dimostra soprattutto una carenza nella conoscenza di questi contrasti che una maggiore attenzione nei confronti delle nuove generazioni potrebbe evitare. I contrasti sociali e culturali con le esigenze pubbliche si misurano anche purtroppo in base all’adattamento degli insegnati all’ambiente socio-culturale che li determina. In via definitiva la garanzia degli interessi dell’insegnate in funzione della sua funzione pubblica garantisce una penetrazione efficace nel territorio in grado di soddisfare persino le esigenze di prevenzione in campo di pubblica sicurezza. La dimostrazione di esigenze contemporanee tra l’ambiente professionale docente e l’ambiente educativo rimane in argomenti quali il bullismo e la droga. Il bullismo al sud non è semplicemente l’atto di prevaricazione del ragazzo prepotente per educazione ma un sistema di diseducazione delle nuove generazioni alle logiche di potere criminale in cui il bullo può avere anche un aspetto mingherlino e impacciato. Mentre lo stato pianifica un sistema di istruzione scolastica, in quegli stessi ambienti tra i ragazzi, insegnanti precoci si impegnano per inculcare valori opposti e fanno riconoscere i sistemi di controllo della criminalità organizzata che li seguiranno tutta la vita e che imporrà realmente le sue decisioni all’individuo fin da giovanissimo. Il carattere della criminalità organizzata si riflette pienamente tra i giovani studenti e impone la viltà e il sotterfugio come regole di obbedienza. I giovani prevaricatori non si faranno scrupoli ad agire subdolamente in maggioranza numerica ed al riparo delle complicità proprie ed acquisite in famiglia che definiscono amicizie. L’importante è evitare le conseguenze di questo ambiente per il ragazzo di buona educazione che costretto a difendersi sarà criminalizzato fino a quando non assimila la cultura criminale. Gli episodi di violenza vanno sempre condannati e prevenuti dimostrando la presenza vigile dell’educatore ma soprattutto è necessario sapere distinguere bene tra il virtuoso e il disonesto. Si tratta di una dura prova per l’educatore che ha a che fare con la giovane età ed il senso di tenerezza che ispira anche quando vive in un ambiente degradato e che è usato dai giovani bulli ad arte. Quello che succede tra i banchi scolastici è sempre lo specchio dell’educazione familiare. Al sud la cultura della società civile è in posizione di svantaggio rispetto al più proficuo culto dell’ignoranza e sarebbe necessario un esercito di assistenti sociali per svolgere un compito urgente. Perfino di fronte alla piaga della droga il settore dell’istruzione si dimostra impotente e di ostacolo rispetto alla funzione di pubblica sicurezza giustificando comportamenti illeciti con la scusa della passività dello stato per il quieto vivere con i familiari del deviato che ne giustificano il comportamento e talvolta lo incoraggiano come sistema di diseducazione al silenzio dell’omertà e della complicità criminale. Difficilmente i colpevoli della diseducazione ammetteranno le loro responsabilità perché essi stessi fautori di una cultura criminale. Al meridione c’è bisogno di una evangelizzazione al bene comune ad iniziare dagli adulti e per primi da coloro che sono responsabili di essere educatori professionali mentre già in tutta Italia paghiamo il prezzo dell’infezione del culto del male storicamente meridionale.
IL MATRIMONIO COMBINATO NELLA CULTURA CRIMINALE
Il matrimonio combinato nella cultura criminale non ha il
semplice intento del reciproco vantaggio economico ma bensì un preciso scopo
educativo. Per questa ragione non riguarda le sole famiglie facoltose ma
coinvolge tutti gli strati sociali fino al più umile che in quanto tale non ha
nessuna maniera di difendersi. Con il matrimonio deciso dalla famiglia, che
rispetta gli interessi e la volontà di una precisa gerarchia criminale, si
impedisce che i segreti e le vergogne di tutto il clan trapelino all’esterno
divenendo motivo di ricatto nell’ambiente criminale o scalfendo la fama della
famiglia che, in contraddizione con la realtà, appare sempre fulgida e tale
viene riferita come segno di rispetto dalle persone meno potenti nella
gerarchia criminale. La loro cultura incoraggia come elemento di disturbo
atteggiamenti molesti e la menzogna che è indispensabile per tutelare le loro
azioni criminali ma questa realtà è oscurata dal rispetto considerato proprio
in funzione della loro capacità di delinquere. La gestione degli accoppiamenti
degli individui in un dato territorio o in una data sfera di influenza serve a
gestire quel territorio o quel preciso ambito di affari, comprese le cariche
istituzionali. Il più potente, deciso per depravazione morale e per fama, è il
primo a decidere, anche se donna, e in questa maniera si misurano e si sfidano
le diverse ambizioni criminali. I clan decidono e si misurano per gli
accoppiamenti indipendentemente dalla volontà dei singoli individui. In base
agli accoppiamenti, che a causa dell’abuso delle libertà sessuali che impone la
modernità possono anche non coincidere con i matrimoni, si decidono anche le
assunzioni per i posti pubblici che consentono le raccomandazioni. Per
addestramento familiare acquisito fin dall'infanzia gli uomini devono
costantemente imporsi come partner sessuale e le donne devono difendersi
attraverso la propria famiglia. In questo modo appena si scontreranno con un
ostacolo superiore inizieranno le trattative prematrimoniali. Non si corteggia
mai la donna in ambiente criminale ma si corteggia la capacità militare della
famiglia alla quale appartiene. Tutti devono seguire le regole che la cultura
criminale impone e non sarà tollerata la tentazione della normale affettività
che presuppone una libera scelta sessuale. L’affettività sarà strumentalizzata
per i ricatti e le ritorsioni del caso ed in ogni caso vista come un onta per
l’intera comunità criminale. Sfruttando l’età dei primi amori gli individui
devono essere addestrati ad agire, anche sessualmente ed anche se di umili
condizioni sociali, per conto della loro famiglia per punire le famiglie più
deboli o le persone oneste. Anche se il corteggiamento inizia per una naturale
reciproca attrazione ed anche qualora le famiglie si aggirino per la stessa
sfera di affari e siano circa equipollenti, i giovani individui saranno prima
costretti a disprezzarsi e imparare le regole criminali e solo successivamente
ad unirsi per reciproco vantaggio. Le famiglie si dichiarano sempre contrarie
fino a quando non avranno ottenuto qualcosa in cambio del loro consenso e fino
a quando non avranno ottenuto che il loro pargolo, smarriti, abbiano imparato
ad agire nell’interesse della famiglia sempre pronta a garantire un sostegno
materiale quando quello si troverà costretto a scegliere tra la propria
incolumità e i propri sentimenti. “Non potevi essere da un'altra parte ieri?” è
il motivo scatenante uno stupro che deve essere taciuto pena ritorsioni
peggiori che sono motivate dal fatto che una donna al sud ammettendo uno stupro
ammette di aver commesso un errore. Quando arriva il giorno del matrimonio,
deciso sempre per tutelare la rispettabilità della famiglia, vengono
definitivamente decisi il ruolo che ognuno nella coppia dovrà recitare per
incarico dell’organizzazione e l’incarico che prevede un ambito di
responsabilità. In quell’occasione verranno anche decisi spostamenti di
capitale anche occultato, talvolta mascherato da colletta ma in ogni caso
strumentale al clan che lo gestirà anche dopo il matrimonio. La donna è la
vittima designata in una cultura che determina la necessità perpetua di trovare
un capro espiatorio per scansare le proprie colpe ed addossarle ad una persona
più debole. Per essere considerati adulti gli uomini della criminalità
organizzata devono aver imparato il maltrattamento e la denigrazione del ruolo
della donna nella società civile e la donna deve aver imparato a scansare le
sue responsabilità scegliendo capri espiatori tra le donne di famiglie militarmente
più deboli.
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giovedì 15 ottobre 2015
Le molestie sessuali sono un bagaglio culturale della criminalità organizzata
Le
molestie sessuali al meridione sono vissute come la normalità perché fanno
parte di un bagaglio culturale che accetta il parassitismo sociale come mezzo
di affermazione individuale. L’ostacolo a contrastarle è nella carenza
normativa dello stato di diritto che è responsabile di questa piaga sociale.
Solo di recente il legislatore ha colmato il divario con gli altri stati
europei provvedendo contro gli stalker telefonici e i persecutori abituali ma
l’argomento è tutt’altro che concluso. Il molestatore abituale al meridione e
per diffusione ormai in tutto il paese non è semplicemente colui che pedina le
vittime convinto di un qualche diritto di proprietà ereditato dalla cultura
meridionale ma riesce ad ostacolare la vittima in tutti gli ambiti di vita usando
tutti i mezzi e le amicizie necessarie per impedire la carriera professionale e
l’affermazione sociale della vittima forte della cultura retrograda che impone
un diritto di proprietà sulle persone. Si tratta di un atteggiamento
accostabile al satanismo. Distruggere tutte le certezze e gli appoggi affettivi
della vittima per sottometterla e per renderla succube di questa mentalità. La
famiglia non è sempre complice ma spesse volte impotente di fronte agli orchi
rapitori. Il molestatore al sud non è solo uomo, come imporrebbero i luoghi
comuni, ma al riparo di questi luoghi comuni soprattutto le donne impongono le
loro scelte senza lasciare scampo alla vittima. Il molestatore uomo impone la
sua presenza generalmente in virtù della sua posizione sociale e delle sue
frequentazioni altolocate minacciando che gli si farebbe un torto preferendo un
altro di più modesta posizione sociale. Il molestatore donna agisce in combutta
con il primo, incoraggiata dalla famiglia, esprimendo le stesse convinzioni
culturali e rincorre l’uomo di virtù per ostacolarne l’affermazione sociale e
ricattarlo fino alla resa alle convenienze della sottomissione alla propria
famiglia. In entrambi i casi si costringe la società civile alla immobilità
fautori della proprietà del clan criminale sugli incarichi pubblici che si
conferiscono con la dote matrimoniale assieme alla donna. Il danno alle
istituzioni è enorme. Si tratta di una cultura opposta alla meritocrazia che si
basa sulle conquiste sociali per destrezza e sotterfugio.
THE REPENTANCE - IL PENTIMENTO
In English at beginning, in italiano in fondo
The repentance of a criminal in Italy has something of redemption. At the same time it is difficult to renounce one's social support and admit one's own errors, motivated by a momentary weakness or by a recurring habit that they are. Repentance is even more difficult when one's mistakes are imposed by strict family training, as happens in organized crime that leaves no way out. The repent is suddenly confronted with his responsibilities in front of himself and in front of civil society when the latter lends a hand. He has to deal with all his mistakes seen through the filter of his new life in the human society begun at the very moment he made this choice regardless of whether human institutions make it possible. Criminals, thieves, murderers, extortionists suddenly find themselves talking about their daily affairs with honest family fathers bound by duty and a hard task as much as they do in Italy. With this contact, as in the example of redemption, the covenant is sealed with humanity that can not discourage any bureaucracy. The example of repentance above all else provides proof to those who are tempted by it. Human society must provide all the necessary support for the sure repentance of the values that can distinguish a true intention to always be ready to show itself as a point of reference because repentance is a form of redemption useful to the whole civil society and not only to the individual an individual who struggles to do it to give advantage to his fellows and, first of all, to his descendants. The study and understanding of repentance provide us with the tools to understand how the error was possible, for what causes it happened; they allow us to put in place the tools to prevent it and to know how to promptly identify it; they enable us to strengthen man and the community who come to know it in virtue. Yet the repentance in Calabria is still a rare case, of limited relevance because it happens exceptionally only when the law enforcement agency intervenes. In Calabria we do not understand the value of repentance and hinder its occurrence, provoking the fury against those who try it in every way. In repentance, redemption is attempted before one's family circle inevitably hinders him and his entire community with the passage of time increasingly bound to the global society even as regards crime. For the umpteenth time it must be stressed that this is a profoundly cultural problem of the south that imposes the circumstances of well thought and appearance assessed on the basis of economic abilities and subsequently on the basis of the ability to harm through political friendships. Crime in the south is not made up solely of the armed family to defend its illicit affairs or to carry out extortions. The crime in the south consists of a conspicuous community disoriented from resignation to the fact that one can not satisfy one's personal ambition if not acting to the detriment of civil society, putting in place the fraud that consists in a theft of image to the detriment of honest people, considered stupid, to hinder their propensity and hide their criminal activities carried out in favor of their family sometimes only by implementing the retaliation that the abuses of their office or the omissions inherent in their office allow. For the Calabrians no one is a criminal, much less themselves, because the world works so well and everyone takes advantage of it but every Calabrian knows a ruthless criminal who is willing to show his friendship and are all happy when unmasked for criminals who they will finally be able to remove the mask of appearances to carry out revenge against those who have done them the favor of unmasking them. We can not really understand the value of acting honestly in the interest of the community. This is considered a crazy action that will face the necessary consequences once you realize that honesty is contrary to the logic of favoritism that divulges organized crime and pervades now the whole country. Anyone who wants to extricate themselves from this culture deeply rooted in the family tradition of the south will be faced with deep obstacles made up of those who are trained to guess any hesitation or indecision on the path of crime. These obstacles will gradually become physical when close family members face the need to defend their interests or the interests of economically and politically more powerful people. The man who intends to betray will find himself faced with the circumstances imposed by the criminal manners forced by the game of appearances who first want to take into account the family duties and duties towards their acquaintances. The scam of appearances is always the same and we must behave "well" with people, especially if they are familiar, even if this means behaving contrary to common morality, so even when this means behaving exactly the opposite of what is said. The 'ndrangheta is a world of madmen in which the deviated mental and the disturbed must be respected because they have been able to impose themselves through criminal complicity and political recommendations while the righteous people are considered stupid. To mislead the 'ndrangheta social priorities must be clear and immediate.
Il pentimento di un criminale in Italia ha qualcosa della redenzione. E’ difficile allo stesso tempo rinunciare ai propri appoggi sociali ed ammettere i propri errori, motivati da una debolezza momentanea o da una abitudine ricorrente che essi siano. E’ ancora più difficile il pentimento quando i propri errori sono imposti da un rigido addestramento in famiglia come accade nella criminalità organizzata che non lascia scampo. Il pentito si trova di fronte tutto ad un tratto alle proprie responsabilità di fronte se stesso e di fronte alla società civile quando questa gli tende una mano. Deve fare i conti con tutti i propri errori visti attraverso il filtro della sua nuova vita nella società umana iniziata nel momento stesso in cui ha compiuto questa scelta indipendentemente dal fatto che le istituzioni umane lo rendano possibile. Criminali, ladri, assassini, estorsori si trovano all’improvviso a dialogare delle loro vicende quotidiane con onesti padri di famiglia vincolati dal dovere e da un impegno duro quanto svolgerlo in Italia. Con questo contatto come nell’esempio della redenzione si suggella il patto con l’umanità che non può scoraggiare nessuna burocrazia. L’esempio del pentimento prima di ogni altra cosa fornisce la prova a coloro i quali ne sono tentati. La società umana deve fornire tutto l’appoggio necessario al pentimento certa dei valori che sanno distinguere una intenzione veritiera per essere sempre pronti a mostrarsi come punto di riferimento perché il pentimento è una forma di redenzione utile all’intera società civile e non solo al singolo individuo che a fatica lo compie per darne vantaggio ai suoi simili e, per primi, ai suoi discendenti. Lo studio e la comprensione del pentimento ci forniscono gli strumenti per comprendere come è stato possibile l’errore, per quali cause è avvenuto; ci consentono di mettere in atto gli strumenti per prevenirlo e per saperlo prontamente individuare; ci consentono di fortificare nella virtù l’uomo e la comunità che ne vengono a conoscenza. Eppure il pentimento in Calabria è ancora un caso raro, di rilevanza limitata perché avviene eccezionalmente solo all’occorrenza dell’intervento riparatore delle forze dell’ordine. In Calabria non si comprende il valore del pentimento e se ne ostacola l’evenienza suscitando l’accanimento contro chi lo tenta in ogni modo. Nel pentimento si tenta la redenzione prima della propria cerchia familiare che inevitabilmente lo ostacola e della intera propria comunità con il passare del tempo sempre più vincolata alla società globale anche per quanto riguarda la criminalità. Si deve sottolineare per l’ennesima volta che si tratta di un problema profondamente culturale del meridione che impone le circostanze del ben pensare e della apparenza valutata in base alle capacità economiche e di seguito in base alla capacità di nuocere attraverso le amicizie politiche. La criminalità al sud non è costituita esclusivamente dalla famiglia armata per difendere i suoi affari illeciti o per compiere estorsioni. La criminalità al sud consta di una comunità cospicua diseducata dalla rassegnazione al fatto che non si può soddisfare la propria ambizione personale se non agendo a danno della società civile, mettendo in atto la truffa che consiste in un furto di immagine a danno delle persone oneste, considerate sceme, per ostacolarne la propensione e nascondere le proprie attività criminali compiute a favore della propria famiglia talvolta esclusivamente attuando le ritorsioni che gli abusi della propria carica o le omissioni inerenti alla propria carica consentono. Per i calabresi nessuno è criminale, tantomeno loro stessi, perché tanto il mondo funziona così e tutti se ne approfittano ma ogni calabrese conosce un criminale spietato che all’occorrenza è disposto a dimostrare la propria amicizia e sono tutti felici quando smascherati per i criminali che sono potranno finalmente togliere la maschera delle apparenze per compiere la vendetta contro coloro che hanno fatto loro il favore di smascherarli. Non si riesce proprio a comprendere il valore dell’agire onestamente nell’interesse della collettività. Questa è considerata una azione da pazzi che si troveranno di fronte alle dovute conseguenze una volta resisi conto che l’onestà è contraria alla logica del favoritismo che divulga la criminalità organizzata e pervade ormai l’intero paese. Chiunque voglia estrinsecarsi da questa cultura profondamente radicata nella tradizione familiare del meridione si troverà di fronte ad ostacoli profondi costituiti da coloro che sono addestrati ad indovinare qualsiasi tentennamento o indecisione sulla strada del crimine. Questo ostacoli diventeranno poco alla volta fisici quando i familiari più stretti si troveranno di fronte alla necessità di difendere i propri interessi o gli interessi di persone economicamente e politicamente più potenti. L’uomo che intende tradire si troverà di fronte alle circostanze imposte dalle buone maniere criminali costretti dal gioco delle apparenze che vuole prima tener conto dei doveri familiari e dei doveri nei confronti delle proprie frequentazioni. La truffa delle apparenze è sempre la stessa e ci si deve comportare “bene” con le persone, specialmente se sono familiari, anche se questo vuol dire porre in atto comportamenti contrari alla moralità comune, quindi anche quando questo vuol dire comportarsi esattamente al contrario di quanto si dice. La ‘ndrangheta è un mondo di pazzi nel quale i deviati mentali e i disturbati devono essere rispettati perché hanno saputo imporsi attraverso le complicità criminali e le raccomandazioni politiche mentre le persone rette sono considerate sceme. Per trarre in inganno la ‘ndrangheta le priorità sociali devono essere chiare e immediate.
The repentance of a criminal in Italy has something of redemption. At the same time it is difficult to renounce one's social support and admit one's own errors, motivated by a momentary weakness or by a recurring habit that they are. Repentance is even more difficult when one's mistakes are imposed by strict family training, as happens in organized crime that leaves no way out. The repent is suddenly confronted with his responsibilities in front of himself and in front of civil society when the latter lends a hand. He has to deal with all his mistakes seen through the filter of his new life in the human society begun at the very moment he made this choice regardless of whether human institutions make it possible. Criminals, thieves, murderers, extortionists suddenly find themselves talking about their daily affairs with honest family fathers bound by duty and a hard task as much as they do in Italy. With this contact, as in the example of redemption, the covenant is sealed with humanity that can not discourage any bureaucracy. The example of repentance above all else provides proof to those who are tempted by it. Human society must provide all the necessary support for the sure repentance of the values that can distinguish a true intention to always be ready to show itself as a point of reference because repentance is a form of redemption useful to the whole civil society and not only to the individual an individual who struggles to do it to give advantage to his fellows and, first of all, to his descendants. The study and understanding of repentance provide us with the tools to understand how the error was possible, for what causes it happened; they allow us to put in place the tools to prevent it and to know how to promptly identify it; they enable us to strengthen man and the community who come to know it in virtue. Yet the repentance in Calabria is still a rare case, of limited relevance because it happens exceptionally only when the law enforcement agency intervenes. In Calabria we do not understand the value of repentance and hinder its occurrence, provoking the fury against those who try it in every way. In repentance, redemption is attempted before one's family circle inevitably hinders him and his entire community with the passage of time increasingly bound to the global society even as regards crime. For the umpteenth time it must be stressed that this is a profoundly cultural problem of the south that imposes the circumstances of well thought and appearance assessed on the basis of economic abilities and subsequently on the basis of the ability to harm through political friendships. Crime in the south is not made up solely of the armed family to defend its illicit affairs or to carry out extortions. The crime in the south consists of a conspicuous community disoriented from resignation to the fact that one can not satisfy one's personal ambition if not acting to the detriment of civil society, putting in place the fraud that consists in a theft of image to the detriment of honest people, considered stupid, to hinder their propensity and hide their criminal activities carried out in favor of their family sometimes only by implementing the retaliation that the abuses of their office or the omissions inherent in their office allow. For the Calabrians no one is a criminal, much less themselves, because the world works so well and everyone takes advantage of it but every Calabrian knows a ruthless criminal who is willing to show his friendship and are all happy when unmasked for criminals who they will finally be able to remove the mask of appearances to carry out revenge against those who have done them the favor of unmasking them. We can not really understand the value of acting honestly in the interest of the community. This is considered a crazy action that will face the necessary consequences once you realize that honesty is contrary to the logic of favoritism that divulges organized crime and pervades now the whole country. Anyone who wants to extricate themselves from this culture deeply rooted in the family tradition of the south will be faced with deep obstacles made up of those who are trained to guess any hesitation or indecision on the path of crime. These obstacles will gradually become physical when close family members face the need to defend their interests or the interests of economically and politically more powerful people. The man who intends to betray will find himself faced with the circumstances imposed by the criminal manners forced by the game of appearances who first want to take into account the family duties and duties towards their acquaintances. The scam of appearances is always the same and we must behave "well" with people, especially if they are familiar, even if this means behaving contrary to common morality, so even when this means behaving exactly the opposite of what is said. The 'ndrangheta is a world of madmen in which the deviated mental and the disturbed must be respected because they have been able to impose themselves through criminal complicity and political recommendations while the righteous people are considered stupid. To mislead the 'ndrangheta social priorities must be clear and immediate.
Il pentimento di un criminale in Italia ha qualcosa della redenzione. E’ difficile allo stesso tempo rinunciare ai propri appoggi sociali ed ammettere i propri errori, motivati da una debolezza momentanea o da una abitudine ricorrente che essi siano. E’ ancora più difficile il pentimento quando i propri errori sono imposti da un rigido addestramento in famiglia come accade nella criminalità organizzata che non lascia scampo. Il pentito si trova di fronte tutto ad un tratto alle proprie responsabilità di fronte se stesso e di fronte alla società civile quando questa gli tende una mano. Deve fare i conti con tutti i propri errori visti attraverso il filtro della sua nuova vita nella società umana iniziata nel momento stesso in cui ha compiuto questa scelta indipendentemente dal fatto che le istituzioni umane lo rendano possibile. Criminali, ladri, assassini, estorsori si trovano all’improvviso a dialogare delle loro vicende quotidiane con onesti padri di famiglia vincolati dal dovere e da un impegno duro quanto svolgerlo in Italia. Con questo contatto come nell’esempio della redenzione si suggella il patto con l’umanità che non può scoraggiare nessuna burocrazia. L’esempio del pentimento prima di ogni altra cosa fornisce la prova a coloro i quali ne sono tentati. La società umana deve fornire tutto l’appoggio necessario al pentimento certa dei valori che sanno distinguere una intenzione veritiera per essere sempre pronti a mostrarsi come punto di riferimento perché il pentimento è una forma di redenzione utile all’intera società civile e non solo al singolo individuo che a fatica lo compie per darne vantaggio ai suoi simili e, per primi, ai suoi discendenti. Lo studio e la comprensione del pentimento ci forniscono gli strumenti per comprendere come è stato possibile l’errore, per quali cause è avvenuto; ci consentono di mettere in atto gli strumenti per prevenirlo e per saperlo prontamente individuare; ci consentono di fortificare nella virtù l’uomo e la comunità che ne vengono a conoscenza. Eppure il pentimento in Calabria è ancora un caso raro, di rilevanza limitata perché avviene eccezionalmente solo all’occorrenza dell’intervento riparatore delle forze dell’ordine. In Calabria non si comprende il valore del pentimento e se ne ostacola l’evenienza suscitando l’accanimento contro chi lo tenta in ogni modo. Nel pentimento si tenta la redenzione prima della propria cerchia familiare che inevitabilmente lo ostacola e della intera propria comunità con il passare del tempo sempre più vincolata alla società globale anche per quanto riguarda la criminalità. Si deve sottolineare per l’ennesima volta che si tratta di un problema profondamente culturale del meridione che impone le circostanze del ben pensare e della apparenza valutata in base alle capacità economiche e di seguito in base alla capacità di nuocere attraverso le amicizie politiche. La criminalità al sud non è costituita esclusivamente dalla famiglia armata per difendere i suoi affari illeciti o per compiere estorsioni. La criminalità al sud consta di una comunità cospicua diseducata dalla rassegnazione al fatto che non si può soddisfare la propria ambizione personale se non agendo a danno della società civile, mettendo in atto la truffa che consiste in un furto di immagine a danno delle persone oneste, considerate sceme, per ostacolarne la propensione e nascondere le proprie attività criminali compiute a favore della propria famiglia talvolta esclusivamente attuando le ritorsioni che gli abusi della propria carica o le omissioni inerenti alla propria carica consentono. Per i calabresi nessuno è criminale, tantomeno loro stessi, perché tanto il mondo funziona così e tutti se ne approfittano ma ogni calabrese conosce un criminale spietato che all’occorrenza è disposto a dimostrare la propria amicizia e sono tutti felici quando smascherati per i criminali che sono potranno finalmente togliere la maschera delle apparenze per compiere la vendetta contro coloro che hanno fatto loro il favore di smascherarli. Non si riesce proprio a comprendere il valore dell’agire onestamente nell’interesse della collettività. Questa è considerata una azione da pazzi che si troveranno di fronte alle dovute conseguenze una volta resisi conto che l’onestà è contraria alla logica del favoritismo che divulga la criminalità organizzata e pervade ormai l’intero paese. Chiunque voglia estrinsecarsi da questa cultura profondamente radicata nella tradizione familiare del meridione si troverà di fronte ad ostacoli profondi costituiti da coloro che sono addestrati ad indovinare qualsiasi tentennamento o indecisione sulla strada del crimine. Questo ostacoli diventeranno poco alla volta fisici quando i familiari più stretti si troveranno di fronte alla necessità di difendere i propri interessi o gli interessi di persone economicamente e politicamente più potenti. L’uomo che intende tradire si troverà di fronte alle circostanze imposte dalle buone maniere criminali costretti dal gioco delle apparenze che vuole prima tener conto dei doveri familiari e dei doveri nei confronti delle proprie frequentazioni. La truffa delle apparenze è sempre la stessa e ci si deve comportare “bene” con le persone, specialmente se sono familiari, anche se questo vuol dire porre in atto comportamenti contrari alla moralità comune, quindi anche quando questo vuol dire comportarsi esattamente al contrario di quanto si dice. La ‘ndrangheta è un mondo di pazzi nel quale i deviati mentali e i disturbati devono essere rispettati perché hanno saputo imporsi attraverso le complicità criminali e le raccomandazioni politiche mentre le persone rette sono considerate sceme. Per trarre in inganno la ‘ndrangheta le priorità sociali devono essere chiare e immediate.
mercoledì 14 ottobre 2015
IL CLAN è COLLATERALE ALLO STATO
La
mentalità del clan che sopravvive in Calabria è sempre in contrasto con gli interessi
dello stato e di conseguenza con gli interessi collettivi della società civile
eppure questo contrasto non è ancora diventato rilevante nelle scelte
politiche. Quando vengono indagati o arrestati i clan criminali questi
rappresentano solo la fazione operativa della intera famiglia mentre appoggiano
solidamente sulle persone che rimangono in libertà più efficacemente legati
alla società civile e che non gli consentono di fatto nessun pentimento. Non
esistono i mezzi legali e, di fatto, non esiste a tutt’oggi l’intenzione di
perseguire la cosiddetta zona grigia definita generalmente come marginale ma
che rappresenta di fatto la cultura criminale dalla quale si ramificano i
nuclei dediti all’estorsione e allo spaccio di droga. Quello che generalmente
viene definito concorso esterno in associazione mafiosa colpisce solo una
minima percentuale degli individui che sono culturalmente affetti dalla
mentalità criminale. Manca sinteticamente la coscienza del bene comune che
dovrebbe espletare la funzione pubblica e il fenomeno infettivo dilagante della
criminalità organizzata finisce per continuare a riprodurre i suoi effetti
degeneranti all’interno della società civile boicottandola. La mentalità del
clan presuppone il favoritismo per i membri che lo compongono fino al secondo
grado di parentela ed oltre. La raccomandazione al meridione è il presupposto
discriminante per qualsiasi concorso e qualsiasi assunzione. Dipenderà dalla moralità
del clan, che precipita come le garanzie di efficienza dello stato di diritto,
fino a che punto si possa spingere un membro della famiglia così allargata per
favorire il consanguineo lontano che una volta assunto penserà per prima cosa
al dovere di ricambiare il favore. Non c’è nessuna tutela dello stato e nessun
funzionario a garantire il diritto dell’onesto cittadino che si presenta a
chiedere un posto di lavoro senza nessuna raccomandazione. Ne deriva che i
disonesti facilmente si intrufolano e paralizzano gli apparati pubblici. I
risultati in termini di efficienza e produttività sono tristemente noti.
Persino la pubblica sicurezza quando richiede informazioni sul territorio si
trova di fronte a un contatto imposto e predeterminato dalla famiglia con la
conseguente forte limitazione della fonte.
lunedì 12 ottobre 2015
PERVERSIONE SESSUALE NELLA CULTURA CRIMINALE
Nella cultura criminale che devasta il meridione l’argomento
sessuale è sempre predominante perché la depravazione sessuale è lo strumento
di ritorsione ultimo verso le vittime donne all’interno della famiglia ed anche
lo strumento di diseducazione delle nuove generazioni. Viene trattato
apertamente e volgarmente in ambiente familiare per rifletterne il carattere
clandestino oppure viene sottinteso in qualsiasi altra circostanza in modo da
farne dipendere gli esiti di dispute territoriali, commerciali o politiche
(volendo questo termine accettare per la gestione dei bacini di voto di
scambio). L’età dei primi amori è anche il momento in cui gli individui della
famiglia vengono addestrati ad un atteggiamento utilitarista nei confronti del
proprio corpo. Impareranno ad ottenere quello che vogliono chiedendo il
consenso del clan e a compiere azioni criminali per ottenerlo. Impareranno
soprattutto che i loro sentimenti sono stupidi in quanto momento di debolezza
nel quale diventano ricattabili e che le cause di tutti i loro problemi sono i
sentimenti così svilupperanno un individualismo criminale fuori da ogni logica
razionale. Ora sono pronti ad una unione decisa dal clan che può anche
coincidere al primo motivo di contrasto dato che entrambi nella coppia hanno
imparato la sottomissione. In ogni caso adesso sono pronti a decidere
autonomamente a chi concedersi in base ai rapporti di forza dei clan e ad
imporsi, cioè a molestare le vittime inermi, perché non vengono difese dalla
loro famiglia fino a quando non hanno imparato a fare i capricci, decise spesso
dal clan più potente. Con la dote della donna, ed oggi a causa degli abusi
della libertà sessuale e della loro imposizione, si muovono i rapporti di forza
dei clan e il giorno del matrimonio viene sancita la parte da recitare e il
ruolo dell’individuo nell’organizzazione in base a un rapporto di coppia sempre
vissuto come una imposizione. L’invidia repressa dei criminali nei confronti
della normalità della affettività farà in modo che ogni propensione verso l’affettività
o il ruolo educativo della famiglia divenga causa di ritorsioni piccole e
grandi. Qualora il genitore sia tentato di svolgere il proprio ruolo di tutela
nello sviluppo della personalità del figlio nella società civile sarà vittima
di scherno e ritorsione. L’uomo e la donna si devono fare rispettare attraverso
l’autorità del clan e decidere di conseguenza a chi sottomettersi. L’uomo in
questa continua gara distruttiva ha una parte attiva che corrisponde a quella
dello stupratore. Sarà la donna a dover giustificare il motivo per il quale non
si è fatta rispettare ricorrendo al clan e dovrà nascondere il torto subito come
una colpa grave perché il clan di appartenenza è il primo censore di
comportamenti fuori dalle regole criminali e se non si sa rivalere proporrà le
proprie scuse o anche il matrimonio. Adesso basterà ricondurre tutto ad un
discorso sessuale, sottinteso in qualsiasi modo, cosicché si tornerà a parlare
del sesso anche iniziando il dialogo dalle buone maniere all’ora del tè. In
questo modo tutto risulterà offensivo e motivo di scontro fino a quando le
famiglie chiamate in causa non si troveranno daccordo su uno scambio di affari o
su un unione matrimoniale. In questo modo ognuno direttamente chiamato in causa
oppure chiunque venga a sapere della questione sarà naturalmente propenso alla
riservatezza e a non immischiarsi a meno che non sia direttamente coinvolto.
domenica 11 ottobre 2015
La donna di 'ndrangheta
Le
donne di ‘ndrangheta sono educate all’interno delle loro famiglie ad essere
usate non come semplice merce di scambio, non come semplice oggetto come
giustificano i luoghi comuni, ma a saper individuare un probabile ostacolo per
gli affari della loro famiglia e proporsi autonomamente come merce di scambio.
Se l’ostacolo viene identificato in una famiglia economicamente e politicamente
più potente, le donne devono saperlo valutare e saper divenire mezzo di
ricatto, non appena in contatto, oppure strumento di collegamento con la
famiglia superiore in una precisa e pressoché immutabile gerarchia criminale.
Allo stesso modo la donna che entra in contatto con una persona onesta o con un
uomo di stato deve saper diventare strumento di ricatto o corruzione morale
costringendolo attraverso le regole rigide della ‘ndrangheta alla complicità.
Per questa ragione non basta indagando sulla criminalità organizzata
approfondire sulle frequentazioni dell’individuo, specialmente se donna, per
giudicarlo né tantomeno orientarsi con gli stereotipi o i luoghi comuni che rappresentano
per i criminali una copertura per le enormi, grandiose sceneggiate che mettono
in atto per trarre in errore la società civile allo scopo di derubare i meriti o corrompere gli
individui che la compongono ponendo in atto la loro sfida morale e coinvolgendoli
nella loro sfera più privata. Impietositi o tratti in inganno dalle facili
apparenze dei luoghi comuni, le persone oneste si lasceranno coinvolgere
emotivamente diventando esse stesse già complici fintantoché accortisi della
frode subita sono facile capro espiatorio per scaricare le responsabilità dei criminali
che in questo modo pongono in atto la loro corruzione morale imponendo la
complicità come unica via di uscita da situazioni ambigue. Le donne di
‘ndrangheta imparano ad essere schiave sessuali a costo di gravi violenze
fisiche e psicologiche che le rendono succubi e a loro volta persecutrici.
Difficilmente capiranno il valore della loro libera scelta o di una azione
socialmente costruttiva se non estrapolate completamente dal loro contesto
perché sono abituate a non avere scampo. Questo ritratto identifica non
esclusivamente la famiglia armata, prevalente oggetto di interesse da parte
dello stato, ma una intera cultura criminale comunemente riconoscibile dal suo
atteggiamento ritroso. Come per gli uomini, non sono ammesse azioni motivate
dal comune buon vivere civile e non da interessi personali perché il buon
vivere civile senza approfittarsi di una occasione propizia di arricchirsi o di
infierire sul prossimo è agire da scemo.
CULTURA CRIMINALE
La questione culturale imposta dalla organizzazione della
criminalità pone un problema più grave della azione criminale in se stessa.
Delinquere non viene visto come un errore ma come l’unica via di sopravvivenza
in un ambiente che non premia minimamente l’onestà né il buon senso anzi li
perseguita entrambi come fattori negativi. La cultura criminale determina un
secondo passo indietro rispetto alla criminalità motivata da una semplice
necessità materiale imminente oppure da una educazione socialmente negativa.
Entrambi questi fattori sono però condizioni fertili di corruzione da parte
della criminalità organizzata. Si può sostenere che in Italia non esiste
criminalità diversa da quella organizzata. Mentre altrove la società civile
riesce ad effettuare misure di prevenzione e contenimento della delinquenza
agendo sul singolo caso, in questo paese la società civile non ha il controllo
del territorio pari a quello che la criminalità organizzata esercita con i suoi
mezzi di persuasione e di prevaricazione. Mentre può accadere un crimine senza
che vengano scovati i colpevoli, al contrario difficilmente i clan e le cosche
che controllano un territorio non sanno cosa succede e per mano di chi. La
criminalità organizzata esercita un controllo capillare sul territorio in
contrasto alla società civile italiana che ormai a malapena riesce ad
effettuare azioni di contenimento del crimine tanto radicata e infettiva è la
cultura criminale su tutto il territorio nazionale. Bisogna porre particolare
attenzione all’opinione diffusa che la società sia irrimediabilmente marcia
perché questo pone nelle condizioni psicologiche di malessere che diventano
facilmente terreno fertile per la corruzione morale del singolo individuo a
qualsiasi livello della sua crescita sociale personale. Probabilmente in questo
territorio è vero che un singolo individuo mai nel corso della vita abbia avuto
a che fare con la società civile sana che per forza di cose vive arroccata in
circoli chiusi generalmente consapevoli del fatto che le istituzioni e la
politica sono marce nel loro profondo essere ma non bisogna mai dimenticare che
le molteplici realtà negative vivono necessariamente a ridosso delle realtà
produttive che è sempre più facile definire resistenti. Per fare quei due passi
avanti che ci portano a venire a contatto con la comunità civile nazionale e
internazionale è importante ormai prendere posizioni aperte contro la cultura
criminale ed offrire la possibilità di aggregazione a chiunque lo voglia. La
questione particolarmente difficile è soppiantare la politica criminale del
clientelarismo assieme al luogo comune che la genera e la sorregge. E’
indispensabile per il recupero del paese creare una cerchia sana della politica
che parta dal presupposto del contrasto alla criminalità organizzata e ad ogni
forma di corruzione e promuova i mezzi necessari a determinarlo.
lunedì 5 ottobre 2015
LO STATO SIAMO NOI
Quando la mentalità criminale di “Cosa nostra” entra in
contatto con lo stato il loro nuovo motto diventa “Lo stato siamo noi”. Questa
è in parole povere la filosofia criminale del colpo di stato che lentamente ha
corroso le istituzioni. Alla base di questa filosofia criminale è sempre la
solita convinzione che nell’uomo e nella società civile non ci sia niente di
buono e per questa ragione tutto si deve ottenere per mezzo della
prevaricazione. La sola manifestazione di buon senso o di merito entra in
contrasto con questa scuola di pensiero che prende piede in Italia da decenni
divenendo facilmente motivo di ritorsione. Il meritevole viene perseguitato
come oggetto di invidia come la società civile farebbe con un criminale con la differenza
che le punizioni non sono riconosciute in maniera formale ma compiute di
nascosto anonimamente. La vittima deve cercare la causa delle proprie
vessazioni indagando tra le persone definite “onorate” generalmente tra le più
vicine alla sua cerchia familiare. Alla stessa maniera avvengono le estorsioni.
Per questa ragione sono pochi che hanno la possibilità di denunciare. Nello
stesso modo in cui vengono effettuate le estorsioni si commerciano illegalmente
i posti pubblici e si agevolano le pratiche burocratiche. Quello che al
meridione è ormai normale sta accadendo in tutta Italia. Il settore più
gravemente infetto dalla mentalità criminale è la pubblica sicurezza.
Considerare i tutori dell’ordine come membri onorevoli della società civile è
segnale di buona educazione ma l’ipocrisia di non voler ammettere che il
crimine organizzato ha già da molto tempo oltrepassato i confini delle caserme
e delle questure gioca a vantaggio del colpo di stato che abbiamo subito
esattamente ricalcando la mentalità criminale meridionale che nega la presenza
di emergenze sul territorio. Le raccomandazioni decidono l’assegnazione dei
posti di lavoro ormai in maniera spudorata e queste provengono sempre da gruppi
di potere collaterali allo stato di diritto. Una volta occupato illecitamente
un posto di lavoro di fondamentale importanza per la sicurezza nazionale, i
mentecatti si limiteranno ad applicare l’educazione criminale che hanno
ricevuto protraendo una vera e propria sfida morale allo stato di diritto.
Saboteranno il lavoro altrui perché sistematicamente in contrasto con i loro
interessi in un contesto di cultura criminale in cui tutti sono complici.
Tenteranno di farsi notare il meno possibile e di lavorare quindi il meno
possibile sbilanciandosi solo quando sono in gioco i loro interessi personali e
soprattutto sfrutteranno tutte le occasioni per trarre informazioni sulle
attività di inchiesta e concedere favori sulla base di quanto appreso per
ottenere credito maggiore in un contesto criminale. Si riconoscono facilmente
dalla loro abitudine ad infierire sulle vittime e generalmente su chiunque non
si occupa dei propri interessi personali secondo le regole della criminalità tutelando
i carnefici e contravvenendo ai loro doveri e a tutti i principi morali. I
mentecatti non agiscono per via consona perché in contrasto con la loro cultura
criminale e prediligono invece le vie traverse per concedere favoritismi o
accanirsi sulle vittime, a loro giudizio colpevoli di non essersi saputi far
rispettare. In questa maniera si viene a configurare la famosa “Zona d’ombra”.
domenica 4 ottobre 2015
THE DEGRADED COSTUME IN ITALY - IL COSTUME DEGRADATO IN ITALIA
In English at beginning, in italiano in fondo
When we talk about
cultural degradation and widespread lawlessness we hardly dare to admit that
this is the overriding national custom. Merit and talent are barricaded and are
forced to compromise with this national costume to survive and for this reason
they become in spite of themselves an instrument of coverage for those who take
advantage of the fame of others to carry out their own blind goals. The
complicity on which the different groups that are created are founded according
to the logic of cowardice and infamy force to rage on deserving people and good
virtues. There are real bands that act undisturbed on the national territory
and are grouped on the basis of the deformation of a political ideology or on
the basis of simple somatic resemblance. One must be strongly hypocritical in
order not to admit that the rule of not having to meddle with the affairs of
others is not limited to the criminal environment itself, but bases a whole
criminal culture that now infects the entire nation. Another well known rule is
that of having to have important friendships in order to protect ourselves from
the dangers that we generally call widespread illegality. This cultural
degradation leads directly to the environments of the criminal policy of
lobbies and in this simple way the rule of law is destabilized to be supplanted
by the collateral power groups resulting in the violation of human rights and
terrorist massacres that in Italy do not find justice precisely because we can
not admit that we do not know how to oppose an entire criminal society that
bases its power on hatred and moral depravity and infects the state circles
first. We are all guilty and responsible for what happens in Italy. When we are
not really accomplices of these criminals of national fame then we know and
know that we can not oppose to the preponderant cultural degradation. The man
of power who has been enriched by his criminal complicity who abuses his social
position to rage on the weakest people is the national status symbol. To oppose
this reality we must first abandon the patterns of today's politics to supplant
them in any way with the policy useful to society but this puts us in
situations of danger or blackmail that prevent most people to take their
responsibilities. We are all sinners and all guilty of something. When we rebel
against the moral depravity of the country we become victims of persecution
according to the defects or the ill-fated actions against us. A cornerstone is
the corruption of law enforcement agencies that act no longer independently but
directly to the orders of political power groups that have favored the
recruitment of accomplices by defrauding state competitions. Satanism is the
easiest way to explain the moral devastation of the country. The scheme is
simple: find a scapegoat in a weaker and more defenseless person to justify his
own failings or failings of his power group. The weakest victims are
systematically the women who find themselves carrying the weight of an entire
human bankruptcy society like the Italian one. The purpose of discrimination in
this country is to justify an environment totally infected by the criminal
culture. The criminals abandon and even rage on their cronies who have not been
able to play the game and have been discovered and the same incite to do to
others to the charge of low morality. Civil society must by definition be
inclusive and facilitate what we generally call repentance, certainly not
criminalize it.
Quando parliamo di degrado culturale e di illegalità diffusa difficilmente abbiamo il coraggio di ammettere che questo è il costume nazionale preponderante. Il merito e il talento vivono asserragliati e sono costretti a scendere a compromessi con questo costume nazionale per sopravvivere e per questa ragione diventano loro malgrado uno strumento di copertura per quanti si approfittano della fama altrui per portare a termine i propri biechi scopi. La complicità sulla quale si fondano i diversi gruppi che si vengono a creare secondo la logica della viltà e della infamia costringono ad infierire sulle persone meritevoli e di buone virtù. Ci sono delle vere e proprie bande che agiscono indisturbate sul territorio nazionale e si raggruppano sulla base della deformazione di una ideologia politica come sulla base della semplice somiglianza somatica. Bisogna essere fortemente ipocriti per non ammettere che la regola di non doversi impicciare degli affari altrui non è limitata all’ambiente criminale propriamente detto ma fonda una intera cultura criminale che infetta ormai l’intera nazione. Un’altra regola ben conosciuta è quella di dover avere delle amicizie importanti per potersi tutelare dai pericoli che generalmente definiamo illegalità diffusa. Questo degrado culturale riconduce direttamente agli ambienti della politica criminale delle lobbie e in questa semplice maniera viene destabilizzato lo stato di diritto per essere soppiantato dai gruppi di potere collaterali dei sfociano nella violazione dei diritti umani e nelle stragi terroriste che in Italia non trovano giustizia proprio perché non riusciamo ad ammettere che non sappiamo opporci ad una intera società criminale che basa il proprio potere sull’odio e la depravazione morale ed infetta per primi gli ambienti di stato. Siamo tutti colpevoli e responsabili per quanto avviene in Italia. Quando non siamo realmente complici di questi criminali di fama nazionale allora sappiamo e sappiamo che non riusciamo ad opporci al degrado culturale preponderante. L’uomo di potere arricchitosi grazie alle sue complicità criminali che abusa della sua posizione sociale per infierire sulle persone più deboli è lo status symbol nazionale. Per opporci a questa realtà dobbiamo abbandonare per primo gli schemi della politica odierna per soppiantarli in ogni maniera con la politica utile alla società ma questo ci pone in situazioni di pericolo o di ricatto che impediscono alla maggior parte delle persone di prendersi le proprie responsabilità. Siamo tutti peccatori e tutti colpevoli di qualcosa. Quando ci ribelliamo alla depravazione morale del paese diventiamo vittime di persecuzioni secondo i difetti o le malfamanti azioni nei nostri confronti. Un nodo cardine è la corruzione delle forze dell’ordine che agiscono non più indipendentemente ma direttamente agli ordini di gruppi di potere politico che hanno favorito l’assunzione di persone complici frodando i concorsi di stato. La maniera più semplice per spiegare la devastazione morale del paese è il satanismo. Lo schema è semplice: trovare un capro espiatorio in una persona più debole e indifesa per giustificare le proprie mancanze o le mancanze del proprio gruppo di potere. Le vittime più deboli sono sistematicamente le donne che si trovano a portare il peso di una intera società umana fallimentare come quella italiana. Lo scopo della discriminazione in questo paese è quello di giustificare un ambiente totalmente infetto dalla cultura criminale. I criminali abbandonano ed infieriscono anche sui loro compari che non sono stati capaci di stare al gioco e si sono fatti scoprire e lo stesso incitano a fare agli altri pena l’accusa di scarsa moralità. La società civile deve per definizione essere inclusiva ed agevolare quello che noi chiamiamo generalmente pentimento, non certo criminalizzarlo.
IL REGNO DELLA DEPRAVAZIONE MORALE
Il regno della depravazione morale e degli abusi di potere
si fonda sul disprezzo profondo per l’essere umano che viene considerato solo
ed esclusivamente in funzione di una gerarchia criminale che prevede un diritto
di proprietà esteso sulla persona altrui e un diritto di proprietà su chiunque
da parte di tutti i succubi appartenenti a quel regno. Questi individui vivono
a ridosso delle schiere di potere in ogni tipo di ordinamento e in ogni luogo
non concepiscono nessun diritto di scelta dell’individuo se non in funzione
delle complicità e delle appartenenze che lo collocano in quella precisa scala
gerarchica. L’affettività è considerata un crimine e viene perseguita
esattamente come un crimine. Viene denunciata pubblicamente e trovano il
sistema adeguato per porvi rimedio e diseducare il colpevole ricattandolo sulla
base di quella colpa che non poteva permettersi perché da sola lo pone al di
fuori della gerarchia criminale. L’unico vincolo ammesso è il vincolo del
possesso al quale si viene diseducati a forza di ritorsioni violente. Nel regno
della depravazione morale e degli abusi di potere il matrimonio è un puro
accordo contrattuale tra le famiglie e le persone sono valutate in funzione
della loro utilità monetaria. La prima regola della vendita del proprio corpo
si trasmette a furia di violenze e persuasioni fino a quando non si impara la
viltà e la clandestinità di ogni azione permessa. Gli incarichi pubblici, le
cariche politiche, le assunzioni e persino i titoli di studio possono essere
conferiti per raccomandazione e fare parte della dote matrimoniale della donna.
Il merito e il talento personali sono perseguitati con accanimento. Questi si
pongono in assoluto contrasto con le rigide regole che prevedono l’assunzione
determinata dalla raccomandazione e conferita attribuendo proprio il talento e
il merito altrui derubati. Il sistema per piegare alla sottomissione i più
accaniti fautori dell’umanità consiste proprio nella perversione sessuale. Gli
sforzi indicibili che compiono i succubi per giustificare le soddisfazioni
sociali e le unioni sessuali si infrangono sistematicamente contro la dura
realtà che si manifesta nella natura umana propensa all’evoluzione e quindi
alla meritocrazia. Tutte le bugie e le macchinazioni che pongono in atto per
derubare il merito altrui o la fama altrui si infrangono sistematicamente
nell’inesorabile meccanismo della selezione sessuale che tiene conto di tutto:
dell’avvenenza fisica, della salute fisica, delle doti morali e della posizione
sociale di qualsiasi individuo e tiene pure conto del caso e della
predisposizione personale momentanea che ha determinato l’incontro tra due
individui di senso opposto. Vittime del senso di colpa per aver depredato
dell’altrui e aver agito così vilmente contro natura, i predoni conoscono
questo aspetto della vita non per averne acquisito la logica, estranea a loro,
ma per l’esperienza propria e tramandata di pagare le conseguenze di essere
sistematicamente scoperti. L’intelligenza che loro ammettono come tale consiste
nel saper rendersi conto, come le bestie inferiori abituate alla frusta, di
quale privazione materiale o conseguenza fisica saranno vittima in una
competizione sessuale. Per questi succubi nella competizione occorre prevedere
chi con il suo comportamento può diventare causa di problemi per loro che
impongono il sudiciume morale come normalità. Sono capaci di provarsi ad
indovinare quali individui proveranno attrazione reciproca per porli in
posizioni antitetiche ed opposte agli interessi materiali personali in modo da
scatenare quella frustrazione che scaturirà nell’odio profondo per l’umanità. I
succubi per questa ragione vanno a caccia delle virtù e dei meriti altrui in
modo da derubarli ed appropriarsi dei vantaggi sociali che apportano per
usufruire dei privilegi e degli abusi di potere che questi consentono. Li
inseguono nelle persone virtuose e di talento per asservirli al dominio della
depravazione morale imponendo la loro frequentazione molesta o punendo con la
violenza sessuale le vittime colpevoli di libera scelta. Fare i capricci o
“farsi belli”, come indicano nel loro gergo, non è consentito. La profonda
perversione sessuale dalla quale sono affetti deve essere imposta agli altri
per evitare il rischio che la differenza profonda che li distingue dalle
persone di virtù le ponga in condizioni di svantaggio. La menzogna e la
menzogna che l’imposizione e il rapporto sessuale rubato rendono possibile e
necessaria eviteranno loro le conseguenze e causeranno la frustrazione delle
vittime. Le vittime designate prima o poi si arrenderanno a richiedere la
raccomandazione di un dignitario nel regno della depravazione morale e ad agire
secondo le nuove regole oppure si preparano ad affrontare una vita di
frustrazioni e sacrifici per la propria libertà della quale esiste una folta memoria
nell’esperienza di vita italiana perché i succubi della depravazione morale
investendo assieme al loro il futuro di tutto il paese lo hanno ridotto in
ginocchio ad elemosinare come loro la credibilità altrui.
Ho descritto
volutamente uno scenario apocalittico conforme al reale come si manifesta nel
meridione italiano. Le vittime del disagio psicologico e le vittime della furia
cieca nell’ambiente più familiare si contano in tutta la penisola italiana e
caratterizzano il nostro paese. Il genocidio che avviene nel paese da decenni
conta vittime dall’età di pochi mesi a genitori anziani uccisi nelle proprie
abitazioni. Sono queste le vittime del regno dei privilegi e della depravazione
morale che ha bisogno di sempre nuovi capi espiatori per giustificare
l’inadeguatezza dei propri fautori alla vita sociale. Per contrastare il
fenomeno bisogna urgentemente ritrovare e rafforzare la tutela dei diritti
personali ed iniziare a contrastare l’opinione diffusa che ad una carica
politica o ad un incarico istituzionale corrisponda un certo grado di libertà
di nuocere ad altre persone abusando di privilegi illecitamente conferiti sulla
base di oneri cui sempre più raramente si tiene fede. Si è ormai diffusa la
pratica secondo la quale la posizione lavorativa si determina dal tipo di
privilegi che questa conferisce e si attribuisce perfino in base alla capacità
di abusarne. Questo mette in condizioni di pericolo tutta la popolazione
nazionale secondo il modello già imposto nel meridione degradato. Possiamo
parlare di satanismo per quanto riguarda l’immagine grottesca dell’uomo di
potere schiavo dei propri vizi che non è ridicolo quando infierisce sulla
popolazione senza alcun rispetto per i diritti fondamentali secondo quanto è
già costume nel meridione italiano. Come per le vittime di satanismo si diventa
completamente succubi dell’uomo potente o considerato tale sulla base dei
favoritismi che può attuare o di quelli che semplicemente promette.
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