domenica 11 ottobre 2015

CULTURA CRIMINALE

La questione culturale imposta dalla organizzazione della criminalità pone un problema più grave della azione criminale in se stessa. Delinquere non viene visto come un errore ma come l’unica via di sopravvivenza in un ambiente che non premia minimamente l’onestà né il buon senso anzi li perseguita entrambi come fattori negativi. La cultura criminale determina un secondo passo indietro rispetto alla criminalità motivata da una semplice necessità materiale imminente oppure da una educazione socialmente negativa. Entrambi questi fattori sono però condizioni fertili di corruzione da parte della criminalità organizzata. Si può sostenere che in Italia non esiste criminalità diversa da quella organizzata. Mentre altrove la società civile riesce ad effettuare misure di prevenzione e contenimento della delinquenza agendo sul singolo caso, in questo paese la società civile non ha il controllo del territorio pari a quello che la criminalità organizzata esercita con i suoi mezzi di persuasione e di prevaricazione. Mentre può accadere un crimine senza che vengano scovati i colpevoli, al contrario difficilmente i clan e le cosche che controllano un territorio non sanno cosa succede e per mano di chi. La criminalità organizzata esercita un controllo capillare sul territorio in contrasto alla società civile italiana che ormai a malapena riesce ad effettuare azioni di contenimento del crimine tanto radicata e infettiva è la cultura criminale su tutto il territorio nazionale. Bisogna porre particolare attenzione all’opinione diffusa che la società sia irrimediabilmente marcia perché questo pone nelle condizioni psicologiche di malessere che diventano facilmente terreno fertile per la corruzione morale del singolo individuo a qualsiasi livello della sua crescita sociale personale. Probabilmente in questo territorio è vero che un singolo individuo mai nel corso della vita abbia avuto a che fare con la società civile sana che per forza di cose vive arroccata in circoli chiusi generalmente consapevoli del fatto che le istituzioni e la politica sono marce nel loro profondo essere ma non bisogna mai dimenticare che le molteplici realtà negative vivono necessariamente a ridosso delle realtà produttive che è sempre più facile definire resistenti. Per fare quei due passi avanti che ci portano a venire a contatto con la comunità civile nazionale e internazionale è importante ormai prendere posizioni aperte contro la cultura criminale ed offrire la possibilità di aggregazione a chiunque lo voglia. La questione particolarmente difficile è soppiantare la politica criminale del clientelarismo assieme al luogo comune che la genera e la sorregge. E’ indispensabile per il recupero del paese creare una cerchia sana della politica che parta dal presupposto del contrasto alla criminalità organizzata e ad ogni forma di corruzione e promuova i mezzi necessari a determinarlo. 

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