giovedì 15 ottobre 2015

Le molestie sessuali sono un bagaglio culturale della criminalità organizzata

Le molestie sessuali al meridione sono vissute come la normalità perché fanno parte di un bagaglio culturale che accetta il parassitismo sociale come mezzo di affermazione individuale. L’ostacolo a contrastarle è nella carenza normativa dello stato di diritto che è responsabile di questa piaga sociale. Solo di recente il legislatore ha colmato il divario con gli altri stati europei provvedendo contro gli stalker telefonici e i persecutori abituali ma l’argomento è tutt’altro che concluso. Il molestatore abituale al meridione e per diffusione ormai in tutto il paese non è semplicemente colui che pedina le vittime convinto di un qualche diritto di proprietà ereditato dalla cultura meridionale ma riesce ad ostacolare la vittima in tutti gli ambiti di vita usando tutti i mezzi e le amicizie necessarie per impedire la carriera professionale e l’affermazione sociale della vittima forte della cultura retrograda che impone un diritto di proprietà sulle persone. Si tratta di un atteggiamento accostabile al satanismo. Distruggere tutte le certezze e gli appoggi affettivi della vittima per sottometterla e per renderla succube di questa mentalità. La famiglia non è sempre complice ma spesse volte impotente di fronte agli orchi rapitori. Il molestatore al sud non è solo uomo, come imporrebbero i luoghi comuni, ma al riparo di questi luoghi comuni soprattutto le donne impongono le loro scelte senza lasciare scampo alla vittima. Il molestatore uomo impone la sua presenza generalmente in virtù della sua posizione sociale e delle sue frequentazioni altolocate minacciando che gli si farebbe un torto preferendo un altro di più modesta posizione sociale. Il molestatore donna agisce in combutta con il primo, incoraggiata dalla famiglia, esprimendo le stesse convinzioni culturali e rincorre l’uomo di virtù per ostacolarne l’affermazione sociale e ricattarlo fino alla resa alle convenienze della sottomissione alla propria famiglia. In entrambi i casi si costringe la società civile alla immobilità fautori della proprietà del clan criminale sugli incarichi pubblici che si conferiscono con la dote matrimoniale assieme alla donna. Il danno alle istituzioni è enorme. Si tratta di una cultura opposta alla meritocrazia che si basa sulle conquiste sociali per destrezza e sotterfugio.

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